L'alba arrivò veloce, era ora di mettersi al lavoro. Mangiarono qualche pesce per colazione prima di montare su Ade, che avevano fatto trasformare, e volare verso la gabbia.
Nonostante prediligessero gli umani, quegli esseri erano la rappresentazione dell'ingordigia, della fame più animalesca, si erano arrampicati e fiondati nella gabbia a migliaia.
Una barriera, potevano entrare ma non uscire.
Si ammassavano sul soffitto magico cercando di uscire cadendo di sotto spinti dalla folla sotto di loro. Il legno era abbastanza resistente da reggere tutti quegli esseri senza problemi.
Ade atterrò davanti alla barriera che fungeva da porta, uno zombie era già imprigionato in quella bolla, separato dal resto. Il drago si accucciò dietro a loro creando un semicerchio a proteggerle dagli zombie ancora liberi che studiavano il drago con attenzione.
"Che si fosse sparsa la voce tra gli zombie dell'attacco ai bunker? Possono parlare? Mi pare molto strano" si disse Mal prima di mettere il bracciale che la Fata le porgeva.
<Dove infiliamo gli aghi però?> chiese tastando le due squame nere
<Sotto le unghie, mi sembra ovvio oppure levategli una squama> l'orologio si illuminò e il drago ringhiò muovendo la terra sotto i loro piedi.
<Levatelo dalla testa>
<Non vuoi?> minacciò la Bestia con voce calma, troppo calma. La gola si strinse <Annie e i blocca-magia...ti dico solo questo>
<Toccale un solo capello e tutta Auradon brucerà tra le fiamme eterne>
<Allora trova un modo> minacciò l'orologio dal polso della Fata che lo guardò con aria vuota.
La zampa del drago si spostò su una delle sue spalle, l'artiglio andò sotto la squama alzandola, sotto pelle grigia come fuliggine. Non disse nulla e la Fata salì su di lui piantando gli aghi nella carne. La squama si appoggiò sui fili rimanendo alzata per quei pochi centimetri.
Si misero il bracciale ed iniziarono. Senza Evie ottenere i cubetti era diventato un gioco di squadra. La Fata creava la barriera, insieme facevano cadere a picco la temperatura e Mal la faceva aumentare. Il primo zombie che liberarono non era un umano, era una copia perfetta, un uomo uscì dal gas e quando il gas fu fatto sparire lo stesso fece l'uomo. Si sgretolò come un castello di sabbia bagnato dalla pioggia e devastato dal movimento delle onde. Mal lo vide crollare al suolo davanti a lei come un accumulo di sabbia grigia, resa come colla dal sangue color della ruggine che si intravedeva.
Mal crollò al suolo devastata, sapeva che non era un persona ma era come se ne avesse uccisa una. Davvero sull'isola voleva fare questo con sua madre una volta liberi? Non ci sarebbe riuscita, anzi ci sarebbe riuscita perché voleva mostrare a sua mamma ciò che sapeva fare.
<Un clone> sussurrò la Bestia dall'orologio
<Già> disse la Fata <uno catturato che ha riempito lo spazio per nulla>
Quell'essere era solo ciò che la Fata aveva descritto, un in più che occupava lo spazio sulla terra. Mal si tirò su <riprendiamo>.
Di esseri come quello ne videro molti, sulla montagna non ve ne era neanche uno, magari non avevano avuto abbastanza nutrimento per sdoppiarsi. Solo a fine giornata riuscirono a riempire la schiena del drago più piccolo, la caccia di quel giorno non era stata per niente fruttuosa. Mal montò sulla schiena di Ade distrutta e delusa, a questo ritmo non avrebbero più finito, quanti cloni c'erano?
Ade spiccò il volo, per fortuna gli altri zombie si erano tenuti alla larga e non avevano dato noie. Atterrati alla base le persone furono subito portate all'interno. I soldati legarono le zampe posteriori di Ade con enormi catene fabbricate chissà quando. La Bestia aveva deciso che sarebbe rimasto in questa forma per le notti alla base. Fu questo ciò che le riportarono prima di chiudere un anello di ferro attorno al collo di Ade che lo tirava verso il basso.
