13 - Wooyoung

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Le giornate passavano lente e strane. Sapevo già di mio che una giornata non poteva essere definita tale se nel suo corso non si susseguivano colpi di scena allucinanti e strabilianti, ma quelli erano fin troppi.

Mi stavo riferendo al fatto che la notizia della fotografia e le sue due dediche aveva fatto il giro della casa in meno di tre ore, e tutti adesso stavano dubitando su quello che poteva essere capitato, addirittura ci eravamo messi a pensare se c'entravamo qualcosa noi. Tutto era possibile, se abitavi nelle Stricklands.

Beh, relativamente tutto.

Tentai di ricordarmi cosa avevo fatto le prime volte che ero entrato a far parte di Ateez -- avevo ricordi molto vividi di quei giorni. E infatti, dopo un po' che misi alla prova il mio povero cervello, riuscii finalmente ad individuare le memorie giuste ed analizzarle una per una per trovarci qualcosa di interessante.


Non sapevo se mi ero perso nel bosco o stavo semplicemente seguendo un istinto che mi avrebbe portato effettivamente da qualche parte. Ovviamente, sapevo benissimo che vagabondare per le foreste e le strade delle Stricklands come un senzatetto era una delle cose peggiori che avrei mai potuto fare. Ma dopotutto ero armato, e (forse) nessuno mi avrebbe fatto del male. A parte la mafia, disse la mia mente.

Camminavo ormai da un'ora e i talloni cominciarono a farmi male, ma non ci potevo fare niente. Sarei dovuto resistere almeno fino alla meta, dove avrei incontrato tre tizi molto famosi nelle Stricklands. Choi Yeonjun, Soobin e Boemgyu. Madonna tutti cognomi uguali qua, pensai, e non controllai l'impulso che ebbi in me di sorridere.

Dopo qualche minuto, decisi di affrettare il passo, e mi ritrovai davanti ad una radura. Una costruzione imponente e abbandonata si ergeva dritta davanti a me, oscurandomi la visuale su tutto il resto del bosco. Ma non era quello l'importante. Strinsi i pugni e feci un paio di respiri profondi. Tre ragazzi non mi avrebbero sicuramente fatto paura.

Perché io ero mafia, e io ero pronto a tutto.

Con passo e atteggiamento decisi, mi avviai verso l'edificio abbandonato. Le finestre erano prive di vetri e l'edera usciva e si attaccava sui muri, le piante rampicanti crescevano da terra a qualche metro sul muro di pietra. Era una casa infestata, non dai fantasmi e spiriti ma dalle erbacce. Che schifo.

I cardini della porta cigolarono quando la aprii, producendo un rumore acuto e graffiante, come metallo su metallo, che mi diede la pelle d'oca sul collo. Quando entrai, non potei fare a meno di sgranare gli occhi. Certamente, quello non era un posto adatto alla mafia e tantomeno a dei fuorilegge.

Non c'era un pavimento, solo terra battuta dove crescevano alcuni fiorellini. I muri avevano dei buchi provocati da chissà che arma, e l'edera ne aveva fatto la sua proprietà. Al centro, all'ombra, tre sagome di tre ragazzi. Yeonjun, Soobin e Boemgyu. 

Quello al centro mi rivolse un'occhiata di ghiaccio che mi fece vacillare leggermente. "Jung. Quindi adesso sei in Ateez. Ma che carino, un piccolo traditore. Ma non preoccuparti, perché la nostra vendetta arriverà. Sarà dolorosa? Forse. Sarà lenta? Sì. Ti farà del male? Questo sta a te deciderlo."


Mi risvegliai improvvisamente dai miei pensieri, sussultando. Yeonjun e Soobin... io li avevo visti un'altra volta prima di allora... ma certo, come avevo fatto a non pensarci prima? La scorsa notte, dove avevamo scoperto l'esistenza di Hoshi e Changbin. Ma certo... Ma dovevo tenere a mente che quelle erano tutte ipotesi.

"Mi sa che Woo ha appena avuto l'idea del secolo" commentò Mingi con un sorriso, vedendomi sussultare. Quello era un silenzioso invito a dire quello che avevo appena scoperto nella mia testa, e che forse poteva essere importante.

Feci un respiro profondo per preparare i ragazzi. "Vi ricordate quella volta che mi avete mandato da quei tre tizi? Quelli che facevano di cognome Choi?" I ragazzi annuirono. "Ecco, due di loro, Jiselle li conosce. Erano con Hoshi. Si chiamavano Yeonjun e Soobin."

Alla ragazza le si sbloccarono i ricordi, a quanto parve. Il suo volto si illuminò e annuì velocemente. "Sì, sì, li conosco. Avevano detto che erano andati da Hoshi quando il loro amico li aveva stranamente abbandonati," spiegò lei. Poi io, facendomi prendere dall'entusiasmo dei misteri, aggiunsi: "Quindi, può darsi che Boemgyu stesse solo aspettando Han!"

Seonghwa mi fermò mettendo la sua mano davanti alla mia faccia. Poi cominciò a parlare. "Questo potrebbe essere vero come non esserlo. Non sappiamo niente su questi tre, e nemmeno su Han. Sappiamo solo che uno è scomparso il ventuno di settembre. Cosa sai dell'altro?"

"Dai, Seonghwa. Quella volta... Era agosto, mi pare. La prima volta che sono venuto qui," dissi, e mi parve che Seonghwa si fosse imbarazzato leggermente. "E quei due, quando sono andati da Hoshi a chiedere, diciamo, ospitalità?" Usai un tono molto più freddo, quasi violento, quando mi rivolsi a Jiselle, come se le stessi dando un ordine.

"Loro sono venuti per ultimi. Due anni fa," disse Jiselle, e mi sembrò che non si fosse spaventata minimamente. "Ma poi sono scomparsi per alcuni mesi. E sono ritornati quando il tizio là, Boemgyu, era sparito. Loro dicono di non sapere niente, ma secondo me c'entrano qualcosa. Con entrambi."

Anche se la sua voce era un po' più bassa del solito, le sue parole furono accolte da un silenzio angosciato, segno che ci avevano colpito tutti. Se supponevamo che dietro c'erano le due stesse persone... Come facevamo a sapere che erano veramente stati Yeonjun e Soobin? Per ora, erano solo dei sospettati, e non avevamo fatto grandi passi avanti. Tentai di capirci qualcosa di più nella mia mente.

La prima sparizione a noi nota era stata quella di Boemgyu. Yeonjun e Soobin, sia prima che dopo la sua sparizione, erano andati da Hoshi. Il che era già abbastanza sospetto. Qualche mese dopo il loro arrivo, a settembre, anche Han era sparito. Ad ottobre, avevamo fatto sparire Jiselle dalla circolazione rapendola. "Sentite, ma tutte queste sparizioni hanno una frequenza di un mese," dissi e alcuni ragazzi annuirono.

Yunho fu il primo a parlare. "Se quello che ha detto Wooyoung, Boemgyu è sparito il ventuno d'agosto, Han di settembre. Allora chi c'è stato ad ottobre? Jiselle, tu lo sai?" Tutti i nostri sguardi si fermarono su di lei. La ragazza fece un piccolo respiro profondo. Sapevo che sapeva. "Io."





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