Aracnofobia

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"Marilù! Marilù, vorrei parlarti per favore".

La campanella che annunciava il riposo notturno era suonata. Orsola era uscita dall'ala dell'istituto dedicata allo studio e si era avviata nel suo appartamento, all'ultimo piano dell'edificio. Le luci si stavano abbassando nei corridoi che ora sembravano avvolti da una sottile nebbia blu.

Marilù si voltò. Dietro di lei c'era Layla, una sedicenne dai lunghi riccioli neri e un volto angelico. La donna sorrise. Erano rare le volte in cui le ragazze si rivolgevano a lei in modo amichevole.

 Erano rare le volte in cui le ragazze si rivolgevano a lei in modo amichevole

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"Layla! Dimmi pure".

"Beh, vedi... ho un problema e vorrei tanto parlarne con te. Hai 32 anni... hai esperienza e io sono solo una ragazzina...".

Ora Marilù era raggiante. Finalmente una delle ragazze le manifestava fiducia! E quale migliore occasione per comportarsi da sorella maggiore?

"Se vuoi possiamo parlarne nella mia stanza, qui siamo circondate dalle telecamere, lì le posso spegnere all'occorrenza. Seguimi", fece l'assistente dirigendosi verso una porticina in fondo al corridoio che si aprì automaticamente lasciando entrare le due giovani.

"Siediti pure", disse Marilù indicando una sedia accanto a un piccolo tavolinetto blu. Lei abbassò il lettino a scomparsa e vi si sedette. Le doghe protestarono.

"Beh, vedi", sospirò Layla. "Credo di avere un problema sentimentale...".

Una a una le ragazze stavano raggiungendo le loro stanze. Ma non Amalia.

"Miriam, la cicciona se n'è andata finalmente. Resta lì, poi quando mi vedi uscire dall'aula corri a fare quello che ti ho detto. Potrebbe rientrare da un momento all'altro!", sussurrò all'amica che si trovava a pochi passi da lei in attesa di entrare in azione.

Amalia percorse un breve tratto di corridoio, rientrò nell'aula e raggiunse la scrivania di Orsola. Eccolo lì il computer integrato con il suo monitor blu e il salvaschermo in cui brillavano dodici stelline.

"Fanculo vecchia megera!", sbottò iniziando a digitare una serie di codici che Januaria le aveva insegnato mesi prima. Quest'ultima era un genio informatico, riusciva a entrare nel sistema, cancellare filmati e disinnescare le telecamere quando voleva.

"Maledetta sirena, ora la pagherai!", borbottò Amalia mentre smanettava. Ora era entrata nel sistema di sorveglianza delle TVCC. Eliminò i minuti dei filmati che la riprendevano mentre entrava in classe, poi disinnescò le telecamere e aprì la porta dell'ufficio di Orsola. Pochi secondi dopo tutti i monitor che costellavano le pareti si spensero diventando grigi.

In fretta Amalia uscì dall'aula. Miriam la aspettava dall'altra parte del corridoio. Non appena la vide, si slanciò verso la pedana che portava al seminterrato, la percorse con il cuore che batteva forte e si ritrovò davanti alla vecchia porta dell'aula relax. La aprì in fretta, entrò, accese la luce e corse nel magazzino, trovandosi improvvisamente in mezzo alle ragnatele.

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