EROS E AGAPE

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-DA QUESTO CAPITOLO, ALESSANDRO, RACCONTA LA SUA STORIA AL PRESENTE CON IL SUO IO NARRANTE. -


Avevo lasciato Torino da otto giorni. Pietro si era rasserenato e finalmente aveva capito che attendere non significava perdere, ma solo aspettare il momento giusto. Sono felicissimo che mi stia ascoltando come un amico sincero. L'ho fatto partire per Napoli dal fratello con un mio lasciapassare speciale: lavorare alla Stamperia Reale potrebbe essere fruttuoso per lui. La questione italiana non mi piace affatto; appena troverò un piccolo cottage per me e Amalia, lo farò venire a Londra. È un ragazzo dotato di grande intelligenza e padronanza letteraria. Penso che la mia lettera di raccomandazione ai Borbone porterà qualcosa di buono, in attesa della sua nuova partenza.

Non mi fido di mia madre, di una donna che preferirebbe la mia morte piuttosto che proteggere e accarezzare il mio tormento. Neppure del Re ho piena fiducia. Certo, siamo amici, ma non credo che questa nomina improvvisa sia solamente un gesto di amicizia. In parte lo è, non mi farebbe mai del male, è stato chiarissimo e comprensivo, ma preferisce vedermi all'estero, lontano da Palazzo Carignano, dai miei dibattiti scomodi sulle classi sociali, dalla Corte e dai chiacchiericci, protetto e al sicuro con il suo fazzoletto di seta blu.

Ma userò la sua benevolenza e il suo affetto d'amico per aiutare mia sorella e spero in qualche modo anche me. Mi sento schiacciato e non voluto, nessuno a Torino mi vuole. Sono scomodo, ed è una tragedia personale ma anche universale, perché spesso avverto tutto il dolore di quelli come me.

Sto varcando l'immenso parco della tenuta di Hall, lo sguardo posato per un attimo sull'imponente quercia che adombra un sentiero adagiato sul lago, come fosse una memoria antichissima custodita nel mio cuore. Proprio lì, ho sfiorato le labbra di Michael, e quell'unico momento di gioia mi sostiene fino a oggi.

Davanti a quella quercia secolare, mi perdo nei pensieri.

Quel maestoso albero, testimone silenzioso di secoli, mi ricorda l'eternità del desiderio umano di amore e libertà. Ogni foglia, ogni nervo e ogni ramo raccontano storie di speranze e sogni, proprio come il mio amore per Michael.

In questo luogo, mi sento connesso all'anima del mondo, a una verità più grande: l'amore, in tutte le sue forme, è un diritto innato, al di là delle convenzioni sociali e dei pregiudizi.

Michael mi aveva donato un libro commentato sul Simposio di Platone, e si era soffermato su un passo che descrive Eros come un demone capace di attraversare i due mondi, il nostro e quello sovrasensibile, quello degli Dèi, per poter finalmente dis...

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Michael mi aveva donato un libro commentato sul Simposio di Platone, e si era soffermato su un passo che descrive Eros come un demone capace di attraversare i due mondi, il nostro e quello sovrasensibile, quello degli Dèi, per poter finalmente dissetarsi della bellezza di due esseri che si amano. L'amore platonico era forza, desiderio, necessità dell'anima di entrare nell'altro non solo con il pensiero ma anche e soprattutto con il corpo, per sentire l'indecifrabile magnificenza della bellezza.

La tenuta degli zii ha la prepotenza di una dimora storica e l'intimità di una piccola corte privata. Dal viale si sentono le note della musica e il rumore ovattato delle danze.

Amalia, probabilmente, sarà in qualche ballo. Non bado agli abiti, all'etichetta; sono vestito come un aristocratico giovanotto, ma senza la superba ostentazione della ricchezza. Ho chiesto al cugino Robert che il mio arrivo sia annunciato senza inutili manifestazioni, senza servitori in riverente attesa.

È già notte e ho chiarito che non riceverò nessuno fino all'indomani, neppure mia sorella.

Robert mi accoglie con affetto dall'entrata della servitù e mi conduce nelle mie stanze.

"Michael!" dice Robert. "È al nord ma arriverà a giorni, ha lasciato questa lettera per te." Poi aggiunge sorridendo: "Cugino, quanto è bello riaverti qui! E Amalia ha già più pretendenti di tutte le giovani della stagione invernale!" Poi aggiunge. "Amalia oggi ha avuto un malore, niente di grave, stai sereno,  non abbiamo neppure chiamato il medico, si è ripresa subito!" 

Sospiro. "Amalia, Amalia, vorrebbe una vita a Corte, ma con Pietro..."

Noto la contraddizione che vive mia sorella: da una parte, è quasi incollata al mondo dorato dei balli, delle serate danzanti, del lusso e dei corteggiamenti; dall'altra, desidera un amore semplice con Pietro, l'umile panettiere.

Amalia è divisa tra due mondi opposti, e sento il peso di questa lotta interiore. So bene quanto sia pericoloso amare liberamente in questo mondo, ma desidero per lei ciò che io stesso anelo: la possibilità di vivere un amore sincero, senza catene, con l'anima e con il corpo.

Mi prometto che farò tutto il possibile per aiutarla a trovare la sua strada, proprio come spero di trovare la mia. Nell'oscurità della mia stanza, mi faccio forza con la convinzione che un giorno, forse, entrambi potremo vivere l'amore incondizionato che sogniamo, liberi dalle imposizioni di un'epoca crudele.

La lettera di Michael è di poche righe.

"Mio adorato, finalmente potrò abbracciarti ancora, se Dio vorrà, e tenerti più stretto fra le mie braccia. Mio padre ha saputo che ti amo e mi ha allontanato. Sarà mio fratello minore ad occuparsi dei suoi affari. Sono stato estromesso dalla famiglia e da tutti i miei diritti ereditari. Non mi interessano i suoi soldi, l'idea che ho TE mi fa sparire ogni dolore.

Tuo per sempre,

Mic."

Sul letto trovo il mio ciondolo sul cuscino e lo stringo al petto. Lo avrà lasciato Amalia per me.

Emette ancora quel forte luccichio che mi fa tremare il cuore, ma questa volta la luce è più intensa, quasi abbagliante. Non riesco a capire; non è solo il fatto di vedere il mio Michael. No, Dio! Mi stropiccio gli occhi. Vedo me stesso insieme a Michael in abiti che non ho mai visto prima. Siamo abbracciati in mezzo ad altri e sorridiamo.

Un vortice di luce mi avvolge, rendendo tutto più nitido e reale. Mi sento stordito, come avessi preso dell'oppio, ma anche straordinariamente vivo. Abbracciato e felice fra la folla. Dio, come siamo felici in quel luogo! Io non ho mai sentito in vita mia una tale bellezza nell'anima.

HO DETTO AMORE  - Il ciondolo segreto -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora