Cap 39: Ludwin

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Ben si aggirava tra la folla elegante, ma la sua mente era altrove. La musica continuava a risuonare, le risate e le conversazioni si intrecciavano, ma lui sapeva che il tempo stringeva. Se non riuscivano a conquistare almeno uno dei membri chiave del consiglio, l'intera idea di Mal poteva fallire prima ancora di essere presentata. Si era preparato mentalmente per quel momento, sapeva che sarebbe stato difficile, ma non poteva permettersi di lasciare che la tensione lo dominasse. Doveva essere calmo, sicuro di sé, e soprattutto convincente.
Era giunto il momento che aveva aspettato per tutta la serata. Le persone si stavano ritirando, pronte a concedersi una pausa prima della sontuosa cena serale. Il momento perfetto per parlare con il consiglio senza la distrazione della folla e delle formalità.
Si voltò verso Mal, che sembrava ancora immersa nei suoi pensieri. Aveva la fronte leggermente corrugata, un chiaro segno di tensione.
<Mal> disse Ben con tono rassicurante, prendendola dolcemente per mano. «Credo sia il momento giusto. Ci sarà una lunga pausa ora, e il consiglio sarà più rilassato. Possiamo parlare con loro prima che si preparino per la cena.»
Mal lo guardò per un momento, il suo cuore battendo più forte all'idea di quel passo tanto atteso. Parlare al consiglio significava aprirsi al giudizio di persone potenti, alcune delle quali erano scettiche nei confronti della sua idea. Ma Ben aveva ragione: questo era il momento opportuno.
<Hai ragione> rispose Mal, annuendo mentre cercava di raccogliere le sue forze
<Ludwin è il più influente tra loro, se lo convinciamo, gli altri lo seguiranno. Iniziamo da lui.> Ben le rivolse un sorriso incoraggiante, stringendo brevemente la sua mano in segno di sostegno <So che sei pronta per questo. Non preoccuparti, tutto andrà bene. Hai lavorato duramente per questo momento>
Con un profondo respiro, Mal si alzò e insieme si avviarono verso Ludwin, un anziano consigliere vestito di velluto scuro, con l'aria autorevole che trasmetteva un’aura di saggezza e potere. Ben prese l'iniziativa, avvicinandosi con passo deciso ma rispettoso.
<Ludwin> iniziò Ben con voce calma ma ferma, <possiamo rubarvi qualche minuto del vostro tempo? Mal ha una proposta che pensiamo possa essere davvero rilevante per il futuro di Auradon>
Il consigliere alzò lo sguardo, osservando con interesse i due giovani. Era un uomo che raramente si faceva influenzare dalle apparenze o dalle emozioni. Il suo volto, segnato da rughe d'esperienza, rimase impassibile mentre rispondeva con un leggero cenno del capo.
<Siete sicuri che questo sia il momento giusto?> chiese Ludwin, con un tono che sembrava quasi mettere alla prova la loro determinazione <Il consiglio si riunirà ufficialmente domani>
Ben non si lasciò scoraggiare, mantenendo il suo tono rispettoso ma deciso <Pensiamo che sia il momento ideale, prima della cena. Non vogliamo rubare troppo tempo, ma crediamo che questa proposta debba essere discussa in un ambiente più disteso, prima che l’agenda del consiglio diventi troppo fitta>
Ludwin sollevò un sopracciglio, mostrando una leggera curiosità. Mal, nel frattempo, osservava attentamente ogni suo movimento, cercando di decifrare i suoi pensieri. L’aria nel salone sembrava farsi più pesante, come se l’intera discussione dipendesse da quel singolo momento.
Ben continuò <Il progetto che Mal vuole proporre riguarda un'iniziativa che potrebbe migliorare la collaborazione tra Auradon e l’isola. Un’idea che potrebbe rafforzare i legami, soprattutto con la recente tensione politica. Crediamo fermamente che possa portare benefici a lungo termine>
Ludwin si fermò un momento, incrociando le braccia mentre ascoltava attentamente. La sua espressione era imperscrutabile, ma Ben sentiva che ogni parola contava. Doveva dimostrare che questa non era solo una fantasia di Mal, ma un progetto ben pensato, che avrebbe potuto funzionare.
<E pensate che il consiglio sarà disposto a considerare una proposta del genere?> chiese Ludwin, il tono ancora misurato <Soprattutto dopo... gli eventi recenti?> Non aveva bisogno di specificare a quali eventi si riferisse. L’incidente alla Torre aveva lasciato cicatrici profonde, e molti ancora dubitavano della buona fede di Ade e del suo coinvolgimento nelle vicende.
Ben annuì, accettando la difficoltà della situazione <Siamo consapevoli che ci sono molte riserve, ed è proprio per questo che vogliamo che Mal abbia l’opportunità di spiegare la sua visione direttamente al consiglio. Crediamo che se le verrà data la possibilità di presentare il progetto, molti potranno vedere il potenziale beneficio che ne potrebbe derivare. Questo non è solo un piano per migliorare i rapporti, ma per costruire un futuro migliore per tutti.
Ludwin rimase in silenzio per qualche istante, poi guardò Mal negli occhi <Bene> disse infine, il tono leggermente più morbido <Sembra che abbiate qualcosa di interessante da dire. Vediamoci dopo la cena, verrò a chiamarvi. Ho visto o meglio, non c’è nessuno che non abbia visto, che avete portato Ade con voi>
<Si esatto> iniziò Mal <è…>
<Non mi interessa il motivo con tutto il rispetto> iniziò <ma portatelo con voi quando esporrete la vostra idea ora se volete scusarmi vado a radunare gli altri per comunicargli questo impegno>
Con un cenno d’assenso, Ben e Mal si allontanarono, sentendo il peso di una piccola vittoria.
Mal e Ben tornarono dal breve incontro con Ludwin, il membro del consiglio, i volti tesi ma risoluti. Entrando nella sala dove li attendevano Ade, Evie, Lucian, Eliza, Jay, Carlos e il resto del gruppo, l’atmosfera diventò subito più seria. Tutti sapevano quanto fosse importante quella conversazione e attendevano notizie con una certa impazienza.
<Abbiamo parlato con Ludwin> iniziò Ben, rompendo il silenzio <Il consiglio è disposto ad ascoltarci, ma... c’è un dettaglio in più. Vogliono che Ade sia presente. Vogliono vedere tutti noi, insieme.>
L’annuncio fece scendere un velo di silenzio tra i presenti. Mal annuì, facendo eco alle parole di Ben <Sono molto critici sulla nostra proposta. Non credono che il mio progetto possa realmente aiutare Auradon. Sono convinti che la collaborazione con l'Isola sia una strada rischiosa... E non sono sicuri che funzionerà>
Lo sguardo di Mal si spostò su Ade, che era rimasto in disparte, con le braccia incrociate e un’espressione impassibile. Ma dietro la sua facciata di sicurezza, i suoi occhi tradivano una sottile tensione. Non disse nulla per un momento, ma la sua presenza, come sempre, dominava la stanza. Gli occhi di tutti, specialmente delle nobildonne incontrate poco prima, lo seguivano con un misto di timore e attrazione.
<Mi immaginavo che sarebbe stato così> disse Ade infine, con voce bassa e controllata <Ludwin e il consiglio non si fidano di me. E questo non mi sorprende>
Evie lanciò un’occhiata preoccupata a Mal, che a sua volta stava osservando Ade con una certa apprensione <Non è solo una questione di fiducia> intervenne Mal <è il fatto che vedono il mio progetto come una scommessa. Ma se non siamo uniti, non abbiamo possibilità di convincerli>
Ade fissò il pavimento per un attimo, poi alzò lo sguardo verso Mal, il volto sempre impassibile, ma gli occhi tradivano una leggera ombra di paura, una vulnerabilità che raramente mostrava. <Farò la mia parte> disse <ma non posso garantire che riuscirò a convincerli. Non so nemmeno se mi ascolteranno sul serio>
Carlos, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, sussurrò <Siamo con te, Ade. Faremo tutto il possibile.>
Jay, invece, si alzò con una determinazione visibile <Basta che tu sia presente. Il resto lo gestiamo noi>
Ade fece un lieve cenno con la testa, come per ringraziare, ma rimase in silenzio. Dietro quella calma apparente, l’insicurezza e la paura dell'ignoto erano palpabili. Sapeva che il consiglio lo giudicava non solo per il suo passato, ma per la tragedia che aveva colpito la torre, e che qualsiasi cosa avrebbe detto o fatto, sarebbe stata osservata con il massimo sospetto.
Mal si avvicinò a lui, cercando di rassicurarlo <So che sembra tutto contro di noi, ma dobbiamo tentare. Non sei solo.>
Ade ricambiò il suo sguardo, lasciando che solo per un momento quel muro che aveva eretto crollasse leggermente <Non ho paura di loro> mormorò <È solo... non so se potrò aiutarti davvero questa volta>
Mal guardò Ade, il suo sguardo preoccupato, ma non vacillante <Non mi serve che tu faccia tutto> rispose, la voce dolce ma ferma <Mi basta che tu sia qui, con noi. La tua presenza può fare più di quanto tu creda.>
Il silenzio nella stanza era palpabile. Nessuno osava parlare, nemmeno Evie, che normalmente trovava sempre qualcosa da dire per alleviare la tensione. Carlos abbassò lo sguardo, chiaramente nervoso per la piega che le cose stavano prendendo. Jay si passava una mano tra i capelli, pronto ad affrontare qualsiasi sfida, ma consapevole che questa non era una battaglia fisica.
Ade fece un respiro profondo e si voltò verso Ben <Parlerò al consiglio. Dirò loro quello che devono sentire, ma non aspettatevi miracoli. Se hanno già deciso di condannarci, non so quanto potrò fare per cambiare le loro opinioni.>
Ben annuì <Non è solo una questione di convincerli. È di dimostrare che siamo uniti. Sanno che senza te, Mal e il resto del gruppo, non avremmo superato molte delle difficoltà che abbiamo affrontato. Anche se molti sono scettici, dobbiamo far vedere che abbiamo un piano, e che tu ne fai parte. Tu sei la prova che questo progetto può funzionare.>
Mal si avvicinò ad Ade, posandogli una mano sul braccio <Siamo insieme in questo> mormorò <E insieme possiamo farcela. Lo abbiamo già fatto>
Ade abbassò lo sguardo sulla mano di Mal e, per un istante, il peso delle sue paure sembrò sciogliersi. Il suo sguardo si addolcì, ma solo per un momento <Non sono sicuro di meritare tutto questo> confessò a bassa voce, quasi solo per lei.
Mal gli strinse leggermente il braccio, con un sorriso incoraggiante <Meriti più di quanto tu creda.>
Dopo un attimo di silenzio, Ade annuì <Va bene> disse infine <Affronterò il consiglio. Ma non farò promesse che non posso mantenere.>
La tensione nella stanza si sciolse leggermente, anche se tutti sapevano che la vera prova doveva ancora arrivare. Il consiglio non sarebbe stato facile da convincere, ma almeno ora sapevano che avrebbero affrontato quella sfida insieme.
<Quando lo faremo?> chiese Jay, rompendo finalmente il silenzio.
Ben guardò l’orologio <La pausa per prepararsi alla cena durerà un paio d'ore. Avremo il tempo per prepararci, e poi affronteremo il consiglio appena prima dell’inizio della cena. Dobbiamo essere pronti>
<Lo saremo> rispose Mal, con una sicurezza che, in quel momento, sentiva solo a metà. Ma guardando il gruppo che la circondava – Ben, Evie, Ade, e tutti gli altri – sapeva che non avrebbe affrontato questa sfida da sola.

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