Yeonjun e Soobin mi avevano proposto proprio quel giorno di andare a controllare se era successo qualcosa in quello strano edificio abbandonato. Avevo dovuto accettare, più che altro perché ero preoccupato che qualcuno avesse scoperto dove avevamo infilato Boemgyu per "distrarlo". Se qualcuno avesse scoperto quello che Yeonjun aveva ingenuamente lasciato in dei cassetti accessibili a tutti, non sapevo quali sarebbero state le conseguenze.
Non stavo ascoltando la conversazione che i ragazzi stavano intrattenendo in quel momento, infatti erano tutti i miei dubbi sparsi nelle loro frasi, ma il problema era che loro facevano le domande, ma non davano le risposte.
Avevamo optato per una strada un po' più secondaria, perché se fossimo andati su quella principale ci sarebbe stato il rischio di incontrare sia Wooyoung che San. Infatti Soobin il giorno prima aveva detto che aveva visto delle persone che facevano tutto tranne che silenzio: due stavano litigando su una potenziale vendetta di Yeonjun, un'altra che aveva riconosciuto come San era scappata chissà dove, altre due l'avevano inseguito, mentre l'ultima persona era rimasta tranquilla e calma come ci si sarebbe aspettati di qualcuno che girava in un bosco nel tardo pomeriggio.
Accelerai il passo, accorgendomi che ero rimasto indietro di qualche metro rispetto a Yeonjun e Soobin. Forse nessuno sapeva che avrei voluto essere dappertutto tranne che lì, e magari sarebbe stato anche meglio se ci fosse stato Mingyu con me, l'unica persona di cui potevo fidarmi del tutto nel mondo dei fuorilegge. A proposito di Mingyu, non sapevo se anche gli altri mi stavano aspettando nelle Stricklands. Io non ero solo con quegli altri -- non sapevo nemmeno il loro nome -- ma facevo parte anche di Seventeen: recentemente ci eravamo divisi in tre, per tenere sotto controllo tutte le nostre basi nelle Stricklands. Io ero insieme ad Hoshi, The8 e Dino, e se vi chiedete perché hanno questi nomi è perché quasi nessuno ha voluto mantenere il loro nome di battesimo nel nome della discrezione. Eravamo diciassette volte più furbi di tutti gli altri, eravamo manipolatori, rapitori, facevamo un po' di tutto.
Ma in quel momento mi stavo perdendo un po' troppo nei pensier, quindi faticai a stare dietro a Yeonjun e Soobin, che non si accorgevano che i miei passi si sfumavano ad intermittenza per poi tornare dietro di loro. Mi guardai attorno per vedere se c'era qualcuno tra gli alberi, ma poi la foresta diede spazio ad una radura che peggio non si poteva trovare, ed entrammo immediatamente dentro l'edificio abbandonato. Non sapevamo a che cosa era servito mentre era ancora accessibile al pubblico.
Yeonjun decise di sedersi su una delle sedie e io e Soobin facemmo lo stesso. "Hanno già preso tutto, quindi non c'è bisogno di controllare," disse Yeonjun in tono rassegnato. Le sue parole colpirono dritte come una coltellata.
"Sono venuti qui ieri, e a quanto pare hanno scoperto dove abbiamo mandato Boemgyu e con chi," aggiunse prontamente Soobin.
Per sicurezza e discrezione, non dissi niente su Mingyu e Boemgyu, al confine nord delle Stricklands. Ora probabilmente Beomgyu era insieme a S.Coups, Wonwoo e Vernon. Yeonjun e Soobin non sapevano ancora niente, per fortuna, del cattivo sangue che scorreva tra noi, Seventeen, e Ateez. Quindi avremmo colpito un punto debole.
"Non ci dovrebbe essere alcun problema, però, tanto non sanno cosa sta facendo," intervenni dopo un po'. "L'importante è non farlo scoprire a nessuno. Chissenefrega di tutti i moventi della vendetta, perché quella è una cosa un po' secondaria, no?" Ma la mia voce non suonò molto convincente e gli altri due ragazzi si scambiarono un'occhiata dubbiosa. Sospirai e tentai il mio meglio di nascondermi nell'ombra. Aspettate finché non vi faccio vedere io, pensai mentre gli scoccavo segretamente un'occhiataccia.
Mi stesi sul letto. Non ne potevo più! Almeno c'era Hoshi con me, che provava a tenermi compagnia come poteva, ma sapevamo entrambi che era tutto inutile perché gli altri di Seventeen ci mancavano troppo e noi non eravamo abituati a dividerci da The8 e Dino per molto tempo. Ma era passato qualche mese da quando li avevamo visti per l'ultima volta e la rabbia e la nostalgia si facevano sentire più forti.
"Che facciamo? Scappiamo?" chiesi, aprendo le braccia e fissando il soffitto.
Hoshi sospirò e mi parve vederlo scuotere la testa. "Non possiamo abbandonarli," rispose, e seppi che si stava riferendo agli altri ragazzi.
Misi il broncio. "Ma ci stanno aspettando da tempo, ormai."
"Dai, non fare quella faccia," mi disse Hoshi. "Manca poco tempo. Ancora un po', poi faremo colpo e saremo finalmente liberi," tentò di rassicurarmi, e la mia faccia si rilassò, e mi convinsi che forse questa volta le parole di Hoshi erano vere, che saremmo riusciti a fare quello che avevamo sempre voluto senza paura delle conseguenze. Sospirai di sollievo e mi sedetti sul letto, le mani appoggiate sul materasso per tenermi dritto.
Il fatto che Hoshi avesse l'abilità di rassicurarmi in quel modo mi faceva sentire a casa, al confine delle Stricklands, con altri undici ragazzi che aspettavano il nostro ritorno da mesi e che, nonostante l'attesa, ci volevano ancora vedere. Non avevano mai sospettato di noi e sapevamo perfettamente che ci volevamo bene l'un l'altro. Quella era la vita, stare in compagnia dei miei amici. Ma nella vita i sacrifici esistevano ed io e Hoshi ne stavamo ancora portando avanti uno, sperando nel profondo del cuore che i nostri sforzi fossero bastati a farci ritornare a casa in pace una volta per tutte.
Da lì, nessuno di noi due disse niente, eravamo entrambi immersi nei nostri pensieri e non avevamo la minima intenzione di levarci dalla testa il fatto che Wonwoo ci stava ancora rimpiangendo. Infatti, tempo prima, quando avevamo deciso di andarcene, Wonwoo ci aveva pregato con tutte le fibre del suo corpo di restare, di non abbandonarlo, e un po' scherzando aveva detto di non lasciarlo con altri dieci pazzi maniaci.
Ma sapevamo che nelle sue parole c'era un fondo di verità, e che non voleva che ce ne andassimo così in fretta. Quindi abbiamo cominciato a comunicare a distanza: lasciavamo dei biglietti, delle lettere, in un certo posto delle Stricklands. Dopo appena tre giorni, andavamo a riprenderli, davanti quello che avevamo raccontato io e Hoshi e dietro la risposta di tutti gli altri. E così passavamo il tempo.

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JEALOUS BOYS
Fanfiction____________________________________ La sorella perduta di Lee Know, che faceva parte di una ricca famiglia sud coreana, viene rapita dagli otto ragazzi più temuti delle Strickland: gli Ateez. Si scoprono essere possessivi, gelosi e attaccati ai sol...