Mal appoggiò una mano sulle dure squame <dormi bene>
Si ritirò nella base, Evie la accolse a braccia aperte <racconta tutto> le urlò
Annie le strinse la gamba <sorellona, finalmente!>
<Ciao piccola>
Passò la serata a chiacchierare con Evie e lei a chiacchierare di Doug, si erano proprio avvicinati, Mal ne era sollevata.
I capelli di Mal brillavano alla luce, osservava la Fata accanto a lei. Da quando avevano iniziato la missione ogni giorno iniziava con il suono delle ali del drago che battevano nell'aria fresca del mattino. Arrivati nella valle gli zombie avevano riempito la gabbia e il lavoro ricominciava da capo. Ogni volta che un essere umano veniva riportato alla normalità, Mal e la Fata lo confortavano, offrendo parole di incoraggiamento e speranza, mentre Mal, con un tocco gentile, aiutava i nuovi a salire sul drago.
Al ritorno alla base, un'accoglienza calorosa attendeva i nuovi arrivati. Le loro famiglie, gli amici e gli altri sopravvissuti li accoglievano con lacrime di gioia e abbracci calorosi. Mal e la Fata osservavano la scena con un senso di soddisfazione profonda, sapendo che il loro lavoro stava facendo la differenza. Una punta di amaro le si fermava sulla lingua quando guardava il drago legato nella neve.
Quando scese nella base per l'ennesima volta, Audrey la raggiunse. Era parecchio strano vederla lì, soprattutto con lei. L'aveva sempre odiata quindi perché le rivolse la parola.
<Finalmente ti ho trovato, sei sempre in giro, dovresti stare più attenta>
<Sai sto solo salvando Auradon>
<Mentre tu fai la buona samaritana il tuo ragazzo è tutto solo...>
Mal aggrottò le sopracciglia <Ben lo sa perché sto via>
<Non mi pare> le piantò il suo telefono davanti alla faccia mostrandole una foto. Mal afferrò il telefono, nella foto si vedeva Ben in una posizione poco equivoca con Audrey. Si stavano baciando, sul serio? Sul serio Ben l'aveva tradita? Ciò che aveva detto sua madre era vero?
Audrey riafferrò il suo telefono <a dopo> e le sorrise con quel sorriso sornione tipico, che aveva avuto anche quando l'aveva incontrata la prima volta, quando dall'isola era stata portata ad Auradon.
Il cuore le si spezzò all'istante, una sensazione di tradimento e disperazione che non riusciva a scacciare.
Il suo ragazzo, colui di cui credeva di potersi fidare ciecamente, baciava un'altra ragazza. Il mondo sembrò crollarle addosso, un tumulto di emozioni le invase il cuore, portandola sull'orlo della disperazione.
Si sedette per terra, stringendosi il petto con mani tremanti, e le parole di sua madre le tornarono in mente come un'eco maledetto. Sua madre, Malefica, quelle parole, che una volta aveva respinto con forza, ora sembravano tristemente vere.
Sua madre le aveva detto che la sua natura l'avrebbe portata a soffrire, a essere rifiutata da chiunque tentasse di avvicinarsi a lei. L'aveva maledetta così. Pensò a tutti quei momenti con Ben e i suoi amici, a quanto avesse lottato per sentirsi parte di quel mondo che sembrava perfetto e luminoso. Ma quella foto, quel singolo momento catturato, aveva distrutto tutte le sue illusioni.
Non poteva restare lì, in mezzo a persone che considerava buone, ma che alla fine l'avevano tradita. Ogni sorriso, ogni parola gentile ora sembravano falsi e vuoti. Non poteva credere che le persone che considerava buone e fidate potessero tradirla così. L'idea di rimanere lì, in mezzo a loro, la soffocava. Sentiva il bisogno di scappare, di trovare un posto dove potesse essere se stessa, senza timore di essere giudicata o ferita.
Non voleva andare da Evie, ora lei era felice, sapeva che se le avesse raccontato tutto lei avrebbe dato di matto mettendosi contro il regno e allontanandosi da Doug, non voleva farle questo ora che era felice.
Fu allora che il pensiero di Ade, emarginato fuori dalla base, emerse nella sua mente.
Le persone lo avevano sempre visto come una minaccia, qualcuno da temere e evitare.
Lui, descritto da tutti come pericoloso, oscuro, eppure, c'era qualcosa in lui che la attirava. In quel momento sentiva di aver bisogno della sua forza, di quell'incrollabile determinazione per superare il dolore che stava provando. L'essere in presenza di una figura così potente le dava una sensazione di sicurezza che nessun altro riusciva a darle. Mal sapeva che c'era molto di più in lui di quanto le storie raccontassero.
Ade non pretendeva di essere qualcun altro, non si nascondeva dietro maschere di bontà apparente. Era schietto, onesto nella sua oscurità. Ade non pretendeva di essere buono, e questo, paradossalmente, lo rendeva più affidabile. Non cercava di nascondere la sua natura, non mentiva per apparire migliore di quanto fosse.
Ade capiva cosa significasse essere diverso. Anche lui era stato emarginato e temuto ma continuava a vivere a suo modo. Per quanto sembrasse strano Ade aveva un senso dell'onore tutto suo. Anche se la società lo considerava pericoloso, Mal sapeva che aveva un codice di comportamento che rispettava. Non avrebbe mai tradito chi si fidava di lui, ne era certa. Si era fidato ciecamente di lei quando gli avevo chiesto di accettare l'incarico per salvare Auradon. Mal aveva bisogno di qualcuno di cui potersi fidare. Non l'avrebbe giudicata. Non l'avrebbe considerata sbagliata o fuori posto. Con lui, poteva essere se stessa, con tutte le sue ombre e le sue luci, senza il timore di essere respinta. Questo le dava un senso di pace che nessun altro riusciva a offrirle.
Ade aveva vissuto millenni, aveva visto e vissuto ogni sorta di tradimento e inganno. Lui poteva offrirle una prospettiva che nessun altro avrebbe potuto darle, una guida che solo qualcuno con la sua esperienza poteva fornire.
Sapeva che lì avrebbe trovato una sorta di rifugio, un luogo dove poteva rimettere insieme i pezzi della sua vita senza dover fingere di essere qualcosa che non era.
Salì al piano di sopra, aveva visto dove tenevano le chiavi delle sue manette. Nessuno pensava di liberare quell'essere per cui erano incustodite. Mal le prese, uscì fuori senza aver preso neanche una giacca calda, e corse verso il drago che dormiva.
Si avvicinò al collo cercando il buco per le grandi chiavi.
<Mal...cosa succede?> la voce graffiata le fece alzare lo sguardo, gli occhi verdi si spalancarono quando posarono il loro sguardo sul suo volto <cosa ti hanno fatto?>
<Ti spiego dopo> disse ritornando a cercare il buco asciugandosi velocemente le lacrime
<Perché mi liberi?>
<Andiamo a fare un giro> sentì lo sguardo su di sé alleviarsi. Che avesse capito o meno il suo intento non aggiunse altro e si fece togliere le catene. La prese e la fece montare in groppa<dove andiamo?> le chiese prima di alzarsi
<Dove ti pare ma lontano>
Il drago si alzò in volo ma non andò verso il regno di Auradon bensì verso la direzione opposta, nel regno di Rapunzel.
Mal non chiese nulla, si aggrappò alle corna con la solita fatica. Sotto il suo corpo sentì gli ammassi farsi più piccoli e affusolati fino a formare quasi un manubrio come quello delle moto.
<Tieniti bene> le disse solo prima di continuare a volare verso il regno montuoso. Il regno di Rapunzel aveva un isola nel mezzo di un lago e poi montagne tutto intorno. Fu in una di queste vallate che Ade atterrò sotto la luce delle stelle e del cielo notturno che brillavano come mai prima d'ora creando scie rosse, gialle e blu fuse nel viola e nero della notte.
Mal scese da lui sedendosi per terra, sull'erba. Ade si accovacciò dietro poggiando il muso affianco a lei.
Il ritmo cadenzato del suo caldo respiro suonava nella notte mentre Mal si godeva il panorama stellato che, privo di ogni luce artificiale, appariva così bello. Rimasero in silenzio e ancora sarebbero rimasti se Ade non si fosse trasformato.
Vide salire una nuvola di fiamme, riapparve dietro a lei mentre si stringeva i bracciali.
<Mi sa che ci hanno scoperto> disse ridendo
Mal annuì <ti fanno davvero cosi male?>
<Per niente> la risata la lasciò di stucco
<E allora perchè...>
Lui rise in risposta <perché cerco di controllare il flusso, sai...magari capisco come liberarmene>
Mal sorrise prima di ritornare nel baratro quando sul suo telefono Audrey le mandò l'immagine, con una frase, è inutile che scappi...<l'ha fatto> disse solo
Ade si sedette di fianco a lei allungando le gambe nell'erba. La guardò solo e lei gli passò il telefono. Lui guardò l'immagine e poi rise <cosa c'è da ridere?>
<Che ho capito perché sei scappata> disse ridandole il telefono
<Mia madre aveva ragione, siamo troppo diversi> tuffò la faccia nelle gambe rannicchiate
<Ci hai parlato?> le chiese
<No>
<Dovresti>
<E perché mai sentiamo? Siamo diversi, si inventerà una scusa>
Un fruscio dell'erba accompagnò una mano ruvida che le alzò il volto <essere diversi non è il problema>
<E che ne sai tu...non hai mai avuto questi problemi...per fortuna direi>
Una risata sommessa, quasi tragica prima di allontanarsi da lei e sdraiarsi sull'erba con le braccia dietro la sua testa.
Mal si sdraiò anche lei asciugandosi le lacrime.
<Sai che sono sposato> le disse questo all' improvviso. Mal si voltò di scatto verso di lui, considerando tutti i suoi anni era anche normale ma non riusciva a concepirlo, lui sposato <con chi?>
<Una dea, una dea della primavera, della gioia, della bontà, della luce...della vita. Nulla a che vedere con me eh> Mal guardò il cielo, diversi come morte e vita <eppure non ho mai provato amore più grande. Il punto non sono le diversità Mal, ma come si affrontano...e si devono affrontare insieme>
<Voi come le avete superate?>
<Abbiamo lottato molto, in tutti i sensi ma ha pagato> un cattivo poteva provare amore <prova a parlarci Mal, magari è stato tutto un malinteso>
<Non mi pare che il baciare sia un malinteso>
<Mhhh> mugolò in modo indistinto <non mi sembra una foto di un bacio>
<Dici che è finta?>
<Non so...magari. Parlaci e poi se scopri che inventa solo scuse allora hai il mio permesso di ucciderlo> disse con una risata
<Peccato che non so capire le scuse >
<Le capirai, non temere. Lo conosci bene da capire come ragiona no?> Mal annuì
Forse aveva ragione lui, doveva parlargli magari aveva frainteso o almeno ci sperava.
"Cosa avrei fatto se non ti avessi incontrato" probabilmente disse la frase ad alta voce perché
Ade sorrise guardandola <saresti finita nelle grinfie di tua madre...oppure giù in un burrone> Mal sorrise con un brivido, se non fosse venuto adesso lei sarebbe morta o prigioniera, gli doveva davvero così tanto. No, gli doveva molto di più.
<Beh se io non ti avessi portato qui, ora saresti cibo per zombie> un altro mugolio provenì dalla sua direzione
<Non penso>
<Sbaglio o non potevi muoverti>
<Un modo per salvarmi la pelle lo trovo sempre. Possiamo verificarlo però >
<Cosa?>
<Il futuro alternativo>
<Davvero? >
<Le Moire vivono nel mio regno. Prima decidevano tutto loro ma adesso si sono stufate quindi creano vari destini a seconda delle libere scelte degli umani> disse prima di sedersi e poggiarsi una mano sul polso <e cosa ancora più bella non serve la magia> disse ridendo
Un cerchio di fuoco si creò in mezzo al prato, come poteva non richiedere magia.
<Cosa vuoi vedere?>
<Se non mi avessi salvato>
Ade chiuse gli occhi per poco, un immagine si formò nel cerchio di fiamme e Mal la seguì come un film. Vide lei che cadeva al suolo, veniva presa dagli zombie, Ben correva da lei, la liberava, entrambi vennero morsi poi nebbia nera.
<Uno zombie> disse Mal
<In eterno aggiungerei> disse Ade
<Se gli zombie non avessero distrutto la casa di Evie invece?>
<Vediamo subito>
Nel cerchio di fiamme altre immagini, loro salivano sull'elicottero, Mal, piuttosto che guardare giù e vedere lui che correva nel sangue, lo vide guardarli dal basso mentre si alzavano. In una fiammata le sua ali si ingrandivano, si alzava in volo superandoli e allontanandosi verso il mare. Mentre lui si allontanava la gente moriva di fame nei bunker e loro continuavano la loro vita bloccati nella base. Incontrarsi era necessario per sopravvivere.
<Dove te ne sei andato?>
<Non lo so> sorrise
<Era necessario averti con noi a quanto pare. Ti posso chiedere una cosa?> lui annuì <Perché mi hai protetto e non hai trasformato gli zombie>
<Perché non volevo aiutarvi a capire la maledizione all'inizio, vedere Auradon nel caos è stato piacevole lo ammetto e non potevo ucciderli come avevo fatto con gli altri, i bambini meritano di vivere senza eccezioni>
Quindi erano bambini quegli zombie? Mal lo guardò con occhi dolci, aveva un cuore.
<Cosa vuoi vedere?>
Ci pensò un attimo <se fossi rimasta con te in casa> disse infine, era stata la prima volta in cui si era imposta così fermamente.
Ade sospirò < so già come andrà a finire> disse prima di far tremare le fiamme.
Si vide stretta attorno a quel corpo rosso impresso bene nella sua mente, vide gli altri salire sull'aereo, vide Evie gridare di scendere e Ben che la tirava dentro. Era quello che aveva chiesto al futuro, era normale che Ben la abbandonasse ma era duro da vedere.
Ade le prese la spalle e per la prima volta sentì i suoni uscire dalle fiamme <non possiamo restare qui>
<Non puoi muoverti>
<Dobbiamo andare, morirai se stiamo qui>
Mal prese sottobraccio Ade, dalla mano di lui uscirono due lame nere notte, una per lei una per lui.
Si incamminarono nei boschi, Ade non reggeva tutta quella fatica e fu costretto a fermarsi molte volte. Vide lei che lo aiutava ad appoggiarsi per terra, ad inginocchiarsi al suolo per poi alzarsi con i denti stretti. Camminarono fino alla grotta che la Bestia aveva visto nella cartina. Vide lei che andava a cercare cose da mangiare, erbe per curarlo e acqua in abbondanza. Fino a quando le ferite non si rimarginarono. Auradon era ancora sotto l'apocalisse e Ben non era venuta a prenderla. Malefica la trovò e fu divisa tra andare con lei al suo castello o stare con Ade senza sapere dove.
Le immagini si fermarono proprio lì <cosa ho scelto?> chiese veloce
<Siamo nel mondo alternativo Mal, non c'è un futuro preciso, solo scelte. Ogni scelta implica un futuro diverso, hai scelto entrambi, hai scelto uno e non hai scelto nessuno contemporaneamente> le disse con un sorriso <sembra che ti debba la vita in un futuro parallelo ahah>
<In un passato>
<Passato, presente e futuro tutto insieme>
<E se...>la sua voce faticava ad uscire, Ade la guardò con un punto di domanda <e se ti avessi lasciato da solo? Cosa avresti fatto?>
Ade si prese il polso <vuoi davvero vederlo?>
<Tanto non succederà, non può succedere>
Sorrise prima di far vibrare le immagini. Ade disteso al suolo, loro che si allontanavano lontano. Gli zombie che si avvicinavano a casa, lui che si alzava in piedi premendosi le mani sui fianchi, vomitando sangue. Creò le stesse lame nere di prima e si addentrò nel bosco, percorse la loro stessa strada ma senza qualcuno che lo aiutasse a camminare, che lo aiutasse ad alzarsi o camminare dritto. Andava a sbattere contro gli alberi lasciando impronte rosse come le briciole di Hansel e Gretel. Continuava a camminare, cercando di evitare gli zombie, si rifugiò nella grotta dove crollò al suolo e arrivò lei.
Malefica apparve dall'apertura della grotta, lui la guardò con occhi di fuoco, provò a tirarsi su poggiando le mani al suolo non riuscendo a sollevare il suo corpo per più di qualche centimetro.
<Mi hai intralciato e adesso, caro il mio buon Ade, ti ridurrò in cenere>
Lo prese per un braccio e si teletrasportarono a casa di Malefica <è il suo castello, ecco dove si nasconde> urlò Mal vedendo le immagini
<Peccato che non si veda molto> disse Ade prima di guardare le immagini di lui buttato in un cerchio scavato nella roccia <fatti divorare da bravo> le risate di Malefica erano agghiaccianti anche attraverso le fiamme. Ade fu legato alle rocce, ondate di zombie si riversarono su di lui.
Mal chiuse gli occhi d'istinto <finiamola qui>
<No, voglio continuare...salta solo questa parte>
Ade le prese le mani strette sugli occhi <d'accordo, apri pure>
Ade saltò tutto e arrivarono quando loro entrarono nel castello di Malefica, erano armati fino ai denti e vogliosi di vendetta. Ade si girò sul fianco guardando verso l'alto, si sentivano le loro voci attraverso l'udito ovattato di Ade <è ancora vivo> disse Mal
<Ridotto all'osso> rispose Evie
<Finiamolo, meno uno> disse Ben prima di prendere il fucile e puntarlo verso di lei che guardava atterrita, verso gli occhi di Ade. Mal si vide mentre cercava di bloccare Ben, poi sentì lo sparo e tutto fu nero.
Mal si strinse la mano al cuore <ti abbiamo...>
Ade scosse la testa <non è finita>
Il buio riassunse colore, Ade si alzò in un castello pieno di polvere e ragnatele, completamente abbandonato, scheletri giacevano ovunque. Erano passati anni, le sue ferite avevano lasciato enormi cicatrici su tutto il suo corpo, su tutto il suo volto. Uscì in preda alla furia, Auradon prosperava, Mal e Ben insieme, ormai molto più grandi.
Ade portò la strage, vide Auradon bruciare tra le fiamme, vide i morti che tornavano in vita, e i vivi che non morivano, due angeli dalle ali colorate con il manto della notte si muovevano nel cielo portando distruzione insieme a mostri di ogni tipo. Ade uccise la famiglia reale e stava, con occhi iniettati di odio, per uccidere anche Ben quando Mal si mise in mezzo e lui si fermò, la ricordò mentre provava a fermare Ben. Allontanò la lama impaurito da lei e scappò via, volò via, portando via l'inferno.
<Questa è la versione migliore> disse Ade prima di staccare la mano dal polso
Mal aveva le lacrime agli occhi, poteva davvero accadere ciò, Auradon, Ade, Malefica, tutto distrutto?
Senza pensarci strinse Ade in una morsa continuando a piangere <sono felice di averti salvato> disse premendo il suo volto contro il suo petto.
Una mano le accarezzò i capelli <è solo l'impossibile> le disse <sono progetti falliti delle Moire, non possono più accadere>
<Lo so ma...> si alzò guardandolo in volto <sono felice lo stesso>
Ade le sorrise <sono felice anche io. Pare che, in un modo o nell'altro, siamo destinati a non odiarci>
Mal annuì <e mi va bene così>
Un fruscio lontano fece aumentare la forza con cui Ade la strinse <sono partiti>
Mal si staccò <era inevitabile, dirò che è colpa mia, mi assumerò tutte le responsabilità>
Lui le sistemò una ciocca dietro ai capelli <tranquilla>
Mal si sdraiò sull'erba in attesa che arrivassero e invece, prima di loro, arrivarono gli zombie. Forse avevano seguito gli elicotteri.
Ade la fece alzare in fretta e furia <veloce...arrivano>
<Non erano tutti al castello?>
< A quanto pare qualcuno era rimasto nelle montagne> disse afferrandole il polso <non ho la mia magia...devi correre più veloce che puoi> lei annuì prima di correre nella foresta seguita da Ade che si guardava dietro ogni secondo.
Fino a quando non la tirò indietro prima che un zombie le cadesse addosso <corri, vai scappa!> le disse spingendola verso la foresta libera
<Ma...>
Ade diede un calcio allo zombie <HO DETTO VAI>
Mal si girò correndo via più forte che poteva, non durò a lungo. Gli zombie apparvero anche di lato, sentì un dolore lancinante alla gamba che divenne fredda mentre spariva dalla sua coscienza cadendo a terra. Le gambe sembravano amputate, non lo sentiva più, per lei non c'erano più.
<MAL!> la voce di Ade entrò nella sua testa mentre gli zombie sparivano.
La afferrò e la strinse al suo corpo stringendosela al petto.
<Ade...> si toccò la gamba
<Non guardare> le disse prendendole la mano
<Fa male...>
<Tranquilla passerà, te lo prometto, ti guarirò...devo solo contattare la Bestia>
Mal prese il telefono dalla giacca <tieni>
Ade le fasciò la gamba con una foglia che aveva trovato <tranquilla, ci sono io> le disse poggiandole la testa sulla sua spalla e allungandole le gambe sull'erba.
Prese il telefono chiamando la Bestia, Mal appoggiò il suo volto sul suo petto, era così caldo...lei sentiva così freddo. Cosa stava accadendo? Non sentiva più il suo stomaco.
<Mal!> la voce di Ben al telefono squillò <dove...>
<Sono io, ho bisogno di parlare con la Bestia, subito! Mal è in pericolo>
<Ade...sono qua>la voce di Ben fu interrotta da quella del padre
<Levami i bracciali, in fretta>
<Scordatelo>
<Mal è stata morsa, muoviti>
<Cosa?...scordatelo...ma papà...ho detto di no Ben>
<Volete lasciarla in questo stato?> gridò Ade stringendola ancora a sé, faceva sempre più freddo, lei diventava sempre più fredda.
<La trasformerai dopo, non ti tolgo nulla>
<Giuro di non scappare, giuro di obbedirti ma ti prego levami questi affari brutto stronzo>
<Scordatelo...puoi trasformarla, di più non posso>
<Figlio di puttana> disse quando la Bestia chiuse la chiamata
<Mi trasformerò quindi> Mal aveva una tale paura che non riusciva neanche a esprimersi
Ade la avvolse con le sue braccia <ci sono io, andrà bene vedrai> la sua mano le riscaldava la guancia. I polmoni erano duri. Facevano male.
Si strinsero ancora di più, il corpo di Mal si fece a poco a poco più freddo, più insensibile, sentì un formicolio, un energia sparire... poi fu tutto nero.
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Sinfonia degli Abissi [Descendants]
FantasiaTra le mura scintillanti di Auradon, un'ombra inattesa si insinua nell'aria impregnata di magia. Ade, il signore degli inferi, emerge da un passato oscuro, portando con sé non solo il peso delle tenebre ma anche la sfumatura di un'anima in cerca di...