Epilogo

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49  EPILOGO

Otto anni dopo, Milano, Natale 2025

-Elettra, vuoi venire a vedere il ponte tra due torri che ho costruito con il lego? Ho usato un numero record di mattoncini, sai?- Chiese Mattia alla nipote, intenta a farsi la piastra per disciplinare l'indomabile massa di riccioli rossi che le fiammeggiava in testa.
La ragazzina sbuffò lievemente.

-E dai, zio... ti sei accorto che non ho più cinque anni, sì?- Poi, quasi pentita di quelle parole, gli stampò un bacio su una guancia.

-Eppure fino all'anno scorso ammiravi le mie opere ingegneristiche, e mettevi le foto su Facebook e Instagram!-

-Beh, si matura, si cambia! E fatti la barba, pungi come un porcospino! Come cavolo fa la zia a baciarti?- Lo rimbeccò la ragazza, poi rinunciò a cercare di fare un capolavoro coi suoi capelli; tanto stavano sempre come se avesse appena infilato le dita nelle presa di corrente, ribelli come lei.

Due secondi dopo Mattia si sentì abbracciare le gambe da una principessina più piccola e altrettanto graziosa, che piangeva disperata: -Papà, papà, Leonardo è cattivo, mi ha rovesciato l'aranciata sul vestito nuovo e l'ha fatto apposta!- Strillò mostrando il vestito disastrato al genitore.

Il diavolo biondo che gli sfrecciò davanti poco dopo era di tutt'altro parere.

-Non è vero! Se l'è rovesciata addosso da sola, perché è un'imbranata! Noemi è una bugiarda, le femmine sono sempre delle gran bugiarde! -

Figlio mio, un po' hai ragione, sai?

Non poté fare a meno di pensare il professore, prendendo in braccio l'adorabile quanto bizzosa bambinetta dai riccioli bruni.

-Su, non litigate, sempre! Siete grandi, ormai! Basta con queste sciocchezze da bambini dell'asilo!-

Intervenne Valentina, che dalla sala aveva sentito tutto: -Voi due, questa sera, il cinema ve lo scordate! Mi state facendo diventare matta anche il giorno di Natale, e dopo avermi promesso che avreste fatto i bravi! E non andate a frignare dal babbo! Ho deciso così, e così sarà!-

In questo, i coniugi Ravetti erano solidali.

Nessuno contraddiceva l'altro, in caso di punizioni.

Per fortuna di lì a poco, la signora Gioia, aiutata dalla giovane nuora e dalla figlia, portò a tavola il sontuoso pranzo di Natale, e Mattia non riuscì a non ricordare quando, dieci anni prima aveva trascorso quelle feste roso dai dubbi sul fatto di vivere o meno la sua storia con la sua giovanissima alunna.

Guardò con immenso affetto sua sorella: si era aperto con lei, e lei gli aveva detto di seguire il suo cuore, ed era stato un buon consiglio. Avrebbe sposato di nuovo sua moglie tutti i giorni della sua vita.

Intendiamoci, non che mancassero battibecchi e discussioni, quale famiglia ne è esente? Ma il loro era un buon matrimonio, e Valentina sapeva miracolosamente mantenersi in equilibrio su quello spaventoso baratro di quasi trent'anni che li separava, con una leggerezza che lo stupiva ogni giorno.

A volte si guardava nello specchio e... beh, sì, purtroppo si notava che aveva passato i cinquant'anni, anche se era riuscito a non appesantirsi quasi per nulla, e aveva avuto la fortuna di mantenere una pelle ancora piuttosto liscia; tuttavia le occhiaie s'erano fatte evidenti e la barba e i capelli erano grigi, ora.... e un giorno era successo il fattaccio: quell'autunno aveva iscritto Leonardo a calcio, e la segretaria che gestiva i corsi aveva commentato, vedendoli insieme, con un gran sorriso: - "Ah, questi nonni, che mano santa sono! Meno male che ci sono loro ad aiutare i figli nella gestione dei nipotini... Quanto bene vuoi al tuo nonno, eh, giovanotto?"

An afternoon Love  (Ti amo, professore)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora