HO DETTO FINALMENTE AMORE

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Amalia uscì dal portone del palazzo con passo deciso e il cuore colmo di angoscia. Alessandro la teneva a braccetto quasi per sorreggerla, l'aiutò a salire in vettura e le accarezzò i lunghi capelli biondi. Istintivamente guardò in alto verso la finestra dello studio della madre. Si poteva intravedere una figura dietro il broccato rosso delle tende. Chiese al vetturino di accompagnarli al Parco del Valentino.

"A nostra madre cosa hai detto?" chiese Amalia, cercando di mantenere la voce ferma.

"La verità, sorella mia. So che faresti una pazzia. Hai solo diciannove anni, sei una Dama della Regina, la stessa Regina Vittoria ti vuole a Corte, e non desidero una fine misera per te. Dammi tempo!"

Amalia sbiancò e lasciò andare la mano del fratello. Girò il capo verso il finestrino e si asciugò le lacrime con il guanto.

"Proprio tu, fratello, proprio tu..."

"Amalia, non ti ho detto di lasciare Pietro. Ascoltami, per amor del cielo. Ho solo chiesto di aspettare. Papà non sta affatto bene. Quando sarà il momento giusto, con la mamma a Racconigi, le decisioni le prenderò io. Il matrimonio con il Marchese è previsto fra un anno. Tu vai dai cugini e poi dagli zii a Maryfield. Ho scritto a Robert, si prenderà cura di te. Devi avere pazienza."

"Sei diverso da stanotte, fratello. Pensavo che il tuo amore per Michael ti facesse capire meglio il mio amore!"

"È una minaccia, sorella?" grugnì mordendosi il labbro inferiore.

"Una minaccia, Alessandro! Sei mio fratello e non mi sognerei mai di farti del male. Non lo dirò a nessuno, neppure a Pietro."

"Nostra madre sa del mio... chiamiamolo così, fardello. Ho preferito dirglielo io, almeno non le ho permesso di tramare alle mie spalle. I suoi uncini arrivano anche oltre la Manica e mi avrebbe distrutto. E se non me, lui. Lo sai sorella che è un crimine amare un altro uomo? Un nobile lo distruggono moralmente e socialmente e un poveraccio se la può cavare con qualche anno di lavori forzati, se resiste. Ma ora parliamo di te, non di me. Giusto o sbagliato che sia - e sai bene che lo trovo ingiusto - sono un uomo e questo nostra madre lo sa perfettamente e con me può far ben poco."

"Lavori forzati, fratello? "

"Ho sentito a Palazzo Carignano in una seduta segreta che vorranno unificare le leggi penali, quando e come non lo so ancora, comunque si, siamo creature colpevoli di atti contro natura e non siamo liberi di amare neppure in privato. Se un servitore ci denuncia... addio amore, sorella"

"Amore!" urlò Amalia. "L'amore deve sempre attendere, come puoi aspettare, fratello?" Poi proseguì baciandolo in fronte.

"Scusami, non avevo idea"

"A volte sì, io devo aspettare più di te cara sorella" esclamò Alessandro e proseguì con voce tremolante. 

"Lo so sorella, vivi nel tuo mondo romantico nella tua stanza o in libreria, leggi le scrittrici inglesi, ti piacciono gli amori tormentati, ti lasci trasportare dai versi colmi di fuoco e passione; ti insegnano che l'amore può scoperchiare e cambiare il mondo? No, mia cara sorella, lascia che sia io a giocare questa partita anche per te. Da sola finiresti schiacciata, non felice e sorridente come un 'eroina della Austen o di un verso della Barret!."

"Ma l'amore non ha limiti, nessun fine, nessuna misura, nessuna preghiera più vera del cuore spezzato" Esclamò Amalia tutto d'un fiato accarezzando la mano del fratello.

"Sorella mia, comprendo la bellezza di queste parole della Barret. Tuttavia, i tuoi amori romantici portano dolore e non gioia. La vita è più complessa dei tuoi poeti, la nostra vita, cara sorella, la decidono a Palazzo Carignano o nei salotti nobiliari"

HO DETTO AMORE  - Il ciondolo segreto -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora