Nodi al pettine

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39 CAPITOLO

Nodi al pettine



In auto c'era gelo, tra Mattia e Vale. La ragazza, ogni tanto, lanciava uno sguardo interrogativo e disperato al suo uomo, ma lui seguitava ad ignorarla.

Dopo averla vista ballare scatenata e spensierata tra i suoi amici, era ritornato verso il bar, e non aveva sfogato la sua malinconia nell'alcool solo perché sapeva che doveva guidare, limitandosi solo ad un vodkalemon.

Valentina, non vedendolo tornare, ad un certo punto scese dalla pista, nonostante le proteste e i tentativi di trattenerla di Laurent, e lo cercò. Vide Jessica prendere per un braccio suo cugino e discutere animatamente con lui: probabilmente gli stava dicendo di lasciarla in pace e non tentare di frapporsi tra loro due.

Non ci voleva un esperto in psicologia per accorgersi di che umore fosse il professore; saggiamente la ragazza decise che la serata, per loro due, si sarebbe conclusa lì, con buona pace del taglio della torta di Tobia e del coro di buon compleanno.

Inviò un messaggio a Jess, sperando che lei avrebbe compreso la situazione, e così fu.

La Tipo sfrecciava nella notte nera, sull'autostrada altrettanto nera, come del resto nero era l'animo dell'uomo.

-Mattia, dobbiamo parlare!- Esclamò ad un tratto la giovane, non reggendo ulteriormente quel silenzio soffocante.

-Questo è poco, ma sicuro!- Confermò l'uomo. Era da poco passata l'una, era ancora relativamente presto. Parcheggiò sotto casa sua e Valentina lo seguì.

Dentro casa, lei gli si piazzò davanti a braccia incrociate.

-Io non capisco perché fai così!- Cominciò subito, per prendere il toro per le corna.

-Io non ti ho fatto niente. Ho solo ballato con Laurent e gli altri, ma eravamo tutti insieme, a lui non ho dato la minima corda!- Valentina era sulla difensiva, pur avendo la coscienza pulita.

-Lo so. Non sono arrabbiato con te, Vale!-

Lui era una maschera di tristezza, e la ragazza finalmente si accorse che non era rabbia, quella di Mattia. Era frustrazione, malinconia.

-Io...non capisco!-

Mattia l'abbracciò forte a sé, e Valentina si aggrappò a lui come un naufrago alla zattera; poteva sentire la sua disperazione.

-Come fai a non capire? Io mi sono sentito di troppo, questa sera. Non avevo niente da spartire con voi, spiccavo nel vostro gruppo come una macchia d'inchiostro su un foglio bianco!-

Valentina scoppiò in lacrime, l'angoscia del suo uomo le si stava rovesciando addosso come un fiume in piena.

-A m-me n-non imp-portava ni-niente di anda-a-are a quella stu-u-upida festa!...E non immaginavo nemmeno che ci fosse anche quel cretino!- Singhiozzò stringendosi a lui.

Mattia le carezzò i lunghi e soffici capelli. -Per quello, ti credo. Ma non dirmi che non ti andava di andare alla festa, non è vero! Ti stavi divertendo così tanto, coi tuoi coetanei, al ritmo di quella musica ossessiva e francamente davvero brutta, e non te ne faccio di certo una colpa, è giusto così!-

La ragazza lo guardò in viso, baciandogli le guance.

-Mattia, non me ne frega niente di andare in discoteca, se a te non piace. A me va bene un cinema, o solo passeggiare mano nella mano con te. L'importante è che al mio fianco ci sia tu! Come fai a non capire questa cosa semplicissima?-

Il professore le prese le mani e se le strinse al cuore. Sapeva che Vale era sincera, ma le mancava l'esperienza.

-Per adesso so che ti basta, amore mio, ma verrà presto il tempo in cui non sarà più così. Comincerai a trovare noiosi i miei passatempi, o i miei amici coetanei. Ti mancherà ballare, circondarti di ragazzi della tua età con cui fare e dire cazzate insieme. Ti peserà quando ti guarderanno con compatimento perché stai con un vecchio. Ci rimarrai male quando andremo in giro insieme, entreremo in un negozio e la commessa si rivolgerà a me come a tuo padre. Comincerai a chiederti se non avrai commesso un grosso errore, insistendo per stare con me.-

An afternoon Love  (Ti amo, professore)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora