TI AMERO' SEMPRE

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"Ti Amerò Sempre" - Riferendosi al famoso verso "I love thee to the depth and breadth and height my soul can reach."Barret

"Ti amo fino alla profondità, larghezza e altezza che la mia anima può raggiungere."Barret

"È una realtà tragica che i cuori più nobili debbano affrontare i dolori più profondi."

- John Keats


Michael è stato condotto negli appartamenti privati del Re, un luogo quasi inaccessibile, dove il profumo di cera e legno lucido aleggia nell'aria. Gli arazzi che adornano le pareti raccontano storie di battaglie e di gloria, ma oggi sembrano solo silenziosi testimoni della mia angoscia. Sua Maestà la Regina è seduta accanto a mia madre, il loro sguardo inquieto riflette l'ansia di un momento critico.

"Figlio," mi dice la Regina, la sua voce un tono tremolante e intimissimo ma anche vibrante, come se cercasse di infondere coraggio e di rivelare qualcosa. "Vostro cugino ha compiuto un atto eroico. Dobbiamo sperare in un miracolo."

Ma io evito di guardarla, il mio cuore è troppo pesante per affrontare la sua preoccupazione. "Ma è in pericolo, Vostra Maestà," rispondo, la voce tremante. "Un proiettile è fermo in un punto critico del suo corpo. Non posso pensare a nulla che non sia il suo dolore." Le parole mi escono in un sussurro, cariche di angoscia.

"Vostra Grazia," interviene la Regina, avvicinandosi, "l'eroismo di Michael non può essere vano. Ha salvato il Re, e ora noi dobbiamo fare il possibile per salvarlo." Le sue mani si stringono attorno alle mie, trasmettendomi calore e sostegno in questo luogo dove il potere si manifesta così violentemente. I suoi occhi, dolci e melanconici, mi infondono una sicurezza fragile, come un raggio di sole che si fa strada attraverso le nuvole.

La porta si apre con un lento scricchiolio e il Re entra nella stanza, visibilmente preoccupato. Il suo volto, solitamente sereno e autoritario, ora è solcato da linee di ansia. "Vostra Grazia Alessandro," dice con voce grave ma affettuosa, "vi accompagnerò da Michael. Non possiamo perdere tempo."

Mentre percorriamo il corridoio, la grande camera in cui Michael è stato portato si apre davanti a noi. L'aria è densa di un odore pungente di cacciagione, un richiamo alla caccia che il Re ama tanto, ma che in questo momento sembra fuori luogo e inopportuno. La stanza è ampia, con pareti rivestite di arazzi che raccontano storie di battaglie e trionfi, ma il loro splendore non riesce a distogliere l'attenzione dalla scena centrale: Michael disteso su un letto non lunghissimo, circondato da tre medici e quattro aiutanti, intenti a prendersi cura di lui.

La luce fioca di un lampadario illumina la scena, creando un'atmosfera quasi irreale. Michael sembra addormentato, il suo viso pallido e sereno, ma il lucore della sua pelle tradisce la gravità della situazione. Un silenzio carico di tensione riempie la stanza, e il battito del mio cuore rimbalza nelle orecchie come un tamburo in un corteo funebre.

"Vostra Grazia," dice uno dei medici, senza distogliere lo sguardo dal suo lavoro, "stiamo facendo tutto il possibile. Il proiettile è fermo in un punto critico. È un momento decisivo." Le sue parole, pur essendo professionalmente rassicuranti, non riescono a placare la tempesta che si agita dentro di me.

All'improvviso, il brusio del mondo esterno si fa più forte, e il mio sguardo si sposta verso la porta. Amalia e Annabella entrano nella stanza, il loro volto carico di preoccupazione. "Alessandro!" esclama Amalia, avvicinandosi.

"Siamo qui per te."

"Vostra grazia," dice Annabella, con un tono di voce che cerca di infondere speranza. "Abbiamo appreso che a Monza c'è un eccellente chirurgo. Sua Maestà il Re ha già contattato l'ambasciatore austriaco. Potrebbe arrivare presto." La determinazione nei loro occhi è un raggio di luce in questo buio.

HO DETTO AMORE  - Il ciondolo segreto -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora