La luce diviene forte; non sembra provenire da una lampada ad olio né da una di quelle moderne diavolerie. È qualcosa di cilindrico che emette tantissima luce, abbagliandomi il viso. * Michael è accanto a me e si affretta a vestirsi alla bell'e meglio. Io rimango impietrito, con il petto nudo, senza riuscire a trovare la giacca né le mie bretelle, finite chissà dove. Resto in piedi a pochi passi da lui. Michael mi sussurra all'orecchio: «Non parlare, lascia che dica io, e intanto copriti, forse ho capito chi è!».
«Altezza, mio cugino ed io...», mi stringe la mano come volesse dirmi che siamo al sicuro con questo giovane uomo. Non posso fare a meno di guardarlo: è altissimo, con occhi marroni penetranti, labbra che si addolciscono sul viso. La sua figura è proporzionata e fiera, indossa una divisa militare, credo sia da ufficiale o comunque di alto rango.
«Sì, Michael, tuo cugino si aggira furtivo e non me lo aspettavo. Lo credevo a Londra dai Duchi e poi a Napoli, per la faccenda che gli avevo incaricato!».
«Michael, con chi stai parlando?», gli sussurro ancora piano all'orecchio.
«Allora, Conte», mi dice il giovane. «Usciamo; non dovreste neppure essere qui!».
«Sì, è lui, è il Principe», mi conferma Michael cercando di sistemarmi la camicia.
«Lui chi? Caspiterina, Michael!».
Lo seguiamo fino agli appartamenti reali. Mi osserva brevemente e prosegue: «Alessandro, come cugini siete un po' troppo intimi per i miei gusti. Con tutta Torino a disposizione e il tuo palazzo, proprio qui ragazzi... per carità, sono credente ma non vi giudico, tranquilli. Chi sono io per giudicare, il Papa?», prosegue smorzando una risatina. «Quello che ho visto rimane nel mio scrittoio, non ci pensiamo più. Comunque, siete di una somiglianza incredibile, siete sicuri di non essere fratelli gemelli, divisi in culla?», riprende una risata, questa volta più pronunciata.
Il principe viene distratto da qualcuno; stanno arrivando dei Carabinieri Reali. Credo che li stia tranquillizzando riguardo alla nostra presenza. Sussurro a Michael: «Ma siamo ancora nel 1922?».
«Amore, l'ho riconosciuto solo perché tua sorella ne è follemente innamorata. Ricordo di aver letto molto su di lui in quei giornali illustrati che legge, e poi da come parla sembra conoscermi. Comunque, non credo che siamo nel 1922; era più giovane quando l'ho visto».
«Principe!», fa Michael facendomi indietreggiare. «Vi ricordate di Londra?».
«Ubriachi!», sogghigna, dando una pacca sulle spalle a un Carabiniere.
«Molto», esclamo io, trasudando e forzando una imbarazzante risatina.
«Oh, santo cielo, sono qui per il mio rientro a Torino! Vi accompagno negli appartamenti degli ospiti, poi domattina vi chiederò di accompagnarmi alla Reggia. Voglio fare delle piccole modifiche alle stanze del mio antenato Vittorio Emanuele II e di Maria Adelaide!».
Sul comodino accanto al grande letto matrimoniale, c'è un giornale illustrato che annuncia il rientro alla Reggia di Torino di Sua Altezza Reale il Principe Ereditario, Umberto di Savoia. 28 ottobre 1925. *
Michael si sdraia sul letto esausto e mi fa dei grattini sulla schiena. Ha la capacità di elettrizzarmi il corpo, come si dice oggi: sa toccarmi con leggerezza e forza, con slancio e pudore. Crollo sulle sue braccia e mi lascio andare ancora alle sue mani, che mi scuotono e mi incoraggiano ad amarlo sempre di più. Toccando la giacca, noto che lo spessore all'interno del taschino è leggermente diverso. «La missiva di Sua Maestà, la porto sempre con me», grido. In effetti, la missiva non è più quella. «Aprila», fa Michael portandosi in posizione seduta.
A Sua Eccellenza il Conte Crueppet, London
**Vostra Eccellenza,
il Nostro cuore di amico è triste per la Vostra decisione di rimanere in Inghilterra con Vostra sorella e Vostro cugino. Ma capiamo le ragioni che Vi hanno spinto a preferire un cottage a un Palazzo e alla Nostra Corte a Torino. Abbiamo ricevuto tempo fa una fruttuosa risposta dalla Regina Vittoria; grazie a Voi, la nostra Alleanza con la Corona britannica sta portando alleati per la Nostra Causa in Italia. * Siamo rattristati di non avervi ringraziato personalmente a Londra, lo scorso mese, al ballo e al ricevimento a Corte. * Abbiamo riflettuto sulla faccenda dello Statuto Albertino e, nonostante Crediamo che Ella abbia perso il senno, abbiamo dato incarico ai Nostri Consiglieri della Corona e al Nostro Ministro Cavour di studiare la questione costituzionale. Vi confermiamo la Nostra attenzione per i Vostri interessi a Torino e abbiamo dato incarico alle Dame della Nostra amatissima Consorte, che ha lasciato questa terra, di prendersi cura di Vostra madre. Confidate sempre nella Nostra perpetua protezione e amicizia e in quella dei Nostri Reali Successori. Portate i Nostri saluti alla Vostra cara sorella.
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HO DETTO AMORE - Il ciondolo segreto -
RomanceTorino, 1850. Alessandro e Michael, due giovani di mondi opposti, sono legati da un amore proibito. Alessandro, un nobile ribelle dell'aristocrazia sotto il regno di Vittorio Emanuele II e le riforme di Cavour, nasconde il suo amore per Michael, un...