RAGIONE E SENTIMENTO

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"Non sono il tempo e le opportunità a determinare l'intimità; è solo la disposizione d'animo." Austen

Mi sento gli anni che mi vengono strappati dal cuore, non tanto per aver scoperto che il mio vero padre è il Duca, colui che consideravo uno zio affettuoso e amorevole, ma per tutte le menzogne che hanno travolto il mio sangue e le mie più intime verità. E cos'altro deve ancora confessare mia madre? Cosa potrebbe essere più sconvolgente di questa verità?

Lei è seduta, facendo grattini sulla stoffa della poltrona, poi guarda Michael e dice teneramente: «La busta che hai intravisto non è quella che pensi; quella che hai notato è una lettera che ho fatto scrivere da un mio caro amico, nipote di un notaio dei Borbone, un notaio anch'egli. Un giorno vi servirà.»

«Ci servirà per cosa, madre?» chiedo, cercando di mantenere la calma.

«Pensavo di essere impazzita anche io, come voi. Dove siete stati in questi tre anni? Mia sorella e i tuoi cugini, i tuoi fratellastri, non vi hanno mai visto a Maryfield. E tuo zio...tuo padre è morto qualche mese fa e, con grande sorpresa, ti ha riconosciuto come figlio legittimo. Ora sei il primogenito maschio e Duca di Hall, figlio!»

«Questo volevi dire di sconvolgente?»

«No, ma ora sei legittimamente cugino diretto del Re d'Inghilterra, sei tra gli uomini più ricchi dell'impero britannico. Sapessi che rendita hai!» risponde lei con un sorriso.

«Badi sempre a queste cose, madre. Non cambierai mai!» ribatto, sentendo il delirio delle sue parole.

Il piccolo Ale corre giù per le scale e raggiunge lo studio, mi guarda con immensa tenerezza. Piccolo, si è fatto grandicello, penso, mentre mi dice: «Papà, mi sei mancato! Ho la tua foto e dello zio Michael, guarda!»

«Dove l'hai presa?» chiedo sorpreso baciandogli la fronte.

«L'ha portata il fotografo tre anni fa. Pensavo che vi avessero rinchiuso in manicomio!» dice mia sorella con un sorriso beffardo sulle labbra.

 Pensavo che vi avessero rinchiuso in manicomio!» dice mia sorella con un sorriso beffardo sulle labbra

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«Sempre carina, sorella.»

«Di nulla, fratello pazzo.»

«Amalia, sciocca che non sei altro, torna in camera tua. Chiuditi a chiave, porta a dormire Alessandro e vattene da qui, figlia.»

«A dopo, piccolo. Papà più tardi verrà da te a raccontarti una storia.»

Finalmente soli, mia madre prosegue con gli occhi lucidi: «I sogni che faccio spessissimo e poi questa busta, trovata dentro un vecchio libro della Austen, mi ha fatto trasalire. Che fossi diventata pazza anche io? Ho chiesto a fidati esperti e mi hanno confermato che non era un falso: la ceralacca intatta, l'inchiostro e la scrittura del Re di Napoli. Scriveva a un certo Conte Alessandro Crueppet.»

Rimaniamo impietriti. Michael si aggiusta il cravattino e, come suo solito, mi bacia i capelli, arricciandoli delicatamente con le dita. «Leggila, ti prego, figlio,» mi dice, porgendomela con mani tremanti.

HO DETTO AMORE  - Il ciondolo segreto -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora