Occhi blu polizia - LIL JOLIE E SARAH TOSCANO

EMOZIONI CONTRASTANTI

Pov Lil

Mi svegliai con le prime luci del mattino. Tentati di stiracchiare il mio corpo, bloccato però da un braccio di Sarah che ancora dormiva beata, con i capelli arruffati e le labbra socchiuse;

Quanto era bella,
bellissima,
mentre mi regalava un momento surreale: eravamo lì ed eravamo insieme, finalmente.

All'improvviso la porta della camera si apre bruscamente.

Vale fece irruzione, con gli occhi gonfi di lacrime e la voce rotta dai singhiozzi, facendomi preoccupare immediatamente;
cercai di abbandonare il letto, ma la presa di Sarah era troppo forte.

"Vale, che succede?" chiesi con voce ansiosa, mentre delicatamente sollevai il braccio di Sarah accarezzandole la pelle.

Vale mi guardò senza rispondere subito, mentre le lacrime scorrevano inarrestabili.

Mi alzai dal letto, raggiungendo il corpo di Vale e accogliendolo tra le mie braccia, cercando di calmare il suo attacco di panico.

"Shh, andrà tutto bene," sussurrai, accarezzandole i capelli. "Vieni, usciamo un attimo."

Mi infilai velocemente una tuta e feci a Vale segno di seguirmi, lasciando Sarah a dormire.

Presi una giacca e la infilai addosso a Vale, che sta tremando, dirigendomi verso il cortile della scuola, dove l'aria fresca del mattino sembrava un po' più rassicurante.

Aprii il pacchetto di sigarette offrendone una a Vale, che la prese con mani tremanti.

Accendemmo entrambe e fumammo in silenzio per qualche minuto, osservando il fumo che si dissolveva nell'aria limpida.

"Non ce la faccio più, Angela," confessò Vale, con la voce spezzata. "Sono stanca, stressata. Non so se voglio restare in questa scuola."

Sentii il peso delle parole colpirmi come un forte pugno; portai una mano sul petto, cercando di attenuare un dolore fisico inesistente e puntai i miei occhi su Vale.

Era ferma, immobile, con lo sguardo perso e il corpo esile rannicchiato in una giacca un po' grande per lei.
Sembrava una bambina,
nella sua totale fragilità.

Cercai di farmi forza, asciugando una lacrima bastarda che uscì dai miei occhi

"Capisco," sussurrai dolcemente. "Questo posto può essere davvero opprimente. Ma dobbiamo trovare un modo per affrontarlo insieme. Non sei sola, Vale, non sei sola"

Mi avvicinai a lei, lasciandole un bacio sulla fronte mentre con le dita raccolsi, questa volta, le sue lacrime.

Tirò su con il naso, ancora persa nei suoi pensieri.

"Non so se posso farcela. Ogni giorno è una lotta. Non riesco a vedere la fine di questo tunnel."

Mi avvicinai di più, prendendo le mani di Vale tra le mie.

"Amo, non devi fare tutto da sola. Parliamo con gli altri, vediamo cosa possiamo fare. Forse possiamo trovare un modo per rendere le cose più sopportabili, non sei sola. Ci sono io, ci sono io con te"

Vale mi guardò, con un barlume di speranza nei suoi occhi gonfi di lacrime.

"Pensi davvero che possiamo fare qualcosa? Pensi davvero di potermi aiutare? Perché io non ce la faccio, mi sento soffocare"

Sorrisi, stringendo le sue mani.
"Sì, ne sono sicura. Ma dobbiamo affrontare tutto insieme. Non isolarti, per favore. Siamo una squadra, io e te, e poi se tu molli io con chi litigherò?"

Rise, muovendo la testa ed inspirando profondamente, cercando di calmarsi.
"Okay," disse infine. "Ci proverò. Ma ho bisogno del tuo aiuto."

"E lo avrai. Promesso."

Allargai le braccia pronta ad accogliere Vale, che si lanciò a capofitto.

"Ah e così mi tradisci già?" il sorriso beffardo di Sarah ed il tono ironico spinsero Vale a staccarsi da me per raggiungere la piccola; portò una mano nei suoi capelli accarezzandoglielo dolcemente.

"Quanto sei fortunata, Saretta" le sussurrò abbracciandola "vedi di non fartela scappare"

Sarah le sorrise, allungando prontamente un mignolo verso lei, come segno di promessa, poi mi raggiunse, fissando il suo sguardo nel mio, per poi rubarmi una sigaretta.

"Ah ah" mossi il dito in segno di disapprovazione "questa no, e non mi hai dato neppure il buongiorno"

Sarah mise il broncio, per poi chinarsi sulle mie labbra e raccoglierle tra le sue. Fu un bacio dolce, casto, pieno d'amore.

Sorrisi nel bacio, stringendo Sarah un po' più a me, come se avessi timore di vederla scappare da un momento all'altro.

Sarah si staccò dalle mie labbra, riprendendo fiato e sorridendo.

"Ti amo," disse Sarah, la sua voce un misto di dolcezza e determinazione.

"Anch'io ti amo," risposi, accarezzandole una guancia dolcemente.

Il bacio che seguì fu delicato e appassionato allo stesso tempo. Le nostre labbra si incontrarono con una dolcezza che sembrava eterna, un bacio che parlava di amore, fiducia e speranza.

Il mondo intorno a noi svanì, lasciando solo il calore dei nostri corpi e il battito dei nostri cuori sincronizzati.

"Sono così felice di averti," disse Sarah, accarezzando il viso di Lil con tenerezza.

"Credimi, quella felice e fortunata sono io" le sussurrai, scostandole una ciocca di capelli ribelle e appuntandola dietro il suo orecchio, per poi lasciarle un veloce bacio a stampo "Adesso però dobbiamo sbrigarci, ho lezione tra un po' "

Feci per allontanarmi ma la mano di Sarah afferrò il mio polso; il suo corpo si ingabbiò tra la porta del giardinetto ed il mio.

"Anche io sono fortunata ad averti e ti amo, ma non mi hai più dato la sigaretta" rimise il broncio e mi diede le spalle, aprendo la porta e sgattaiolando in casa, raggiungendo gli altri, che nel frattempo avevano già riempito la cucina di confusione e risate.

Sorrisi a Sarah per poi cercare con il mio sguardo Vale: era seduta intorno al tavolo, con lo sguardo cupo abbassato sulla sua tazza di caffè;

mi si strinse lo stomaco.

Vederla così mi uccideva più di ogni altra cosa ed ora le mie emozioni erano nettamente in contrasto: felicità e preoccupazione facevano a pugni tra loro,
perché sì, se Vale avesse lasciato la scuola, io sarei stata nulla; se avessi perso la mia compagna, quella dal giorno zero, il mio fuoco si sarebbe spento.

Essere lì, senza poterla aiutare, era decisamente devastante.