Mirella

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43 CAPITOLO

Mirella



Era un incubo.

Doveva esserlo.

Come in trance, a Mattia fu ordinato di vestirsi alla svelta eseguirli in centrale, con la convalida del fermo; gli furono letti, come da suo diritto, i capi d'accusa e gli fu detto che poteva avvalersi della facoltà di non rispondere; e che aveva altresì diritto alla nomina di un difensore di sua fiducia oppure a uno d'ufficio.

Il fermo fu convalidato in quanto l'imputato poteva fuggire e reiterare il reato, e in attesa del processo, il professore fu sbattuto in cella come un volgare delinquente.

In effetti, per la legge, come conseguenza dell'accusa di Valentina, lui lo era.

Il rapporto forzato generato dalla violenza era accusa ancora più grave, se intercorso tra personale docente e alunni, e poteva comportare, oltre una pena detentiva da cinque a dieci anni, anche l'interdizione dall'insegnamento.

Informato il Pubblico Ministero dell'arresto dell'imputato, questo fu posto a sua completa disposizione. Fu redatto, da parte della Polizia Giudiziaria, il verbale del suo arresto con eventuale nomina del difensore di fiducia, e avvisati i familiari di Mattia.

Quando la famiglia ricevette la terribile notizia, la signora Gioia e Martina scoppiarono a piangere come due fontane, mentre il signor Carlo scosse la testa in maniera decisa.

Passeggiava nervosamente col cuore ad un passo dall'infarto su e giù per il corridoio di casa.

-Non Mattia. Non mio figlio. È stato messo in mezzo da quella poco di buono della sua alunna, ne sono sicuro, ne sono sicuro. Mattia non farebbe mai una cosa del genere. Non mio figlio, non Mattia!- Ripeteva come una cantilena.

-Io lo sapevo che si era messo con quella ragazza...- mormorò come in trance Martina, dopo essersi consumata gli occhi a furia di piangere, il passo pesante e il viso tirato.

-...lo sapevi?- Le chiese sgranando gli occhi la signora Gioia.

-Oh, Gesù buono, Martina... ma perché non ce l'hai detto?- Le chiese disperata la donna.

-Perché erano affari di mio fratello, mamma. Lui si è confidato con me, probabilmente si vergognava di dirlo anche a voi... aveva paura di passare per un pedofilo vizioso. E lui non lo è! Ci deve essere un equivoco, senza dubbio.-

-Che disgrazia, figlia mia! Che disgrazia! Hanno detto che ci sono le prove dello stupro di Mattia ai danni di quella ragazza... graffi, qualche ecchimosi, anche se leggera, e inoltre sono state trovate tracce del liquido seminale alla visita ginecologica. Come può essere successo, Marty? Tuo fratello non è un violentatore di ragazzine!-

-Non lo credo nemmeno io... ma le prove ci sono... dovremo trovare un avvocato incredibilmente in gamba, che lo tiri fuori da questo incubo! L'hanno incastrato, io so che è andata così!- Intervenne il signor Carlo.

-Facciamo subito le valigie, andiamo da lui!- Aggiunse l'uomo; poi, pochi secondi dopo, udirono il campanello di casa.

La signora Gioia aprì. E con sua grande sorpresa, si vide di fronte la sua ex-nuora.

-Mirella...- la accolse, tiepida, con un mezzo sorriso tirato. Non si era dispiaciuta troppo del divorzio del figlio, quella donna non l'aveva mai potuta digerire, con la sua fissa per la carriera e per aver negato a Mattia la felicità di diventare padre.

-Gioia... so tutto, non si preoccupi. Sono qui proprio per questo!- Esordì, con la sua solita esasperante sicurezza di sé, ma notò subito l'espressione glaciale della ex-suocera.

An afternoon Love  (Ti amo, professore)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora