DISONORE

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Palazzo Bolongaro si erge maestoso davanti a me, la facciata neoclassica splende sotto i raggi del sole, quasi a voler mascherare l'oscurità che si annida all'interno. Il mio cuore è un tumulto di emozioni: da un lato, la gioia di essere qui con Michael, dall'altro il peso insopportabile del disonore che grava sulla nostra famiglia. Mio fratello ha deciso di ospitarmi, ma rifugiarmi tra queste mura è tutt'altro che semplice. Vivere con mia madre, in questo momento, sarebbe stato un vero incubo, e l'eco della sua voce furiosa risuona ancora nella mia mente.

Il lutto imposto ai domestici e il drappo della nostra casata ritirato dalla facciata principale sono segnali inconfondibili del caos che ci circonda. "Avete disonorato questa illustre Casa," aveva detto mia madre, l'indignazione che mi attanagliava il cuore. "Ciò che hai fatto tu è agghiacciante." Ogni parola era un colpo inferto a un legame già fragile.

Con voce ferma, le dico: "Il lutto è esagerato, madre. Dopotutto, se si sapesse ciò che hai fatto tu..." La frase rimane sospesa nell'aria, carica di tensione.

"Comunque, madre," continuo, "ora starai qui. Poi deciderò. La residenza di Racconigi, che ora è mia, sarà a completa disposizione della signora Belladonna. Ha salvato mia sorella e mio nipote."

"Malefica!" sbraita mia madre, il suo volto contorto dalla rabbia.

"Digerisci la situazione, sarà più semplice per te," ribatto, cercando di mantenere la calma in mezzo alla tempesta.

"Alessandro, non hai ancora vinto," risponde lei, coprendosi il viso con il velo a lutto, un gesto che rappresenta la sua sconfitta interiore e il suo orgoglio ferito.

La tensione palpabile si fa sentire, come un temporale in arrivo. Annabella è rimasta in Francia con mia sorella, e mentre il pensiero di loro due mi consola, so che saranno presto ospiti dei duchi di Savoia. Ma prima devo affrontare una tempesta: il Re, infuriato per la situazione, il marchese fuori di senno e una madre altrettanto furiosa.

I duchi sono piacevolmente gentili; il ramo cadetto di Sua Maestà è meno formale, e la serata si è protratta nello studio privato di mio fratello, dove ci siamo concessi un brandy.

"Mi dica, Conte," inizia il Duca con un tono serio, "avete scoperto la verità. Ci teniamo a precisare che dovrà rimanere un segreto nostro e vostro." E con un gesto sottile, accenna uno sguardo verso Michael.

"Avete la mia parola, Vostra Grazia," rispondo sorseggiando il brandy, cercando di mantenere un atteggiamento composto nonostante il peso della situazione.

In quel momento, mentre la conversazione prosegue, mi rendo conto di accarezzare involontariamente le mani di Michael, un gesto che tradisce la mia vulnerabilità. Gli occhi del Duca si illuminano di un sorriso sornione. "Ah, i chiacchiericci dei salotti sono veri, allora!" dice, con un tono che non sembra affatto scandalizzato. Anzi, c'è una sottile complicità nel suo sguardo, come se desiderasse incoraggiarmi a vivere liberamente. 

I miei occhi si posano su un ritratto del figlio del Re, Sua Altezza Umberto. Un brivido di anticipazione mi attraversa mentre il Duca continua: "Non appena nascerà nostro figlio," sorride, "sarà firmato l'accordo fra i due rami di Casa Savoia. Se nascerà una femmina, potrà essere destinata a sposare l'erede al Trono."

In quel momento, mentre il futuro si intreccia con le aspettative e le responsabilità, la mia felicità con Michael sembra un fragile barlume in un mare di problemi. Ma non posso permettere che la loro rabbia offuschi la mia vita. Devo trovare un modo per sistemare le cose, per proteggere ciò che ho di più caro.

Mentre mio fratello mi abbraccia, donandomi una spilla con le sue iniziali, sento un'ondata di confusione e incertezza. I suoi gesti affettuosi contrastano con l'angoscia che mi attanaglia. Ma proprio in quel momento, la porta si apre e, come un fulmine a ciel sereno, Sua Maestà il Re si palesa davanti a noi.

Il suo sguardo, un tempo colmo di tenerezza, ora è crucciato e severo, le labbra serrate in una linea di disapprovazione. "Vostre grazie," dice con tono imperioso, "gradirei parlare solo col signor Conte e con il suo amico inglese."

Un brivido mi percorre la schiena, e balbetto: "Vostra Maestà!"

HO DETTO AMORE  - Il ciondolo segreto -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora