Palazzo Reale, Torino – 2 Maggio 1851
"E nel pensier ricerco il tuo volto,
questo è il mio tormento e la mia pena."
— Giacomo Leopardi
Il Palazzo Reale è un trionfo di eleganza, uno scrigno di luci, suoni e colori che si intrecciano in una serata di splendore e potere. Il grande ballo si svolge come un incanto, avvolto dal riflesso dorato dei lampadari di cristallo, mentre l'aria è satura del profumo di fiori freschi e cera d'api.
Le dame, avvolte in velluti e taffetà, ondeggiano nelle loro danze con grazia innata, creando un vortice di blu zaffiro, verde smeraldo e rosso rubino, mentre gioielli sfavillano tra le onde dei loro capelli. Gli uomini, in frac e decorazioni militari, conversano a bassa voce, tra sguardi calcolati e risate misurate.
Mia sorella Amalia e Pietro danzano al centro della sala. Il loro valzer incanta gli astanti, raccontando la loro storia d'amore proibita, ora consacrata agli occhi del mondo. Ogni passo è una dichiarazione di felicità, un inno alla libertà. Osservo, e dentro di me cresce un dolore sordo: un desiderio di vivere la stessa spensieratezza, senza le catene dell'ipocrisia, senza il peso di chi sono.
Questo ballo è voluto dal Re, per ufficializzare l'unione tra una nobildonna di Casa Savoia e un uomo senza lignaggio, ma che ora porta un titolo per decreto reale. Un compromesso tra tradizione e rivoluzione. Mentre il matrimonio di mia sorella è un evento di celebrazione, la realtà politica è instabile, tesa come una lama pronta a colpire.
**Un'ombra tra i riflessi dorati
Accanto a me, Michael assorbe l'atmosfera con il suo tipico sguardo acuto, ma qualcosa lo inquieta.
«C'è qualcosa di strano» mormora, gli occhi che scrutano la folla.
«Che vuoi dire?»
«Guarda quel giovane cameriere, lì, vicino al Re. Si muove in modo insolito.»
Il suo tono è teso, affilato. Seguo il suo sguardo e un brivido mi percorre la schiena.
**Intrighi e diplomazia
La conversazione tra gli ambasciatori si svolge sullo sfondo della musica e delle risate.
«Vostra Grazia Alessandro» dice l'ambasciatore inglese, il sorriso enigmatico. «L'Inghilterra osserva con interesse il vostro regno. I vostri talenti diplomatici non passano inosservati.»
Il francese annuisce.
«Un'alleanza con la Francia potrebbe rivelarsi strategica. Le vostre inclinazioni moderne potrebbero rafforzare i nostri rapporti...»
Ma non ascolto più. Michael è teso. La sua mascella si irrigidisce. Poi, tutto accade troppo in fretta.
**L'attentato
Michael sussurra, concitato:
«Alessandro, guarda!»
Si muove prima che io possa fermarlo. Scatta avanti. Il cameriere accelera il passo, un vassoio d'argento tra le mani. Non è champagne ciò che trasporta.
Michael si frappone tra il cameriere e il Re.
Uno sparo.
Un fragore assordante lacera l'aria, il tempo si ferma.
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HO DETTO AMORE - Il ciondolo segreto -
RomanceTorino, 1850. Può un amore sopravvivere quando il mondo lo condanna? Può un sentimento bruciare senza essere mai pronunciato? Alessandro Crepuett, giovane aristocratico, ha sempre saputo qual era il suo posto: erede di una famiglia potente, cugino d...