ORGOGLIO E PREGIUDIZIO

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"Il mio orgoglio e il tuo pregiudizio hanno reso nemici coloro che avrebbero dovuto essere amici." Austen



"Non sono il tempo e le opportunità a determinare l'intimità; è solo la disposizione d'animo."

—Jane Austen

Il Tempo e il Destino


Le automobili stanno diventando una mia abitudine, mio malgrado. Dopo tanta insistenza, Michael è riuscito a farmi salire su questi aggeggi di ferro e ruote, e devo dire che, a parte lo stupore iniziale e lo spavento, mi sono letteralmente avvinghiato a lui, senza alcuna intenzione di staccarmi.

Povero il mio Michael, deve sopportare le mie paure della modernità. Assurdo! Lui invece le adora, ama da impazzire quella scatola parlante con il filo... lo chiamano telefono. Io, invece, sono rimasto fermo ai telegrammi con quegli intricati fili metallici.

Mi affascinavano i telegrafisti, uomini che battevano messaggi con una velocità e una precisione tali da sembrare danzatori in un salone delle feste.

Comunque, sto bene qui, avvinghiato a lui, con la scusa di questo assurdo veicolo.

«Salì, Ale, su!»

«No.»

«Non fare il bambino. Non è un mostro, è solo un'automobile.»

«Michael, questo coso si muove senza cavalli. Non è naturale.»

«Non lo è neanche il tuo modo di stringermi come stessi per essere rapito da banditi.»

«Non si sa mai. Piuttosto, mi baci?»

«Vuoi un bacio?» domanda lui, con quello sguardo che mi fa sempre capitolare.

«Se baciarmi è il prezzo per farmi salire su questo inferno di ferro, allora sì.»

Michael ride, scuotendo la testa, mentre il giovane autista ci osserva con un sopracciglio alzato, palesemente divertito dalla nostra interazione. Avrà poco più di vent'anni, ma non sembra disturbato dalla nostra conversazione. Anzi, c'è qualcosa nel suo sguardo che mi suggerisce comprensione, forse anche affinità.

Michael si avvicina, abbassando la voce con malizia: «Ti bacerò quando meno te lo aspetti, amore mio. E scommetto che lo amerai più di quanto non amerai quest'automobile.»

Sbuffo. «Lo dubito altamente.» Michael mi lancia un'occhiata divertita e, senza alcun preavviso, sfiora con le labbra la pelle del mio collo, lì, proprio sotto l'orecchio. È un gesto leggero, ma sufficiente a farmi rabbrividire.

«Michael!»

«Cosa? Stavo solo mantenendo la mia promessa.»

«Hai promesso un bacio, non di farmi venire i brividi.»

«Non è colpa mia se il tuo collo è così sensibile.»

Cerco di restare impassibile, ma so che lui sa. Il suo sorrisetto malizioso mi dice tutto.

«Ora capisco tutto. Il vero problema non è l'automobile, è che non puoi afferrarti alla criniera del cavallo mentre corri.»

«Maledetto, mi prendi in giro?»

«Io? Mai!» dice con un sorriso furbo.

Poi, abbassando la voce vicino al mio orecchio, aggiunge: «Ma posso offrirti qualcos'altro a cui aggrapparti, se proprio ne hai bisogno.»

HO DETTO AMORE  - Il ciondolo segreto -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora