Cosa era accaduto? Mal non sapeva darsi una spiegazione di ciò che si ritrovò davanti agli occhi. Sua madre infuriata come mai l'aveva vista prima d'ora e come non la vedrà mai in vita sua. Aveva afferrato il suo scettro, le nocche sbiancarono da quanto lo strinse. In un attimo sparirono entrambi.
Vuoto, nulla c'era più in quella cattedrale, tranne loro. Sembrava che il tempo avesse smesso di muoversi eppure, poco dopo, eccoli ritornare. Ade e Malefica riapparvero, dal nulla, così come erano arrivati, fermi, fissi uno davanti all'altro.
Cosa era successo in quel lasso di tempo?
La risposta non arrivò nella sua mente, chissà perché sapeva che non doveva indagare oltre.
Lo scontro seguì come la morte di una stella, confusionario e preciso. Fuoco blu inglobava fumo verde e scariche color dell'acido. Il duello si svolgeva tra fiamme blu danzanti e un fumo verde avvolgente, come una coreografia di un potere elementare. Le fiamme, scintillanti come stelle inesplose, illuminavano la luce, mentre il fumo verde si contorceva con un'eleganza sinistra, avvolgendo tutto ciò che incontrava.
Ogni scintilla di fuoco e ogni serpentina di fumo si intrecciavano in un intricato balletto, come forze opposte che cercavano di dominare l'altro. Le fiamme, ardenti con un calore celeste, sprizzavano scintille di energia, mentre il fumo verde avanzava con una fermezza insidiosa, avvolgendo e attenuando la luce delle fiamme.
Il suono del combattimento era uno spettacolo sinfonico di scoppi e sibili, mentre il soffitto si riempì di un'aura surreale. Il contrasto tra il blu ardente e il verde misterioso dipingeva uno spettacolo visivo di magia in lotta, in cui l'energia si scontrava e si fondeva in un'esplosione di colori e potenza che giunse al suo culmine con un rombo sordo e una trasformazione.
Successe tutto in velocità. Il drago Malefica, aprì ancora di più lo squarcio che già si era aperto nel soffitto, Ade ne uscì alla svelta volando fuori guidato da ali nere in netto contrasto con il chiarore di quel cielo sempre sereno. Il drago lo seguì e sparirono definitivamente alla loro vista.
<Dove vanno?> chiese Carlos scendendo finalmente dalle braccia di Jay
< Non lo so. Ben guarda cosa è accaduto, ti avevo avvertito dei pericoli di aprire la barriera. Guarda cosa è accaduto, Malefica, Ade, sono in giro, a zonzo per il regno. Hai idea di quanta fatica abbiamo fatto per prendere quel dio?> la Bestia aveva perso le staffe, eppure diceva cosa giuste.
Jane aveva preso la bacchetta da sua madre perché aveva incontrato lei, la figlia di Malefica, che le aveva dato, per un istante, il posto che bramava.
Ben abbassò lo sguardo, sul cuore di Mal si adagiò un macigno, senso di colpa, inadeguatezza, disprezzo...colpa e solo colpa. Poteva rimediare a ciò che era avvenuto per la sua esistenza? Perché voleva rimediare? Teneva così tanto ad Auradon, anche se era lì da così poco, da voler far sì che restasse intero, invariato così come l'aveva accolto.
<Non essere così crudele, era una cosa imprevedibile> cercò di calmarlo Belle
< L'imprevedibilità era il massimo quesito di far venire qui da noi i figli dei cattivi dovevi...> la frase, il rimprovero, rimasero sospesi nell'aria densa della cattedrale.
Qualcosa cadde, o meglio, piombò con un tonfo poco davanti a loro. Malefica si rialzò tra la polvere, Ade davanti a lei spuntato da chissà dove.
<Perché li vuoi proteggere? Non li vuoi punire, sai cosa mi importa ma perché proteggerli? A che pro?> urlò Malefica, il suo tono era diverso da qualsiasi avesse mai udito. Era il tono della paura?
Ade, esattamente tra loro e Malefica, si alzò con calma chiudendosi le ali sulle spalle. Mal vide le sue spalle che nascondevano sua madre.
<Guardali> continuò Malefica <quei piccoli bambini capriccosi che mordono la mano di chi lo ha nutriti>
La testa di Ade si inclinò di lato con la stessa lentezza con cui le parole di sua madre entravano nella sua testa e venivano elaborati <e quindi?> disse con una tale calma piatta.
Malefica digrignò i denti <tu non vuoi proprio capire. MAL!> il viso di sua madre spuntò appena dal lato del dio quando si sporse in avanti come una risposta automatica al richiamo di sua madre <Non posso credere che tu stia ignorando completamente il percorso che ho stabilito per noi. Ho investito tempo ed energia per garantirci, per garantire a me, un futuro migliore, e tu lo tradisci. Riconsidera le tue scelte, Mal, perché questa strada non porterà a nulla di buono. Non è ciò che vuoi, non è ciò che sei>
<Madre...tu non sai cosa sono e cosa voglio, non lo hai mai saputo e non ti è mai interessato>
<Io ti conosco, tu non sei come queste principessine cotonate di rosa. Non sogni il principe azzurro e non fai sogni ridicoli di balli e vite rivolte agli altri quando la prima cosa che fanno è voltare le spalle a chi non gli va a genio. O mi sbaglio? Non sono stata invitata ad una cerimonia perché? Perché ero diversa da loro, così come le sei tu. Questo non è il tuo posto>
Mal non sapeva come risponderle, era diversa ma solo per quello doveva allontanarsi da loro. Ben le voleva bene, avrebbe continuato oppure avrebbe smesso ad un certo punto. No, Ben non ne era capace.
Mal non potè rispondere, Ade la fermò prima <Bisogna lasciarli fare. Tu non hai in mano il futuro Malefica così come non lo hanno loro>
<Oh stai zitto tu, a volte parli come un oracolo>
Ade sorrise <un oracolo che conosce passato, presente e futuro a differenza di una strega che si crede una divinità>
<Oh si qui abbiamo un vero dio in carne ed ossa. Mal o vieni con me ora oppure stai pur certa che questa strada che hai preso diverrà tetra quanto la notte. Scaglierò su Auradon tutto ciò che mi inventerò. Questo posto diverrà cenere e la cenere diverrà cenere fino all'infinito, fin tanto che non vi pentiate di aver tradito la mano che ti ha sfamato. Se osi sfidare la mia volontà e abbracci la luce, sii consapevole delle maledizioni che pioveranno su di te. Il mondo che sceglierai sarà avvolto dalle tenebre, la tua luce soffocata dall'ombra che io stessa proietterò. Gli amici che credi di proteggere bruceranno nelle fiamme della tua ribellione, il calore delle loro vite spento dalla mia vendetta. Il tuo amore sarà come una rosa colpita dal gelo eterno, appassirà senza speranza fino a svanire come un fragile sogno. Ogni gioia, ogni risata che osi condividere, svanirà nel vuoto della mia rabbia. Il tuo cuore sarà pesantemente gravato dalle catene delle mie maledizioni, e il tuo destino si intreccerà con le tenebre che ho tessuto. Le tenebre che porto con me cancelleranno ogni traccia della tua felicità. Il tuo cammino sarà segnato da sventure inimmaginabili. Ogni risata diventerà un lamento, ogni amore sarà un'illusione perduta e il tuo cuore non conoscerà altro che solitudine>
Le maledizioni che le scagliò addosso gravavano sul suo cuore. Vedeva Auradon in fiamme, vedeva i suoi compagni e amici fidati bruciati e sepolti vivi...vedeva Ben svanire in una nebbia grigia e pesante.
Le parole di Malefica si insinuarono nella sua mente con un gelido pizzicore di apprensione. Il suo cuore, prima saldo nella decisione di abbracciare la luce, ora vacillava sotto il peso delle profezie oscure. Sentiva il peso delle maledizioni, come catene invisibili stringerle l'anima. La prospettiva di perdere tutto ciò che le era caro la avvolgeva in un'atmosfera opprimente.
<ORA BASTA!> l'urlo di Ade arrivò improvviso come un lampo.
Allungò una mano davanti a lui. Il pavimento prese a girare. Un'asta uscì dal terreno facendo ruotare la terra intorno al suo asse. Un bidente dorato.
<Videbimus invicem in inferno... ci rivedremo all'Inferno> afferrò il bidente, dopo quella frase in latino che stonava con tutto tranne che col luogo. Il tempo di una pulsazione del cuore, ecco cosa servì ad Ade per far sparire Malefica.
Silenzio...
<Dove?> la Fata non sapeva cosa altro dire
<Lontano, libera, ma lontana> rispose solo, poi si voltò guardò la Bestia, Belle, la Fata, Ben e i ragazzi poi diede un' occhiata veloce alla folla, spaventata ed immobile come la pietra della chiesa. Si girò e si incamminò tranquillo per la navata, una mano alzata come un saluto.
Mal si sbloccò solo quando lo vide valicare il portone, doveva inseguirlo, non poteva lasciare tutto così in sospeso, riposte era ciò che chiedeva.
Doveva aveva mandato sua madre? Perché li aveva aiutati?
Prese a correre tirando su il vestito che Evie aveva fatto per lei, inaspettatamente anche gli altri la raggiunsero. Uscì fuori, lo vide con le ali aperte e lo sguardo rivolto al cielo, non riuscì a parlare che già le ali nere erano tutto ciò che si vedeva nel cielo. Si muovevano con una tale leggerezza per quel corpo, un'armonia. Sparì senza una parola, li lasciò solo con ciò che aveva fatto.
Dentro Mal ora vi erano solo domande ombrose sul futuro di tutto ciò che conosceva.
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Sinfonia degli Abissi [Descendants]
FantasiTra le mura scintillanti di Auradon, un'ombra inattesa si insinua nell'aria impregnata di magia. Ade, il signore degli inferi, emerge da un passato oscuro, portando con sé non solo il peso delle tenebre ma anche la sfumatura di un'anima in cerca di...