CAPITOLO 38
TI LASCERO' LIBERA
-Oggi il tempo non passava più, mio spietato professore! Dovrei essere arrabbiata con te e invece sono qui a soffocarti di baci...- Mormorò languidamente Valentina sdraiata sopra Mattia, lasciandogli una scia umida e tangibile del suo affetto per lui.
Mattia rise piano, accarezzandole i morbidi capelli bruni.
-Non hai fatto una traduzione esatta, mia adorata principessa, e per quanto io ti ami, a scuola devo essere imparziale.- Le disse, baciandola a sua volta sul collo.
-Non parlo per me... ma mettere un misero "sei" alla Suora... questo sì che è stato un colpo basso, professor Ravetti! Se quella poverina si suiciderà, ce l'avrai sulla coscienza! Ah, voi gelide persone del nord... milanesi senza cuore!-
Per tutta risposta, Mattia la issò meglio sopra di sé.
-Vieni, principessa, che ti do un'altra dimostrazione di quanto io sia spietato e senza cuore...- Le sussurrò malizioso, pronto a farla di nuovo sua dopo un intero pomeriggio d'amore.
***
Valentina si era appisolata sul petto del suo professore, e si svegliò di soprassalto che era già quasi buio.
Agitata, scrutò il cellulare. -O mio Dio, sono quasi le sei! Perché non mi hai svegliato? I miei, se va bene, hanno già contattato la redazione di Chi l'ha visto!- Esclamò la ragazza, rilevando ben cinque chiamate perse dai suoi. Aveva messo il telefono silenzioso per non essere disturbata mentre lei e Mattia si amavano, e ora si stava vestendo più in fretta possibile.
L'uomo la osservava rivestirsi pieno d'amore.
La sua piccola ninfa.
Non avrebbe permesso a nessuno di portargliela via; da quando stavano insieme aveva intensificato le sedute in palestra e aveva perfino iniziato l'uso di uno specifico gel dopobarba antirughe che costava un occhio della testa.
-Sei sicura che vuoi tornare in autobus? Ci metto niente a riaccompagnarti, mi fermo come al solito a un isolato da casa tua!-
Vale gli schioccò un ultimo bacio prima di uscire. -No, Mattia, non c'è problema. Ah, stavo per dimenticarmi... sabato c'è il compleanno di Tobia...-
Mattia fece un cenno di condiscendenza alla ragazza. -Non c'è problema, Vale... vai pure. Tanto si tratta di una festa, no?-
La giovane si mordicchiò il labbro inferiore, era a disagio a dirgli dell'invito in discoteca a Bologna.
-Sì, è così. Solo che sei invitato anche tu, e nessuno di noi accetterà un rifiuto da parte tua!-
Mattia aveva già iniziato ad aprire la bocca per protestare, ma Vale gli mise gentilmente l'indice davanti alle labbra.
-Tu sei il mio uomo, Mattia, sarai mio marito, un giorno, e il padre dei miei figli. Fai parte del mio mondo, totalmente. So cosa vuoi dirmi, eccome se lo so. Ma tu non puoi assolutamente stonare a quella festa di adolescenti se io vi partecipo, perché tu sei parte di me, come io sono parte di te. E se è per i pettegolezzi, stai tranquillo, di noi ci saranno solo Jess e Toby. Il resto non li conosciamo né tu né io, e poi andiamo a più di cento chilometri di distanza, quindi tranquillo!-
L'uomo si arrese subito e sospirò: -Piccola ninfa, come riesci ad avere sempre l'ultima parola?-
-Perché la mia ultima parola, anzi, le ultime due sono TI AMO.- Gli rispose con un enorme sorriso la ragazza, appoggiando le labbra alle sue, poi svanì dietro l'uscio come un sogno al mattino, visione meravigliosa e irreale, lasciando dietro di sé il suo profumo fresco e fruttato di giovane donna.
STAI LEGGENDO
An afternoon Love (Ti amo, professore)
Literatura FemininaQuando tu hai quarantasei anni, sei ancora estremamente attraente, e la ragazza che desideri e che ti desidera nemmeno diciotto. Quando sai che cedere ai vostri sentimenti reciproci è tremendamente sbagliato, non solo per la differenza d'età, ma sop...