Cap 36: Primo incontro

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L'asta andò alla grande, insieme a tutti gli eventi che fecero la gente di Auradon era sempre più curiosa per questa nuova avventura che sarebbe stata possibile tra meno di due settimane.
Mal chiuse la televisione, finalmente il telegiornale parlava di lei quanto meno in maniera neutrale.
Ben le porse un tè <finalmente un po' di pace eh>
<Si, aspetta che andiamo dal gran consiglio> rispose sorridendo
<Andrà alla grande vedrai, hai tutta la città dalla tua in pratica>
<Si> sospirò Mal
Ben la abbracciò <cosa ti preoccupa?>
<Tutto...il palazzo, la festa, l'isola...>
Le braccia di Ben si strinsero attorno attorno a lei <andrà tutto bene vedrai>
Mal si fece coccolare per tutta la sera, il giorno dopo si presentò a scuola sorridente come sempre.
<Malllll> Carlos e i ragazzi la raggiunsero <vai ad una festa senza dirci nulla?>
<Siete sempre invitati>
Jay le mise il braccio attorno alle spalle <meno male perchè non voglio rinunciare ad un buffet all you can eat>
Entrarono in aula seguendo tutte le lezioni come di consueto, nel pomeriggio Evie le chiese se voleva venire un attimo con lei. Lei la seguì subito vedendo qualche pagliuzza dorata unita ai brillanti nelle sue pupille. Chissà di cosa si trattava.
<Chiudi gli occhi> le disse dopo che l'ebbe fatta camminare tra i boschi senza una meta
Evie le prese le mani <ti porto io eh>
<Ahah ma cosa hai combinato?>
<Doug, non io> disse con un sorriso nella voce <ora apri gli occhi dai>
<Si si> disse sorridendo, quando aprì gli occhi vide una casa nel bosco, una piccola piccola, tutta colorata e un po' in rovina ma Evie ne era estasiata.
<Allora allora allora???? Ti piace???>
<Si è carino, ti vedo già a vivere qui>
<Ahahah no non a vivere, è il mio atelier...di vestiti...moda...sai quei vestiti che ho venduto? Doug mi ha aiutato e...ho comprato questo. Lo so è da ristruttura ma immaginala...tutta riparata>
Mal la abbracciò <ma è fantasticooo Evieeee. Quando l'hai presa?>
<Stamattina, oh Mal tutti i miei sogni si stanno realizzando, Auradon è proprio magica.>
<Già, dobbiamo condividerlo con i ragazzi dell'isola però, con tutti>
Evie annuì <tutti...Dizzy voglio che stia con me...qui >
Mal se la ricordava benissimo, la nipote di Lady Tremaine, sfruttata e schiavizzata dalla nonna ma con un gran talento per tutto ciò che era la moda, dai gioielli, ai capelli, ai vestiti, sapeva fare tutto ed era dotata di una grande creatività.
<Sarà la prima> le disse
Questa frase le rimbombava in testa ancora mentre passeggiava nel bosco incantato attorno al castello, tra qualche ora sarebbe dovuta tornare al castello per la cena eppure un ansia le aveva preso i polmoni e il cuore, non sapeva dirsi perchè eppure decise di stare lontana dal castello il più possibile.
Si sedette sotto un albero ad ascoltare i passeri che passavano sopra di lei giocando ad uno strano acchiapparella.
<Vuoi unirti a loro?>
Una voce profonda le fece distogliere lo sguardo dai volatili, Ade poggiato ad un albero la guardava con fare curioso e le braccia incrociate al petto.
