21 CAPITOLO
Un'altra chance
Seduta sul marciapiede, sotto la scala antincendio, sola soletta, stava Jessica, con la testa tra le mani. Amava andare lì quando c'era stato qualche scazzo con qualcuno o quando qualcosa la preoccupava, durante la ricreazione. Non era un posto molto gettonato dai ragazzi, e riusciva a stare quasi sempre in pace, per conto suo.
Sapeva che in quel momento Vale era in sala professori con Ravetti a confessargli il suo amore. Beata lei...almeno alla sua amica era tutto chiaro, voleva che il suo professore stesse con lei, sapeva di essere ricambiata anche se lui non lo aveva ancora ammesso, e ci stava provando con tutte le forze ad averlo.
Lei con Tobia non sapeva che pesci pigliare...non voleva tirarsela troppo, fare la principessina irraggiungibile, vedeva bene con quanto sforzo il compagno cercasse di migliorarsi.
Le sue mani calde, quella mattina, che stringevano la sua, erano state un rifugio che non avrebbe voluto abbandonare, e il suo sorriso per lei traboccava di amore e di un sentimento sincero. Non si trattava di rimediare la solita sveltina con qualcuna, di questo Jess era certa, ma ancora qualcosa la frenava.
Quelle stesse dita gentili e affettuose, talvolta le sentiva di nuovo prepotenti e malvagie su di sé, ed era un'immagine che non riusciva a scrollarsi via di dosso, e Dio sapeva che avrebbe tanto voluto.
Perché lei, Tobia, lo amava, lo amava sul serio!
E siccome a palare del diavolo, poi spuntano le corna, si avvide di lui che le si sedeva accanto, senza neppure toccarla, col massimo rispetto.
-Jess...-
-Tobia...- Lui la guardava dritto negli occhi, lei invece li abbassò.
-Non mi perdonerai mai? Non voglio sminuire il mio comportamento di merda verso di te di qualche settimana fa, ma... io ti amo. Sono diverso, adesso, e tu devi darmi la possibilità di provartelo!-
Erano poche parole, ma dette col cuore e con pentimento sincero, ed erano un grosso sforzo per lui.
Jess non poté non apprezzarle, si era perfino commossa.
-Lo so.- Mormorò sfiorandogli una guancia con la mano in una carezza appena accennata.
Tobia fu svelto, e afferrò quella mano, e di nuovo la portò al suo cuore. Poi non seppe resistere all'impulso spaventoso che lo obbligava a volerla tutta per sé: le prese il viso tra le mani e appoggiò le labbra su quelle della compagna in un bacio dolcissimo.
Per Jessica fu come essere attraversata dalla corrente di un fulmine, si sentì mancare le gambe nonostante fosse seduta e il cuore le batteva così violento nel petto da farla quasi star male.
Per un secondo si lasciò andare a quel bacio tenero e gentile, pieno d'amore e nessuna altra pretesa, ma poi, senza arrabbiarsi, ma con fermezza, si staccò da lui.
-Tobia...- mormorò, mentre deluso il ragazzo accettava di essere allontanato da lei, -perdonami...io lo so che stai cambiando, lo so, davvero...ma devi darmi tempo.- disse solo, e, senza neppure permettergli di aprir bocca per replicare, si allontanò correndo via, verso l'aula che li attendeva.
In quel momento, l'insopportabile Pelagatti e le sue equazioni erano quello che ci voleva per distoglierla dallo spaventoso conflitto interiore che la stava dilaniando.
Il giovane, deluso, sospirò, ma decise di essere paziente. Stavolta non avrebbe fatto cazzate, Jessica sarebbe stata sua solo quando fosse stata convinta di quella relazione. Le mani in tasca e lo sguardo basso, tornò anche lui verso l'aula.
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An afternoon Love (Ti amo, professore)
ChickLitQuando tu hai quarantasei anni, sei ancora estremamente attraente, e la ragazza che desideri e che ti desidera nemmeno diciotto. Quando sai che cedere ai vostri sentimenti reciproci è tremendamente sbagliato, non solo per la differenza d'età, ma sop...