Durante le pause tra le riunioni e le lezioni, Mal iniziò a contattare gli artisti locali, gli artigiani e i commercianti per donare oggetti e opere da mettere all'asta. Evie, con il suo occhio per la moda, si occupava di selezionare abiti e accessori da includere, tutti a tema isola, mentre Ben le offriva il suo supporto, aiutandola a contattare i benefattori più importanti.
L'organizzazione dell'asta era frenetica, ma Mal si sentiva determinata. Ogni giorno trovava un equilibrio tra i suoi doveri a scuola, le riunioni con i compagni di classe per promuovere il progetto e i preparativi per l'asta. Ogni sera, dopo lunghe giornate di lavoro, tornava a casa con la sensazione di aver fatto un passo in avanti, consapevole che il successo del loro progetto sarebbe stato determinante non solo per l'Isola degli Sperduti, ma anche per il futuro di Auradon.
Mal era immersa fino al collo nei preparativi per l'asta di beneficenza, un evento che aveva ideato per raccogliere fondi destinati ai bambini e ragazzi malati negli ospedali, con un tema che celebrava il viaggio sull'Isola degli Sperduti. Ogni dettaglio doveva essere curato alla perfezione, e Mal sentiva la pressione di far sì che tutto fosse indimenticabile. Tra i giorni di lavoro instancabile, le notti senza sonno e l'ansia di voler fare la cosa giusta, riusciva a trovare la forza nel pensiero di quei bambini e ragazzi che avrebbero beneficiato dei fondi raccolti.
Ogni giorno era una corsa contro il tempo. Mal passava le giornate a coordinare il team che l'aiutava con l'organizzazione, selezionava gli oggetti da mettere all'asta e contattava sponsor e personalità per convincerli a partecipare. Evie le stava accanto, disegnando accessori e abiti ispirati all'Isola da donare per l'asta. Jay e Carlos si occupavano di promuovere l'evento tra i cittadini, cercando di creare una campagna che toccasse i cuori delle persone di Auradon. I giorni scorrevano con frenesia, e Mal sentiva il peso della responsabilità crescere, ma ogni volta che pensava ai bambini negli ospedali, trovava la determinazione per andare avanti.
Il giorno dell'asta finalmente arrivò. Il grande salone del palazzo era decorato con mappe dell'Isola degli Sperduti e lanterne che creavano un'atmosfera magica e suggestiva. I tavoli erano coperti di oggetti unici e particolari, ognuno legato al tema del viaggio e della scoperta, e c'era un'aria di eccitazione e attesa.
Le persone cominciarono ad arrivare. Mal indossava un abito elegante, creato appositamente da Evie per l'occasione, che richiamava i colori dell'Isola: il viola profondo e il verde smeraldo. Ogni sorriso che rivolgeva agli invitati celava la sua tensione, ma lei riusciva a mantenere il controllo, muovendosi tra i tavoli e scambiando parole gentili con tutti.
La parte più importante dell'asta era però l'interazione con i bambini e i ragazzi degli ospedali, che erano stati invitati a partecipare. Mal passò gran parte del tempo con loro, raccontando storie sull'Isola e mostrandogli gli oggetti che avevano preparato. La loro gioia e i loro sorrisi erano contagiosi, e per qualche istante, Mal riuscì a dimenticare le preoccupazioni e le responsabilità che gravavano su di lei.
Mentre tutto sembrava procedere per il meglio, Mal notò qualcosa fuori dalla finestra. Era Ade, appena uscito dall'ospedale dopo la sua sessione di riabilitazione giornaliera. La sua figura era inconfondibile, ma il suo volto portava i segni della stanchezza e del dolore. Mal lo osservò attraversare lentamente il cortile, notando come si teneva il petto, il luogo dove ancora portava la cicatrice della ferita che l'aveva quasi ucciso un anno prima. Il solo pensiero della ferita le fece stringere il cuore.
Ade si avvicinò all'asta, ma sembrava riluttante a entrare. Mal, senza esitare, lo raggiunse. Quando i loro occhi si incontrarono, Ade le fece un cenno di saluto, cercando di mantenere un tono leggero.
<Ade... sei uscito dalla riabilitazione?> chiese, cercando di mascherare la preoccupazione nella sua voce.
Ade annuì, ma il suo sguardo era velato da un dolore silenzioso <Sì, non sapevo ci fosse una festa. Non dovrei essere qui, rovino l'atmosfera.>
Mal lo guardò con compassione <Stiamo raccogliendo fondi per i ragazzi negli ospedali. Volevo renderlo speciale per loro. Non rovini niente, anzi. Sei importante per tutto questo. Sei la prova vivente che possiamo risorgere anche dalle ferite più profonde. Come va?> gli chiese indicandogli il petto
Ade sollevò una mano e la posò sul petto, proprio sopra la cicatrice. Con un gesto lento, sollevò leggermente la camicia per mostrare la ferita, ormai guarita, ma ancora segnata da una linea scura che si estendeva lungo il suo corpo. Mal sentì una fitta di dolore solo a guardarla. Ricordava bene il giorno in cui Ade era stato ferito. Le sue mani tremarono leggermente mentre cercava di nascondere l'emozione <La riabilitazione va avanti... ma riportarli in vita non sarà semplice> la mente di Mal andò subito alla torre <le Moire hanno i loro piani ma ci riuscirò> l'idea di dover trattare con le Moire fece gelare il sangue a Mal.
<Non devi incolparti per quello che è successo nella torre> rispose Mal, anche se sentiva una stretta al cuore al pensiero dei giovani che ancora aspettavano di essere riportati in vita <Ciò che conta è quello che farai ora. Come pensi di affrontarlo?>
Ade fece una pausa, osservandola intensamente <Farò ciò che devo. Ma non voglio essere una distrazione qui. Lascia che tu e gli altri godiate della serata senza di me.>
Mal, però, non voleva lasciarlo andare così facilmente <C'è un party tra un mese> disse, cercando di convincerlo <Ci sarà tutto il consiglio, e so che le tue parole potrebbero fare la differenza. Abbiamo bisogno del tuo supporto per l'Isola e per il progetto.>
Ade la guardò con un'espressione enigmatica <Sai che non sono esattamente una persona da gala> disse, ma qualcosa nei suoi occhi tradiva una certa curiosità.
<Sono sicura che se ci venissi con noi, potresti fare la differenza> insistette Mal <E poi, potremmo avere più tempo per parlare... delle cose importanti.>
<Mentre ho occhi e lingue che mi giudicano? È meglio se non sono io il fulcro dell'attenzione>
<Il nostro obiettivo è mostrare che isola e Auradon possono convivere, tu ne sei la prova Ade>
Ade sospirò <Mal...i ragazzi...>
<Li salverai, io mi fido>gli disse appoggiandogli una mano sulla spalla
<Lo so, ma...> disse poi vide i suoi occhi <eh va bene, verrò. Ma non aspettarti che io faccia magie con quei burocrati.>
Mal sorrise debolmente. Era già un grande passo il fatto che Ade accettasse di accompagnarla. Le sembrava che, a poco a poco, il loro piano stesse prendendo forma.
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Sinfonia degli Abissi [Descendants]
Viễn tưởngTra le mura scintillanti di Auradon, un'ombra inattesa si insinua nell'aria impregnata di magia. Ade, il signore degli inferi, emerge da un passato oscuro, portando con sé non solo il peso delle tenebre ma anche la sfumatura di un'anima in cerca di...