LA BELLE EPOQUE

82 21 68
                                    

Nelle settimane successive, la Francia, ad Aix-les-Bains, è diventata un luogo sicuro per Pietro. Io continuo i miei affari a Torino, cercando di conciliare il mio dovere da futuro sposo con quello di giocatore spietato con mia madre. Mia sorella è sempre irrequieta, ma la cosa che mi preoccupa di più è il suo evidente stato interessante. Mia madre si pregusta la vittoria. Mia sorella trascorre le giornate con Annabella, trovando in lei un rifugio di conforto e comprensione.

Un giorno, durante una pausa dai miei impegni, ricevo una lettera cifrata da mia cugina. La sua calligrafia elegante e precisa mi riempie di curiosità e apprensione. Con attenzione, decifro il messaggio: l'imperatore sta bene, così come il suo fedele consigliere, la febbre è scesa. La notizia mi solleva un peso dal cuore, ma la lettera non finisce lì. Mia cugina esprime anche il desiderio dell'Imperatore di vedere Amalia e la marchesa Annabella.

Quando comunico la notizia a mia madre, la Contessa, la sua reazione iniziale è prevedibile. Sbraita come sempre contro mia cugina, la Marchesa, ma l'idea che l'imperatore voglia vederci la rende improvvisamente pacifica. Per la prima volta, la vedo sorridere.

"Figlio," dice, "nostra cugina è così ordinaria e non sono mai riuscita a comprendere l'interesse dell'Imperatore per questa donna."

"Madre!" rispondo, cercando di mantenere la calma. "Per una volta, cerca di essere meno rigida!"

Lei mi fulmina con uno sguardo, poi il suo volto si ammorbidisce in un raro sorriso. "Figlio, la rigidità è l'architrave della nostra società e della nostra Monarchia! Ma, se l'imperatore desidera vedervi, chi sono io per oppormi?"

"Madre, sono tutte apparenze. Non devo essere io a dirti quante donzelle del popolo, il nostro caro amico Re, incontra!"


"Suvvia figlio, non essere impertinente! Portate i miei saluti alla cugina," continua con un tono meno severo. "Io avrò modo di sopportarla a Torino per il vostro matrimonio, il tuo e quello di Amalia; in Francia, con quei costumi, non ci riuscirei! E presumo che porterai anche il tuo amico inglese. I francesi non faranno caso a lui!"

Con queste parole, mia madre mi lascia con l'incarico di organizzare tutto. So che sarà una sfida, ma il pensiero di vedere Annabella e Amalia ricevere l'attenzione dell'Imperatore mi motiva. Devo sistemare ogni dettaglio con i suoi genitori e rendere l'incontro il più accattivante possibile.

Mentre rifletto su tutto questo, mi rendo conto che non sono sicuro se l'imperatore voglia davvero incontrarci. Probabilmente è solo una scusa di mia cugina, ma intravedo qualche spiraglio di speranza. Tuttavia, la mia priorità rimane portare mia sorella via da Torino, visto che la gravidanza si potrà nascondere ancora per poco.

********* Settimane prima in Francia, dalla cugina e da Pietro.

Michael mi aveva raggiunto in Francia, lasciando Amalia fra le fidate mani dei Marchesi di Cuneo e di Annabella. Peccato che sarà sempre solo un'amica, è una giovane bellissima e di spiccata intelligenza. Maledizione,  le donne sono e saranno ancora così sottovalutate  e relegate ai lavori del focolare. Prima di ritornare a Torino con Michael, abbiamo trascorso cinque giorni insieme ad Aix-les-Bains, immergendoci nelle acque termali dello stabilimento "Thermae de la Belle Époque". Sembrava di essere avanti nel tempo, al 1925, con le sue eleganti architetture e l'atmosfera serena degli stabilimenti balneari . Fuori divampava il fascismo ma la gente ha sempre fatto finta di nulla. Sembravano imbambolati. Anche in quell'epoca la donna era il grembo per dare solo figli alla Patria. Che sciocchezze!

Noi due, sempre vicini, camminavamo senza che nessuno ci guardasse, come se il mondo attorno a noi fosse sospeso in un incanto senza tempo. Abbiamo fatto anche dei bagni rilassanti e salutari con l'acqua termale.

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Prima di partire, ho un incontro con mia cugina, la Marchesa, che mi tranquillizza

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Prima di partire, ho un incontro con mia cugina, la Marchesa, che mi tranquillizza.

"Te l'ho detto che sono pazza," dice con un sorriso enigmatico, "e ho già un'idea! Pietro sarà protetto come un figlio. Torna a Torino e non preoccuparti. Ti scriverò a mio modo e tu capirai. Lui sarà al sicuro qui." Poi si rivolge a Pietro e dice teneramente. " Hai ancora i genitori in vita?" Lui la guarda smarrito e risponde con tono sicuro e leggermente melanconico:"No Vostra Grazia, ero piccolo, mia madre è morta di malaria e mio padre qualche anno dopo, ho solo un fratello a Napoli. Mi ha fatto da padre mio zio, suo fratello, e per me è come un padre, Signora!"

Mi sento sollevato dalle sue parole. Poi, la Marchesa si avvicina a Michael, lo bacia dolcemente sulla guancia e dice: "Siete nati in un'epoca sbagliata, dolcissimi ragazzi. Gli amori come i vostri sono nascosti, soffocati dalla morale ipocrita del nostro tempo. Ma con me, siete in quella giusta, di epoca! Qui, a casa mia, il vostro amore può splendere senza paura. Abbiate fiducia di questa vecchia pazza!"

Michael mi guarda con occhi pieni di gioia  e amore. Sento che, nonostante tutte le difficoltà, abbiamo una possibilità. Lo accarezzo con dolcezza e gli rispondo: "Penso che mia cugina ci aiuterà, ma noi due, amore mio, ci salveremo insieme."

"

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
HO DETTO AMORE  - Il ciondolo segreto -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora