Sono nel mio studio, il sole sta appena sorgendo, e sento già l'agitazione crescere dentro di me. Il mio viaggio è imminente, e l'inganno ben orchestrato. Ho informato mia madre con grande cautela: so che ogni mia parola verrà valutata, sezionata, pesata con la freddezza di chi ha fatto della manipolazione la propria arte.
«Madre,» inizio con tono rispettoso, «ho deciso di recarmi in Alta Savoia per annunciare il mio fidanzamento con Isabella. Farò una sorpresa alla nostra cugina, la marchesa Elise de Montclair, ad Annecy. La sua influenza e i suoi legami con gli Asburgo e la Francia renderanno il nostro matrimonio un evento di grande importanza.»
Lei mi guarda con i suoi occhi calcolatori, studiandomi come se volesse leggermi dentro. Dopo un momento di silenzio, si limita a borbottare qualcosa di inaudibile. Poi annuisce.
«La marchesa... una donna bizzarra, con troppi legami pericolosi. Ma se questo garantisce la nostra elevazione sociale, sia.»
Pericolosi. La parola mi rimane in testa mentre la osservo. Per mia madre, ogni legame che non può controllare è un pericolo. E mia cugina Elise de Montclair è fuori dal suo controllo da sempre.
Prima di partire all'alba, incontro mia sorella Amalia. «Stai serena,» le dico con un sorriso rassicurante. «Trascorri le tue giornate con la marchesina Annabella, non andare a cercare Pietro e non dire nulla a nessuno.» Le consegno una missiva destinata alla marchesa, spiegandole che avrei annunciato personalmente il fidanzamento. Amalia annuisce, ma vedo l'ansia nei suoi occhi. Questo viaggio è per lei tanto quanto per me.
Michael è l'unico a conoscere la verità. «Bada ad Amalia mentre sono via,» gli chiedo. «Pietro è in pericolo, e devo fare tutto il possibile per proteggerlo dalle perfide manovre di mia madre.»
Lui mi fissa con quegli occhi chiari pieni di preoccupazione. «E tu stai attento. Non mi piace questa tua cugina. Ha troppi segreti.»
«È proprio per questo che è la nostra miglior alleata.»
Viaggio Verso Annecy
Il primo giorno di viaggio è lungo e faticoso. Partiamo da Torino alle prime luci dell'alba, il cielo è ancora grigio e l'aria gelida. La carrozza avanza lentamente sulle strade sconnesse, e ogni sobbalzo mi ricorda la delicatezza della nostra missione. Facciamo brevi soste per il ristoro dei cavalli, ma non perdiamo mai di vista il nostro obiettivo.
Attraversiamo la Savoia, una terra montuosa e affascinante. Le colline verdi si trasformano in montagne maestose, e i villaggi pittoreschi sembrano usciti da un quadro di Jean-Baptiste-Camille Corot. Pietro osserva tutto con occhi spalancati, meravigliato dalla bellezza dei luoghi.
«Non ho mai visto la Savoia,» dice con un misto di curiosità e apprensione. «Ma se sarà per il bene di Amalia e nostro, farò tutto quello che è necessario.»
«Dovrai rimanere sempre con la cugina,» gli spiego. «Sarai presentato come il primo Conte di Caserta, e lei ti tratterà come tale per non destare sospetti. Conosco bene la marchesa e mi fido ciecamente di lei.»
Pietro annuisce, ma c'è un velo di dubbio nei suoi occhi.
«E se scoprisse chi sono davvero?»
«La marchesa Elise è più scaltra di quanto immagini. E ti sorprenderà.»
Arrivo ad Annecy
Il quarto giorno, finalmente, raggiungiamo Annecy. La città ci accoglie con le sue strade lastricate e i suoi edifici storici.
La residenza della marchesa è un'imponente dimora situata vicino al lago. I giardini sono curati con precisione, e le pareti sono adornate con arazzi e dipinti che raccontano storie di antenati e tempi passati. Il palazzo ha un'aria di serenità e bellezza, in netto contrasto con il freddo calcolo della casa di mia madre.
Non ho avvisato la cugina del nostro arrivo, ma conoscendola, so che non bada alle etichette e ci accoglierà con grande gioia. Lei è una donna di grande sensibilità e calore, completamente diversa da mia madre. È una pedina fondamentale per lo scacchiere del gioco con la contessa. Mia madre deve credere di stare vincendo, ma Elise è il nostro asso nella manica.
Quando entriamo, la marchesa ci accoglie con un sorriso enigmatico.
«Alessandro, che sorpresa. E questo bel giovane deve essere il tuo misterioso amico.»
«Il Conte di Caserta, mia cara cugina.»
Lei inclina appena il capo, i suoi occhi indagatori scrutano Pietro con interesse. «Ah, un conte, certo.»
Dopo le formalità, ci ritiriamo in una sala privata dove posso finalmente spiegare la situazione.
«Carissima cugina, la situazione è critica.»
Elise si accomoda con grazia su un divano, accavallando le gambe con naturale eleganza. «Le situazioni critiche sono le mie preferite.»
Le spiego ogni cosa, il pericolo per Pietro, il fidanzamento forzato di Amalia, il controllo ossessivo di mia madre.
Lei sospira e scuote il capo. «Tua madre... che peccato che non abbia ancora capito chi sono io.»
Le sue parole mi colpiscono. C'è qualcosa in lei che non afferro. Un'ombra, un segreto che non riesco a decifrare.
FLASH
Vedo Elise e mia madre, parlare fitto in un salone illuminato da candele. Mia madre sembra arrabbiata, mentre Elise ride, alzando un calice di vino.
«Riderai meno, quando sarà imperatore.»
«Ah, mia cara Matilde, io lo renderò imperatore.»
FINE FLASH
Un brivido mi corre lungo la schiena.
«Tu...» balbetto.
Elise mi fissa con occhi scintillanti. «Hai visto qualcosa?»
Non rispondo. Non so cosa ho visto.
Lei si avvicina, poggiando una mano sulla mia. «Benvenuto nel mio teatro, Alessandro.»
E in quell'istante, capisco che non ho più il controllo del gioco.
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HO DETTO AMORE - Il ciondolo segreto -
RomanceTorino, 1850. Può un amore sopravvivere quando il mondo lo condanna? Può un sentimento bruciare senza essere mai pronunciato? Alessandro Crepuett, giovane aristocratico, ha sempre saputo qual era il suo posto: erede di una famiglia potente, cugino d...