Dopo la conversazione con Ben, Mal si rese conto che non poteva più evitare i suoi doveri reali. Doveva affrontare le sue responsabilità con la stessa determinazione con cui aveva sempre affrontato le sfide della sua vita. Così, iniziò a partecipare attivamente agli impegni reali, presenziando agli eventi e ai gala che prima aveva preferito evitare.
Uno di questi eventi si rivelò particolarmente importante: un gala di beneficenza organizzato per raccogliere fondi a sostegno delle vittime dell'apocalisse e per aiutare nella ricostruzione delle aree devastate. La serata era stata annunciata come uno degli appuntamenti più prestigiosi dell'anno, e tutte le figure di spicco dell'aristocrazia di Auradon erano presenti. Era un evento cruciale, non solo per il regno, ma anche per l'immagine di Mal.
Il palazzo era stato trasformato per l'occasione. Le grandi sale brillavano di luce dorata, con sontuosi candelabri che pendevano dai soffitti alti e drappeggi di seta che adornavano le pareti. Tavoli lunghi, ricoperti di tovaglie ricamate e decorati con fiori freschi, erano disposti in maniera impeccabile. Al centro della sala principale, un'orchestra suonava melodie eleganti, mentre gli ospiti, vestiti con abiti sontuosi e gioielli scintillanti, si muovevano con grazia, scambiando saluti e sorrisi di circostanza.
Mal, avvolta in un abito da sera che metteva in risalto i suoi occhi, si sentiva come un pesce fuor d'acqua. Mentre camminava tra gli ospiti, cercando di mantenere un sorriso tranquillo, non poteva fare a meno di sentirsi osservata. Sapeva che ogni sguardo era un giudizio, ogni sorriso poteva nascondere una critica. Sentiva il peso delle aspettative su di sé, e la consapevolezza di essere giudicata per ogni gesto la faceva sentire insicura.
Questo non era il suo posto, le maniere di corte, i pettegolezzi, le insidie e gli inganni, niente di tutto ciò che sapeva di questo poteva adattarsi ad una situazione così regale e lontana.
Si fermò a parlare con alcune delle figure più influenti della serata, rispondendo con cortesia alle loro domande, ma la sua mente era altrove. Pensava alle famiglie che attendevano un miracolo da Ade, al futuro incerto che pendeva su di loro, e alla responsabilità di mantenere la fiducia del regno. Ben la raggiunse, dandole il suo sostegno silenzioso accanto a lei, ma nemmeno la sua presenza riusciva a dissipare l'ansia che le attanagliava il cuore.
Mentre si muoveva tra gli ospiti, Mal non poteva fare a meno di chiedersi se stesse davvero facendo la cosa giusta. Si preoccupava che il gala potesse non essere sufficiente a far cambiare idea a coloro che dubitavano di lei. E se non fosse stata all'altezza? Se avesse deluso il regno e, peggio ancora, Ben?
Questi pensieri la consumavano, e più la notte andava avanti, più Mal sentiva crescere la pressione. Voleva dimostrare a tutti che poteva essere una buona regina, che poteva assumersi le sue responsabilità e proteggere il regno, ma le sue paure continuavano a tormentarla. Alla fine della serata, mentre gli ospiti cominciavano a congedarsi, Mal si ritrovò a osservare il riflesso del suo volto in uno dei grandi specchi della sala. Il sorriso che aveva indossato per gran parte della serata si era affievolito, sostituito da un'espressione pensierosa e stanca.
Quel gala non era solo un evento sociale. Per Mal, era una battaglia silenziosa contro i suoi demoni interiori, contro le insicurezze e i dubbi che la tormentavano. Sapeva che la strada da percorrere era ancora lunga, ma quella serata, con tutto il suo sfarzo e la sua pomposità, le aveva ricordato quanto fosse importante continuare a lottare per ciò in cui credeva, anche quando la paura minacciava di sopraffarla.
Ma gli impegni reali non erano tutto. Per tutta la serata non era riuscita a distogliere il pensiero dalle famiglie dei giovani morti nella torre. Quelle vite spezzate erano un fardello che lei sentiva di dover portare. Ogni volta che pensava a loro, il senso di colpa le serrava il petto. "Non potevo fare di più? Avrei potuto evitare tutto questo?"
Queste domande la tormentavano, ma allo stesso tempo la spingevano ad agire.
Così, decise di avvicinarsi a quelle famiglie, di ascoltare il loro dolore e di offrire il suo sostegno. Mal sapeva che nessuna parola avrebbe mai potuto sanare le ferite che portavano nel cuore, ma sentiva l'urgenza di fare qualcosa, di mostrare che non erano sole nel loro lutto. "Devo dimostrare che le loro perdite non saranno vane, che i loro cari non saranno dimenticati. Sperando che vengano inseriti nei libri di storia per essere stati resuscitati"
Mal si impegnò in attività di beneficenza, organizzando incontri, aiutando nella ricostruzione delle vite spezzate, e garantendo che le famiglie ricevessero l'assistenza di cui avevano bisogno.
Ma non si fermò qui. C'erano anche le famiglie più bisognose di Auradon, quelle che vivevano ai margini di quel mondo splendente. Mal si rendeva conto che non tutti avevano avuto la fortuna di crescere in un ambiente privilegiato, lo aveva visto sull'isola e non volva vederlo anche lì "Come posso ignorare la sofferenza di chi ha così poco, quando io stessa vengo da un luogo di privazioni e difficoltà?" Questa domanda le risuonava continuamente nella mente, spingendola a cercare modi per migliorare le condizioni di vita di queste famiglie. Furono quelle le stesse parole che disse a Ben chiedendogli carta bianca su qualche attività e lui non se lo fece ripetere.
Organizzò raccolte fondi, collaborò con le autorità locali e coinvolse i cittadini più abbienti di Auradon per offrire un sostegno concreto. Per Mal, non si trattava solo di doveri regali, ma di una missione personale. "Non posso chiudere gli occhi di fronte alla sofferenza, devo fare tutto il possibile per aiutare." Sentiva di dover restituire qualcosa, di fare del bene per riparare ai mali del passato.
Infine, c'erano i ragazzi che si erano trasferiti ad Auradon, ma che non riuscivano a sentirsi parte di quella comunità. Mal li comprendeva meglio di chiunque altro. Anche lei, all'inizio, si era sentita estranea in quel mondo di perfezione e bellezza, dove ogni cosa sembrava lucida e scintillante. "So cosa significa sentirsi un'estranea, non essere accettata. Non posso permettere che anche loro vivano questa solitudine." Con questo pensiero, Mal iniziò a frequentare questi ragazzi, parlando con loro, ascoltando le loro preoccupazioni e aiutandoli a integrarsi.
Organizzò eventi dove questi giovani potessero esprimersi liberamente, dove potessero sentirsi visti e ascoltati. <Auradon non è solo per chi è nato qui. È per tutti noi, anche per chi arriva da lontano.> Era convinta che il futuro di Auradon dipendesse dalla capacità di accogliere e valorizzare le differenze, e lavorò instancabilmente per garantire che nessuno si sentisse escluso.
Le giornate erano lunghe e faticose, ma Mal sapeva che era tutto necessario. Ogni piccolo passo verso la ricostruzione, ogni gesto di gentilezza e ogni parola di conforto erano per lei un modo di rispondere alla chiamata del suo cuore. "Non posso cambiare il passato, ma posso fare la differenza ora. Posso essere la regina che questi tempi difficili richiedono." Con questo pensiero, Mal continuò a dedicarsi con tutta se stessa al suo popolo, determinata a costruire un futuro migliore per tutti.
Ma non si dimenticò del resto, del suo obbiettivo, dell'isola. Due ragazzi avevano abbastanza iniziativa per renderlo possibile. Fu per questo che si presentarono da Mal durante scuola con un foglio, un computer e un idea.
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Sinfonia degli Abissi [Descendants]
FantasiaTra le mura scintillanti di Auradon, un'ombra inattesa si insinua nell'aria impregnata di magia. Ade, il signore degli inferi, emerge da un passato oscuro, portando con sé non solo il peso delle tenebre ma anche la sfumatura di un'anima in cerca di...