Vissuta, superata, data alle spalle anche l'esperienza di essere pedinata per due anni a sua insaputa e colpevolezza, dovette tornare con i piedi sulla terra e pensare seriamente allo studio, che non le riusciva tanto bene come cacciarsi nei guai.
C'erano poche settimane ancora fino agli esami e a lei sembrava di vivere su un altro pianeta: niente apprendeva alle lezioni, niente vedeva alla lavagna perché ancora si rifiutava mettersi gli occhiali e niente riusciva memorizzare in quel poco tempo che dedicava allo studio.
Quanto e come stupidamente, incoscientemente e inutilmente aveva perso tutto il prezioso tempo che torna mai, farà emergere i suoi frutti.
Non le mancavano le crisi di panico e per aggiunta, la mano destra si irrigidiva, si gonfiava e diventava bluastra, estendendosi lungo il braccio, specialmente quando doveva scrivere molto. E a mano si scriveva tutto in quelli anni, lei avendo l'abitudine pure di studiare scrivendo e ancora scrivendo. Sarà per tutta la vita che riuscirà memorizzare piuttosto scrivendo. La memoria visiva potrebbe essere d'aiuto a chi ne ha bisogno di assorbire meglio e sicuro tutto quello che si deve.
Andò dal medico del liceo quale le disse che è un problema di circolazione, le diede qualche pillola da prendere e basta. Niente accertamenti, non era una priorità. Sì, purtroppo la salute propria era messa dietro agli scafali ripieni con cose da gestire con cura.
Per quanto si impegnasse e volesse ricuperare le nozioni delle materie per gli esami, il tempo correva ancora più velocemente e purtroppo quello perso non poteva in alcun modo farlo tornare indietro.
Arrivarono anche i grandi giorni delle verifiche e prove. Scrisse quello che riuscì, ma fu bocciata a tutti e tre esami di maturità, ciò che nessuno venne a sapere, tranne i suoi compagni e professori.
Le conseguenze della sua carente preparazioni non potevano che essere evidenti: non studi, non sei preparato e vieni bocciato, punto.
Ogni cosa ha il suo tempo e se questo non si coglie, la cosa potrebbe andare persa. Nel caso di Veronica era più di una cosa, si trattava del suo futuro, della sua futura vita, che non è una "cosa", ma è il "tutto".
Dopo aver ricevuto i risultati, incontrò per caso sui corridoi del liceo il professore di matematica, che la fermò per chiederle di parlare sulla votazione ricevuta.
Si mostrava molto deluso, incredulo dei suoi risultati e, Veronica era incredula delle aspettative diverse del professore.
Era prossimo al pensionamento, ma bravissimo come insegnante e come persona, un ex professore universitario che riusciva accattivare l'attenzione degli studenti e a trasmettere i suoi insegnamenti a chi si impegnava seriamente. Non strillava, non urlava, non batteva i pugni sulla scrivania, non dava degli schiaffoni agli studenti o tirare i capelli delle studentesse, ma, con suo pacifico calmo e pazienza sapeva farsi rispettare e stimare come pochi altri insegnanti riuscivano.
Le parlò per più di un'ora, con l'intento di riportarla alla realtà e di convincerla di quanto era inconsapevole delle sue enormi capacità per lo studio e bravura in matematica. Le diceva che si era accorto che c'era qualcosa di drammatico nel vissuto di lei, che c'era senz'altro qualcosa di molto brutto che la impediva di concentrarsi e di apprendere gli insegnamenti, ma che qualsiasi cosa fosse stata, lei aveva il dovere e la responsabilità di lasciarla da parte e rendersi conto del significato e l'importanza del superare quelli benedetti esami ed ottenere il diploma, per il suo futuro, già incerto a quelli anni per le femmine che dovevano combattere e farsi un posto al mondo lavorativo e sociale.
Poi si fermò e dopo qualche attimo di silenzio cominciò chiederle cosa le stesse succedendo, mentre Veronica abbassò la testa e il professore rinunciò ad insistere, con un gesto di impotenza davanti a quel cumulo di sofferenza, vedendola mentre alzava la testa con le lacrime che si rincorrevano instancabilmente sul suo mento.
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Un destino
General Fiction∞ STORIA VERA ∞ Benjamin Button disse: "Ho nulla da lasciare, se non la mia storia, che è al quanto singolare", come d'altronde singolare è la storia di ogni individuo, direi. C'è chi lascia delle proprietà, c'è chi lascia denaro in banca, però...