<Che ci fai qui?>
<Potrei farti la stessa domanda, Ben ti sta cercando>
Mal gli mostrò il telefono spento <dopo lo chiamo>
Ade si staccò dall'albero avvicinandosi <ok, che succede?> disse sedendosi di fianco a lei
<Ho ansia, per tutto>
<Perchè avere ansia per qualcosa che non è successo? Andrà bene, non vedo un motivo per cui non dovrebbe>
<Ma se...>
<Se... troverai un'altra via, giusto?> Mal lo guardò prima di spostare gli occhi sul terreno <la troverai, dai ora torna dentro o Ben darà di matto> le disse prima di spostare lo sguardo sul salice poco distante
<Non ti ho mai chiesto nulla>
<Di che?>
<Di lei>
Lui le sorrise <perchè? Cosa vuoi sapere?>
<Nulla solo che, sai...curiosità>
Un bianco sorriso d'avorio <come vi siete incontrati?> gli chiese
<L'ho incontrata per la prima volta durante un'assemblea degli Dei, in un grande teatro greco all'aperto. Ero seduto lì, tra i miei fratelli e sorelle divini, ma i miei occhi... non riuscivano a staccarsi da lei.>
Ade si fermò per un momento, perdendosi nei suoi pensieri, poi continuò <Era dalla parte opposta del teatro, eppure sembrava così vicina. I suoi occhi incontrarono i miei e, a differenza di chiunque altro, lei non distolse lo sguardo, né mostrò timore. Mi sorrise. Non so cosa mi colpì di più: il fatto che non avesse paura di me o la sua innocenza, la sua purezza. Sembrava così... infantile, eppure determinata, con una forza che andava oltre la sua apparenza. Parlò con una passione rara. Parlava dei mortali, di come voleva aiutarli, alleviando i loro fardelli. Diceva che i sacrifici che compivano per noi li stavano spezzando, e voleva cambiare le cose per loro. Voleva trovare un modo per evitare che i mortali si mettessero in ginocchio per adorarci> Ade scosse la testa, quasi con ammirazione <Io, che governavo la morte, e lei, che voleva proteggere la vita. Era una contraddizione che non potevo ignorare.> poi, con un sorriso appena accennato, continuò <Dopo quell'assemblea, la incontrai di nuovo sull'Olimpo. Diciamo che fu lei a venirmi incontro. Mi vide uscire dal palazzo probabilmente e mi urlò dietro di fermarmi> sorrise <Di norma non si dovrebbe fare ad uno della Triade e sul momento mi diede fastidio ma appena la vidi gli insulti svanirono. Mi disse che nessuno dio dell'Olimpo conosceva davvero i mortali nonostante dicessero di sì e per via di sua madre lei non poteva vederli di persona perciò chiese a me. Da Signore dei morti dovevo saperne qualcosa ahah. Parlammo per ore. Lei mi parlava della sua vita tra i mortali, delle loro difficoltà, e io le raccontai del mio regno, delle anime, del peso della responsabilità che portavo. Ogni giorno ci promettevamo di rivederci, e presto diventò una routine. Lei voleva farmi vedere tutto il mondo di sopra, il suo mondo, e in cambio desiderava vedere il mio.> Ade abbassò la testa, quasi come se rivivesse quegli incontri. <Passavamo giorni a esplorare insieme il mondo dei mortali. Vedevamo le città, volavamo sopra le montagne, giocavamo nei fiumi come se fossimo parte di quel mondo. Ricordo che ridevamo, scherzavamo con gli umani, incontravamo anime che una volta erano vive. Coccolavamo persino Cerbero insieme. Lei lo amava, e lui, stranamente, la adorava.>
Si fermò di nuovo, la sua voce ora quasi un sussurro <In quei giorni mi dimenticavo di chi ero. Dimenticavo la mia natura oscura, il mio regno. E tutto questo era grazie a lei. Persefone era luce, e io... io ero perso in quella luce.>
Ade fissò Mal, il peso di quegli anni lontani ancora visibile nei suoi occhi <Fu un amore che cambiò entrambi. Lei non ebbe mai paura di me. E io... io imparai a non aver paura di amare>
<Un po' come te e Ben, due mondi diversi...quindi ora corri da lui> Mal lo fissò con ancora domande nei suoi occhi <muoviti su>
Mal le diede un bacio sulla guancia prima di alzarsi di corsa accendendo il telefono che venne mitragliato da notifiche di chiamate e messaggi persi.

Sinfonia degli Abissi [Descendants]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora