UN MARE IN CUI NAUFRAGARE

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Sarah's pov

Una manciata di minuti prima della mezzanotte,
solo una manciata di minuti al nuovo anno.

Ero circondata da tutti i miei compagni, pronti a stappare e brindare, eppure mi sentivo sola.

Incrociai lo sguardo di Holden che mi sorrise amorevolmente ma non bastava, non mi era mai bastato;

avevo vissuto i giorni precedenti nutrendomi di lacrime e nostalgia,
con la mente in continuo tormento,
ed ero stanca.

In un momento di distrazione di tutti, afferrai la mia giacca e mi allontanai.

Non volevo brindare,
non volevo sentire le braccia di Holden intorno al mio corpo,
volevo stare sola, anche fisicamente.

Raggiunsi un piccolo angolo esterno, respirando a pieni polmoni.

"Ma sei ovunque"

Una voce familiare ruppe quella quiete, quel silenzio che sentivo appartenermi.

La voce di Angela l'avrei riconosciuta tra mille altre voci.

Sorrisi automaticamente muovendo la testa, per poi voltarmi sul lato destro;

anche al buio i suoi occhi mi accecarono.

Come avevo fatto a starci così tanti giorni senza?

Quegl'occhi erano il mio faro,
il mio porto sicuro
ma allo stesso modo
un mare dove naufragare.

"Perché non sei con gli altri?" chiese, puntando i suoi occhi su di me, come fossero un mitra in cerca di bersaglio.

"Io non..." presi coraggio "sto evitando Holden, sto evitando tutti, avevo bisogno di stare sola con me"

Angela alzò le mani, quasi volesse scusarsi della sua presenza

ed invece lei era l'unica che avrei voluto al mio fianco.

Fece per andarsene ma fui più veloce di lei; l'afferrai per il polso e le sussurrai un "resta", con tono supplichevole.

Angela mi era mancata,

Angela mi mancava anche in quell'istante, mentre era al mio fianco, ma non nel modo in cui io avrei voluto.

"Ho avuto paura" continuai "ho avuto una fottuta paura, di me, di te e di come cazzo mi facevi sentire"

Aveva lo sguardo smarrito, ma fisso nel mio.

"Non voglio parlarne ora, Sarah"

In lontananza partì il conto alla rovescia, il numero "dieci" venne urlato a gran voce, ed io ero lì, ferma, a guardare la persona che più avevo ferito al mondo.

"Non sei stata solo nei pensieri di Martina, sai?" continuai "Ti ho pensata ogni giorno, ogni ora, ogni fottuto minuto o secondo. Ti ho pensata di continuo, in ogni circostanza; ti ho pensata alla vigilia, mentre scartavo i miei regali, e a Natale. Ti ho pensata sempre, sempre"

Angela aveva voltato la testa, portando i suoi occhi a guardare il nulla, e a ogni mia parola faceva spallucce e muoveva la testa: negazione.

Non credeva a nessuna parola uscita dalle mie labbra, lo percepivo.

"Però non mi hai pensata mentre passeggiavi con Holden a Vigevano, giusto?" si voltò, con gli occhi pieni di lacrime, mentre da lontano si udì un "buon anno" forte e chiaro.

"Sarah, non mi hai pensata mentre mi lasciavi sola sul divanetto, non mi hai pensata neppure il secondo dopo, già impegnata tra le braccia di altri; non mi hai rivolto un pensiero mentre mi vedevi marcire nel mio dolore nei giorni che hanno preceduto Natale, vero?" puntò il dito sul mio petto

Occhi blu polizia - LIL JOLIE E SARAH TOSCANO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora