Dobbiamo chiarirci, prof!

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6 CAPITOLO  Dobbiamo chiarirci, prof!

Mi chiedi qual è stato il mio più grande progresso? Ho cominciato ad essere amico di me stesso.
(Lucio Anneo Seneca)

Gli occhi di Valentina sembravano ancora più grandi e trasparenti ora, mentre lo fissava ancora di fronte alla cattedra. Mattia avvertì distintamente la forza della ragazza trattenere le lacrime sul bordo delle ciglia.

Che avesse esagerato con i suoi modi? Ma no di certo, anzi! Era stato fin troppo clemente.

In fondo, la ragazzina aveva dimostrato di aver studiato, ma di essere bloccata nei vecchi schemi di studio. Lui era lì per questo, per offrir loro nuove prospettive! Ma forse nessuno in quella classe era ancora pronto ad accogliere i suoi modi di fare. C'era bisogno di andarci più cauti, e Valentina ne era un esempio. Di certo aveva frainteso e si era sentita umiliata da ciò che era apparso, davanti ai suoi compagni di classe.

Di quanta pazienza aveva bisogno un professore, pur di far sì che i suoi insegnamenti andassero a buon fine!

Bene Mattia, ritorna sui tuoi passi e sistema il danno che hai combinato, o questa povera ragazza cadrà in depressione davanti i tuoi occhi!

-Torni pure a posto, Fortibuoni! - gli occhi di Valentina scattarono nei suoi. Lo sguardo addolcì sensibilmente il colore ghiacciato delle sue iridi e lesse lo stupore della ragazza che non sembrava capire le sue parole.

E poi sarei io quello con problemi di comprensione!

-Era solo una prova questa, signorina! Non avrà mica creduto che potessi esporre tutta la classe, ad un progetto nuovo, senza mostrare di cosa si trattasse? - le sorrise ironico, e le sopracciglia ben delineate si sollevarono interrogative.

-Sono appena arrivato, è il secondo giorno di scuola... Santo cielo! Non sono così crudele da sacrificarla in questo modo! Oppure ha pensato il contrario? - Valentina tornò a respirare sgonfiandosi di tutta la tensione accumulata fino a quel momento. E lentamente voltò le spalle a quell'essere alieno tornando barcollante al suo posto. La sua media era intatta, per fortuna.

-Il ruolo di braccio destro non è uno scherzo, ragazzi! - Mattia poggiò le mani sulla cattedra e si sporse verso di loro. Il tono era calmo, ma serio. Ogni parola doveva avere il giusto peso senza spaventare, ma incutendo timore.

-... e di conseguenza non poteva essere affrontato senza un'adeguata preparazione. - continuò accomodandosi a sua volta.

-Ora sapete a cosa andrete incontro... voglio, pretendo ed esigo che ciò che studiate a casa diventi fonte di ispirazione per le vostre vite... voglio insegnarvi che persino Dante può risultare attuale e non dell'era paleolitica! Orlandi... - al ragazzo nascosto tra le teste attente, cadde rumorosamente il cellulare dalle mani.

-... sta chattando su Facebook? Beh vorrei farle notare che non esiste solo Facebook... -

-Lo so prof... - lo interruppe il ragazzo con fare strafottente.

-C'è anche Twitter*, Instagram, per non parlare di WhatsApp, se si è fortunati e si ha il numero della ragazza di turno! - una fragorosa risata esplose nell'aula.

Mattia scosse il capo. Non era da lui perdere le speranze, ma comprese in quel momento come stavano le cose.

-Divertente Orlandi... davvero divertente... - sorrise stando al gioco, ma pensò di usare il mal capitato per testare ancora una volta i ragazzi... chissà che questa volta avrebbe avuto maggiori risultati.

-Orlandi... voglio farle una domanda... -

Cazzo... e mo' che vuole, questo...

-... lei è innamorato? - Jacopo, chino sul banco col cappuccio della felpa calato sul viso, alzò la testa e sbiancò come dopo un bagno in candeggina.

An afternoon Love  (Ti amo, professore)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora