Tutti i presenti voltarono il loro sguardo, in alto, sui capitelli raffinamente decorati delle colonne, una figura nera se ne stava tranquillamente seduta, quasi sdraiata sul marmo che perdeva i suoi colori nel fascio non illuminato dal grande lucernario. Una gamba lasciata pendere nel vuoto come se non temesse di cadere di sotto, un gesto di comodità che affrontava il re e le guardie già rese inutili dall'arrivo di Malefica. Come potevano delle armi comuni battere una magia maledetta di una strega tra le più potenti?
<Chi diavolo sei? Come ti permetti di interrompere questo ricongiungimento familiare eh?> urlò Malefica traboccante di furia, il suo scettro puntò la figura < Vattene subito o ti faccio sparire...così come farò con voi>, il suo ghigno mentre si girava verso di loro poteva congelare il ghiaccio stesso.
Il silenzio, tutto ciò che rimase, Ben posò la sua mano sulla spalla di Mal, la tirò indietro, la tirò a sé. Evie di fianco a lei le strinse la mano <Cos'è quello?> chiese sottovoce, la mano tremante di Mal non passava inosservata.
<Non lo so...ha...la sua aura...è terrificante...la sua aura è...è più grande di quella di Malefica> ciò che disse la Fata lì lasciò increduli, era davvero possibile che esistesse una cosa simile, un essere simile.
Il silenzio che si era creato fu rotto da un fruscio proveniente dalle colonne, il tempo di alzare lo sguardo e li non vi era più nessuno.
<Dove sei andato codardo....non nasconderti da me> la voce calma di Malefica arrivò alle loro orecchie poco prima dell'apparizione, nel centro della navata che Ben stava percorrendo solo pochi minuti prima, della figura.
Un uomo con due occhi di un verde così brillante che accecava il sole stesso. Capelli corti e sbarazzini di un blu caldo.
Le sue grandi ali nere, spiegate con maestria, frusciavano nell'aria con una grazia oscura. La giacca nera, era aperta come un mantello di mezzanotte, rivelava un busto scolpito dal potere e modellato dalla forza, un'opera d'arte dipinta con l'inchiostro dell'oscurità.
Ogni muscolo, anatomicamente perfetto, era definito con una precisione che trasudava potenza e autorità. I contorni di spalle larghe e petto possente emergevano dall'oscurità, mentre le ombre accentuavano la sinuosità dei suoi addominali scolpiti. Un equilibrio magistrale tra potenza e grazia. I tratti oscuri del suo corpo, resi più intensi dalla luce filtrante dall'alto, delineavano la sua figura. Ogni muscolo, dall'avambraccio robusto alla linea accentuata della spalla, era un testamento alla forza primordiale che risiedeva in lui. Il torso nudo, privo di qualsiasi indizio di debolezza, era come un manifesto di potenza. La sua presenza, come un dio caduto, permeava l'aria di una bellezza tenebrosa, un'entrata che catturava lo sguardo e comandava rispetto.
Ogni sinuosità del suo corpo si traduceva in un maestoso gioco di ombre e luci, delineando la potenza e la grazia inestricabilmente intrecciate. I suoi muscoli, tesi come corde di un arco, narravano di una forza antica e di un potere insondabile come rocce modellate dall'arte stessa della creazione, si contraevano con ogni movimento, emanando un'aura di forza pura che permeava l'aria intorno a lui. La luce danzava sulle curve dei suoi bicipiti, svelando un equilibrio perfetto tra potenza e agilità. Ogni movimento era una sinfonia di forza concentrata, e i tratti del suo corpo erano disegnati con precisione, come se fosse scolpito nel marmo delle leggende.
In piedi al centro della navata, questo essere alato incarnava un'armonia di forza bruta e grazia oscura. La sua presenza era un'ode alla fisicità trascendentale, un richiamo silenzioso a un mondo dove la forza era scolpita nell'essenza stessa dell'individuo. Irradiava un magnetismo enigmatico, mentre le ali, nere come la notte, si stagliavano contro la luce diffusa, ampie e maestose come il chiarore di un'eclisse, simbolo di potere incommensurabile. Una presenza che convertiva il semplice spazio in un palcoscenico dove la sua figura, carica di mistero e potenza, dominava l'attenzione di chiunque avesse la fortuna di trovarsi nel suo raggio d'azione.
<Tu!> la voce calma di Malefica si era trasformata in una di rabbia e incredulità.
<Ciao Malefica> disse l'uomo piegando le sue ali sulla schiena e facendole sparire in una fiammata del colore dei suoi capelli.
<Come hai fatto ad uscire?> la Bestia urlò dal suo rialzo, aveva una furia e una paura che Mal non aveva mai visto ad Auradon.
L'uomo rise appena, Mal non capiva, chi era, come mai persino la Bestia sembrava conoscerlo?
<Nello stesso modo in cui è uscita lei> rispose incrociando le braccia muscolose al petto < Qualcuno ha lanciato un incantesimo contro la barriera e si è rotta. Ho approfittato di un vostro passo falso>
< E perché sei venuto proprio qui? Non vedi che ho da fare, lasciami in pace....oppure vuoi vendicarti anche tu? Queste sono le MIE prede> Malefica non sembrava intimorita anzi solo infastidita.
<Non mi interessano> le rispose secco
Mal si girò verso la Fata ridandole subito la bacchetta, conosceva sua madre, stava per accadere qualcosa di brutto.
< Non credo servirà a molto> le disse lei riprendendola con sconforto
Mal non seppe cosa risponderle se non con un < Come?>
< Nessuna fata può battere un dio, specialmente quel dio. Ade non è alla mia portata>
La mente di Mal esplose, quel tizio che tutti conoscevano, che era fuggito e che aveva un enorme aura era Ade, il dio degli Inferi, il cattivo più forte sull'isola.
< E allora vattene su muoviti, svolazza via...ADESSO> Malefica usò il suo scettro, una scia verde colpì il terreno sotto Ade, un tornado di fiamme verdi e pericolose come acido si abbattè al centro della navata sciogliendo persino il soffitto.
Mal e Evie restarono a bocca aperta mentre Carlos saltava in braccio a Jay per la paura.
Sua madre era in grado di fare ciò?
<Oh perfetto> disse Malefica quando il tornando si fu estinto < è stato facile farlo fuori>
< Molto facile> la stessa voce profonda parlò alle loro spalle, seduto sul trono della Bestia con le gambe accavallate e la mano poggiata sulla sua guancia come un tiranno sul suo trono d'ebano, Ade sorrideva come per prendere in giro non solo Malefica ma anche il potere di Auradon. La Bestia e Belle indietreggiarono fino al loro gruppo, erano circondati.
< Come hai fatto?>
< Sono più veloce, mi sembra ovvio>
< Tu brutto...> la frase di Malefica fu fermata da un pensiero <so perfettamente che ti vuoi vendicare della Bestia>
< Nah, per questa cosuccia li lascio stare ma badate bene...> gli occhi guizzarrono verso la Bestia < un altro passo falso e vi porterò con me in un tour dei re del passato>
<Uhh così magnanimo...ora levati da lì> gli ordinò Malefica
< Perché te la prendevi con loro?> disse Ade fermo, ignorando platealmente Malefica, un cattivo in tutto e per tutto, negli stivali neri e nello sguardo, eppure parlò con voce compassionevole.
< Perché? Non sono affari tuoi...> gli occhi verdi del Signore degli Inferi brillarono come stelle < avevano un compito, darmi la bacchetta e ora si rifiutano, contento?>
Gli occhi di Ade si spostarono e si conficcarono nelle pupille di Mal che non sapeva più cosa pensare, vedeva solo il loro colore accecante.
<Come mai non hai obbedito?>
A quella singola domanda una forza enorme prese a scorrere nel suo corpo e vomitò tutti i suoi pensieri senza un filtro < Auradon mi piace, qui sto bene, ho vissuto una vita normale con dei compagni, sono andata a scuola e ho fatto i biscotti. Qui sto bene e ci voglio restare con tutti loro e... con Ben. Bramo la libertà di Auradon.>
Gli occhi di Ade si spensero < e tu pensi che Auradon possa darti la felicità eterna?>
Mal prese un grande respiro prima di parlare < non lo so ma ci voglio provare>
Per la prima volta vide un sorriso quasi di tenerezza sul quel viso, come se lei gli ricordasse qualcuno, fatto ciò si alzò e scese le scale con calma studiata. La Fata e Belle si fecero da parte per farlo passare. Non li guardò neanche, guardò solo lei < se sei convita è giusto che tu segua questa strada. Il futuro non lo potete prevedere d'altronde. Vi lascio alla vostra cerimonia> riprese a camminare passando di fianco a Malefica con noncuranza.
<Torniamo a noi allora, datemi la bacchetta> urlò caricando il suo scettro, un getto di fiamme verdi partì dalla pietra. Quel getto velenoso era lo stesso che aveva sciolto il soffitto, lo vedeva avvicinarsi sempre di più. Gli incantesimi passarono nella sua mente ma niente che le sarebbe tornato utile, come poteva fermarlo?
Un getto esile e bianco provò a bloccarlo, la Fata stava resistendo con tutte le sue forze... che finiro pochi secondi dopo.
Le fiamme avanzarono spedite, la vita scorreva davanti ai loro occhi che si chiudevano come per scacciare un brutto sogno.
Un botto...e nulla...non successe nulla, non sentiva nulla di diverso. Aprì gli occhi con calma, le fiamme erano sparite, solo il vuoto tra loro e una Malefica incredula.
<Ho detto che li lasciavo in pace, non che li avrei lasciati nella tue grinfie>
Ade dietro a Malefica riaprì le ali nere con sorriso sgembo <Adeeeee> l'unico urlo che precedette il caos.
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Sinfonia degli Abissi [Descendants]
FantasiTra le mura scintillanti di Auradon, un'ombra inattesa si insinua nell'aria impregnata di magia. Ade, il signore degli inferi, emerge da un passato oscuro, portando con sé non solo il peso delle tenebre ma anche la sfumatura di un'anima in cerca di...