La legge rumena contro l'aborto e le sue conseguenze
Ognuno ha dato il meglio di sé in quello giusto momento e situazione, secondo l'educazione, i principi della società dell'epoca vissuta, improntando il tutto con la propria personalità
Nel 1965, in Romania, il numero degli aborti provocati era più di un milione, doppio di quello del 1959, su una popolazione di circa diciannove milioni di persone, che invece lo scorso anno, 2023, contava poco più di mezzo milione, oltre ai diciannove.
La crescita demografica si dimostrò fino 1990, il primo anno dopo la Rivoluzione contro il comunismo. toccando il picco di 23.200.000 persone, dopo di che la discesa fu evidente.
Secondo il regime comunista dell'epoca, per eliminare questo grosso problema degli anni sessanta, serviva una legge più che severa che vietasse gli aborti, per così dire, accrescere il numero della popolazione, incoraggiare i valori tradizionali della famiglia e scoraggiare la prostituzione e i divorzi.
Tutto ciò si progettava senza la struggente prospettiva degli aborti provocati in casa, con metodi "fai da te", mezzi pericolosi, da persone senza alcuna esperienza o qualifica, in condizioni immani, del numero sbalorditivo delle donne morte o quale non potevano mai più avere dei figli, proprio per le conseguenze dei metodi usati, per non ricordare i bambini nati con vari e gravi malformazioni. La legge in vista era in tutto un assurdo controsenso, ma sostenuta con la convinzione che le pene inflitte a chi osava abortire o a chi li provocava, avrebbero fatto cambiare l'idea.Nello stesso anno i programmi televisivi potevano essere percepiti su quaranta per cento del territorio nazionale, con circa mezzo milione di abbonati, di quali la maggior parte di quelli che usufruivano dei relativi servizi non abitavano in campagna. Conseguentemente, gli aggiornamenti, le informazioni, per chi fosse interessato ed aveva i mezzi, venivano ascoltate piuttosto alla radio e via passa parola, quindi, facilmente errate, false, esagerate.
Niente più facile che tale legge si considerava già entrata in vigore, anche se questo avveniva dopo un anno, a novembre del 1966, il primo di ottobre essendo pubblicata nella Gazzetta Ufficiale.
L'alternativa al lasciar vivere quelle creature innocente, ma tanto meno desiderate, che iniziavano prendere forma in corpi appartenenti a donne senza possibilità economiche, stravolte da situazioni famigliare drammatiche, sociali e personali, era la prigione.
Per ciò, una delle centinaia di migliaia di copie nella stessa situazione decise di lasciar far nascere la loro figlioletta, Veronica.
Non la volevano affatto, visto che erano in grande difficoltà già solo con il maschietto di sette anni, ma non ebbero avuto scelta e avevano fatto quello che avevano ritenuto il meglio, data la situazione di quell'epoca.
Si erano sposati quando lui, Grego, il neo padre, aveva diciannove anni e Kathelene, la madre, diciassette, unendosi e prendendo entrambi lo stesso cognome del marito, Franchettis, secondo l'usanza della Romania.
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Un destino
General Fiction∞ STORIA VERA ∞ Benjamin Button disse: "Ho nulla da lasciare, se non la mia storia, che è al quanto singolare", come d'altronde singolare è la storia di ogni individuo, direi. C'è chi lascia delle proprietà, c'è chi lascia denaro in banca, però...