SOTTO IL VESUVIO

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Il mio diario è aperto sullo scrittoio, la penna tra le dita. Scrivo. Scrivo.

La luce elettrica pende dal soffitto come una sentenza. Troppo chiara, troppo invadente. Non tremola come la fiamma di una candela, non danza con il respiro della stanza. È fredda, impietosa. Mi brucia gli occhi, costringendomi a sbattere le palpebre più volte.

È come se il mondo stesso rifiutasse di appartenermi del tutto.

Mi muovo istintivamente verso l'angolo più buio dello studio, cercando rifugio da quel bagliore innaturale. Il legno lucido della scrivania di mia madre riflette sprazzi di quella luce crudele, spezzando l'ombra con colpi netti.

Lei è lì, seduta con le mani intrecciate, il volto scavato dal tempo e dalla sua stessa determinazione.

Azzurri come i miei, i suoi occhi.

Mi fissano con un'intensità che non riesco a decifrare. Non c'è solo distacco, non solo la severità di sempre. C'è un'incrinatura nel suo sguardo, una crepa quasi impercettibile. Una domanda, forse un rimpianto.

Mi siedo, le mani che stringono i braccioli della sedia come se potessero tenermi ancorato a qualcosa di reale. Accanto a me, Michael. Silenzioso, ma presente. Sento il suo sguardo su di me, il calore che emana anche senza toccarmi.

E in quell'istante capisco: la luce che mi acceca non è solo quella elettrica. È il passato che non si spezza, è la verità che sta per essere detta.

«Madre», dico con tono amorevole, proseguendo nell'accarezzare la mano tremante di Michael, «non ti giudico, e neppure lui lo farà

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«Madre», dico con tono amorevole, proseguendo nell'accarezzare la mano tremante di Michael, «non ti giudico, e neppure lui lo farà. Parla!»

«Ho amato

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«Ho amato.»

Le sue dita sottili si stringono attorno a un fazzoletto di lino. Lo porta alle labbra, quasi a voler cancellare quelle parole appena pronunciate. Deglutisce, come se il peso della memoria le serrasse la gola. Poi, con un filo di voce, sussurra un nome:

«Il Duca di Hall. Cugino della Regina Vittoria, amico intimo di mia sorella Anna.»

Mi alzo lentamente. Il cuore mi martella nel petto. Mi inginocchio davanti a lei, alla donna che ho temuto, sfidato, detestato. Ora la guardo e vedo solo un'ombra di ciò che è stata.

HO DETTO AMORE  - Il ciondolo segreto -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora