39 - Jeonghan

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Un disgusto profondo mi fece quasi vomitare per terra. Sapevo che le emozioni avrebbero soltanto peggiorato la situazione, quindi feci del mio meglio per trattenermi e mantenere una facciata fredda e distaccata, esattamente come il mio leader voleva in quelle situazioni. Ha anche ragione, mi dissi per convincermi a smettere di provare sentimenti.

Quello che mi disgustava di più non era il cadavere in sé, ma la pozza di sangue secco che si era creata intorno e il minuscolo, quasi inesistente, filo di saliva che era colato per tutto il mento e il collo di Han.

Lanciai un'occhiata discreta alla ragazza che credevo si chiamasse Jiselle, da quello che avevo sentito, che sembrava la più scossa di tutti dall'avvenimento. La sentii anche bofonchiare qualcosa su una foto assieme ad Hongjoong, e inarcai un sopracciglio, curioso.

Poi abbassai prontamente lo sguardo verso il corpo unanime di Jisung. Cosa sarebbe successo ora che gli avevamo dato una fine una volta per tutte? L'avremmo seppellito in giardino? Sarebbe decisamente interessante provarci, meditai.

Qualche secondo dopo, Vernon uscì dalla porta delle scale, i passi esitanti e timidi.

S.Coups lo notò immediatamente e gli rivolse l'occhiataccia più cattiva e arrabbiata che gli era mai comparsa in faccia. Lo gettò al centro della stanza, proprio di fronte al corpo di Han. "Esigo una spiegazione adesso" intimò il nostro leader, indicando il ragazzo con un cenno del mento.

Vernon rimase in silenzio per un po' di tempo, dopo deglutì e parlò. "Lui... ha cominciato a minacciarci. A me e a The8," affermò debolmente. "Aveva una pistola in tasca e me l'ha puntata contro."

Questa è nuova, da quando in qua gli ostaggi hanno delle pistole con loro?, mi chiesi. Infatti Han era praticamente nostro prigioniero da mesi, come avevamo fatto a non notare che era armato tutto questo tempo? Alzai leggermente le sopracciglia.

"Ti ricordo che l'abbiamo tenuto in ostaggio dal ventuno di settembre," disse prontamente il nostro leader. "Era impossibile che aveva un'arma. Gli abbiamo sequestrato tutto. Tutto," ripeté due volte la parola.

Passò un momento di silenzio, dove Vernon indicò The8, che si frugò in tasca per mostrarne poi il contenuto vuoto. Probabilmente Han aveva rubato la pistola di mano all'altro, ecco perché aveva cominciato a minacciare di sparare.

Poi, sentimmo parlare.

"Voi... voi cosa avete fatto?!" esclamò una voce da davanti a me.

Sollevai di scatto la testa, e vidi la ragazza nelle braccia dell'altro che ci guardava con occhi omicidi. Non sembrava affatto al corrente del nostro precedente rapimento di Han, cosa che mi sorprese perché quasi tutti lo sapevano.

S.Coups fece per afferrarle di nuovo il collo, ma l'altro, il cui nome avevo capito fosse Jongho, fu più veloce di riflessi e gli prese il polso, facendo cadere la mano del primo contro il suo fianco.

Jiselle scoccò un'occhiataccia a Seungcheol, come l'aveva chiamato lei, e continuò imperterrita. Pensai che se fosse stata capace di muoversi, avrebbe dato fuoco alla nostra villa con noi dentro.

"E io che credevo fosse morto! Ma che coincidenza! E dimmi, quando avevate intenzione di ucciderlo, dopo di me?" aggiunse la ragazza e si dimenò dalla presa di Jongho. Con uno scatto, tirò fuori la pistola e la puntò contro chi meno mi sarei aspettato.

Hoshi.

