LAVANDA E TABACCO SPEZIATO

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Mi trovo nel giardino di Racconigi, circondato dalla bellezza dei ricordi di settembre del 1847 e del 1848. I colori caldi dei fiori si mescolano con il verde intenso delle foglie, mentre il sole tramonta, tuffando il mio mondo in una luce dorata. In questo luogo incantato, i ricordi di un amore intenso e appassionato riaffiorano, come un dolce eco di un passato che non voglio dimenticare.


Due giorni in particolare si stagliano nella mia memoria, quando Michael entrò decisamente e definitivamente nella mia vita. La prima volta era stato invitato dal cugino Robert a un ricevimento in Inghilterra a Hall Park: il mio magico 1847. Fu un colpo di fulmine, un momento che cambiò tutto. I suoi occhi luminosi, di un blu profondo come l'oceano, e il sorriso contagioso promettevano un'avventura che non avrei mai osato sognare. Mi sono innamorato? Sì, immediatamente. E lui? Altrettanto amore per me, un amore che sembrava sfidare il tempo e lo spazio.

"Alessandro," mi diceva Michael, avvicinandosi con passo deciso, il suo sguardo penetrante che faceva vibrare il mio cuore, concedendomi l'idea che volesse baciarmi. "Hai del tabacco? Ne avrei bisogno per rilassarmi."

"Sì, certo," rispondo, la mia voce tremolante dall'emozione

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"Sì, certo," rispondo, la mia voce tremolante dall'emozione. "Ma non possiamo farlo qui." Con un sorriso malizioso, lo invito a nascondersi dietro la grande quercia accanto al laghetto, mentre i balli proseguono e la musica riecheggia sulle increspature della luce delle lampade.

"Lo sai che stiamo facendo?" dico, i miei occhi scintillanti di desiderio.

"Ti sto baciando!" risponde lui, la sua voce carica di una passione che sembra riempire l'aria attorno a noi.

"Credo che stiamo facendo qualcosa di diverso da un bacio. È come un terremoto!"


Non appena ci rifugiamo nell'ombra, ci abbracciamo e ci sfioriamo le labbra, mentre le sue calde mani sfiorano il mio sopracciglio. È un abbraccio che racchiude tutto il nostro amore e la nostra passione, un momento in cui il mondo esterno svanisce: mia madre, la mia casa, i miei cugini, i pensieri del Re sulla guerra, le aspettative di Casa Savoia sulla mia carriera diplomatica e parlamentare. In quel rifugio segreto, il tempo sembra fermarsi.

"Ricordi quel primo sguardo a Londra?" sussurrava Michael a Torino nel 1848, il suo respiro caldo contro il mio collo. "Sapevo che c'era qualcosa di speciale tra noi, un legame che trascendeva le epoche."

"E io lo sapevo," rispondo, perdendomi nella dolcezza del suo abbraccio. "Ogni istante con te è un ricordo da custodire, un miracolo in mezzo a questo tumulto che attraversa i secoli."

Rammento che eravamo nel giardino. Lui era giunto nel Regno per affari e ci siamo rivisti dietro il grande colonnato di Palazzo Carignano. Quante volte ci siamo scritti da quel momento a Hall Park! Decine e decine di lettere profumate di lavanda e tabacco speziato, un aroma che evocava la dolcezza dei nostri incontri e l'intensità delle nostre emozioni. Ogni lettera terminava con versi di Keats, come un sigillo d'amore, un modo per tessere la nostra connessione attraverso le parole: "La bellezza è verità, la verità bellezza." Rivederlo è stato come tuffarmi nella perfezione! Ero ancora così ingenuo, credevo che un uomo potesse amare liberamente l'essere che gli aveva donato l'anima.

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