"Tu," ringhiò Jiselle, avvicinandosi al malcapitato della sua ira. "Tu maledetto traditore, ti saresti meritato la sua fine più di lui," disse, indicando spudoratamente il cadavere di Han come se fosse se non fosse affatto scioccata dai recenti avvenimenti. "Scommetto che è stata la tua idea di rapirlo, vero?" aggiunse poi, sbattendogli la bocca della pistola sul petto.

"Non so di cosa stai parlando..." disse Hoshi, tenendo le mani in alto in segno di innocenza.

Tutto nella mia testa si stava confondendo. Cosa c'entrava Hoshi in tutta questa situazione? Era stato Vernon a sparare Han, allora perché la ragazza si stava accanendo contro Hoshi? Cosa aveva mai fatto?

"Sì che lo sai, lo sai meglio di tutti qui dentro," continuò ad accusarlo la ragazza. "Si vedeva da un miglio che tu, Jun e Yeonjun avevate qualcosa contro di Han. Non sapevo cosa, ma sicuramente qualcosa. Questo spiega il fatto che sia stato rapito esattamente il giorno prima che tu e Jun siate ritornati da chissà dove dopo essere stati via per un mese. E non giustificarti dicendo che Han mi stava usando, perché non me ne potrebbe fregare di meno. È tutta colpa tua e di Jun, qua dentro. Per non parlare di Yeonjun."

Solo dopo la spiegazione inaspettata della ragazza, le cose cominciavano ad incastrarsi nella mia testa. Quel ventuno di agosto, il giorno in cui avevamo rapito Beomgyu, Hoshi e Jun erano ritornati da noi dal centro delle Strictlands. E avevano parlato di un nuovo rapimento per ragioni totalmente personali. Quindi si è trattato tutto di un odio verso Han?, mi chiesi.

Intanto Hoshi, colto di sorpresa dalle conoscenze di Jiselle, si era congelato sul posto. "Cosa... come fai a saperlo?" mormorò scioccato.

Lei sbuffò e sbatté di nuovo la bocca della pistola contro il suo petto. "Fonti affidabili."

Cosa vuol dire "fonti affidabili"?

Jiselle si girò e puntò la pistola contro Jun. "E tu, complice di Hoshi?" chiese ironica. "Hai delle scuse credibili?"

Jun, colto alla sprovvista a sua volta, scosse lentamente la testa.

Fu in quel momento che S.Coups entrò in azione, con la pistola sfoderata. "Ragazzina, pensi veramente di poter andare in giro ad accusare i miei membri di oscenità del genere? Chi ti credi di essere?" disse in tono minaccioso. "Siamo più forti di tutti voi altri. Vuoi una prova?"

Jiselle ebbe l'audacia di alzare gli occhi al cielo. "Sì, grazie. Se ne hai una," disse, prima di mirare un proiettile accanto all'orecchio sinistro di Seungcheol.

Lui si congelò sul posto, ovviamente non si aspettava che la ragazza avrebbe sparato senza preavviso, quasi così... casualmente.

Qui le cose finiscono male, mi dissi semplicemente, tastando la tasca dei miei pantaloni per sentirci dentro la pistola rassicurante.

La figura della pistola che tenevo nella tasca non era più fonte di rassicurazione. Mi gettai dietro il lungo divano, gli spari che rimbombavano dentro il salotto. Pochi momenti dopo, un'altra figura si sedette accanto a me, mi voltai e vidi DK che respirava affannosamente mentre cercava di scappare dalla situazione.

"Oh mio dio..." furono le sue uniche parole.

Annuii, completamente scioccato a mia volta da come le cose avevano preso una piega decisamente peggiore di quanto mi sarei aspettato.

Da quando Jiselle aveva puntato la pistola contro Seungcheol e aveva minacciato di sparare veramente, tutti si erano gettati contro tutti e adesso impazziva una lotta di spari e grida. Trasalii quando uno strillo acuto rimbombò nella stanza, mi voltai per vedere cosa stava succedendo e vidi San che si teneva la mano sulla spalla sanguinante, provando inutilmente a sbarrarne il flusso.

JEALOUS BOYSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora