28. Sebastiano - il cosiddetto primo fidanzato e ...

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Quando la nipote della proprietaria venne a trovarla e chiederle dei risultati, la trovò in uno stato pietoso, indescrivibile. Spiaciuta apparentemente, lei che era stata ammessa, insistete comunque di uscire e andare insieme a trovare il loro gruppo.

Era l'ultima cosa che Veronica avrebbe mai voluto fare, ma piano piano cedé alle sue persistenze.

Decise anche di telefonare alla fine ai suoi genitori per dirli del suo fallimento e che intendeva rimanere ancora per cercare lavoro.

Lo pensava veramente, ma l'angoscia di sentire ancora altre porte sbattute in faccia la determinava rimandare.

Maledettamente, trovò uno scopo alla sua esistenza: doveva conquistare Sebastiano, nonostante lo detestava come umano e non ammetteva neanche a sé stessa l'attrazione fatale che esercitava su di lei. Di conseguenza sfidava anche apertamente le presuntuose sue amiche.

Niente di più conveniente: prendeva due piccioni con una sola fava: la sua malizia.

Usando proprio la maliziosità attirò l'attenzione e la presenza di Sebastiano, che trafugò il suo corpo quando Veronica gli si concesse senza esitazione.

Lei ne aveva 19 anni e lui 17, ma era molto più maturo da tutti i punti di vista, non evitando vantarsi con il suo grande successo con le donne, a letto.

Sebastiano non avrebbe mai voluto altro da lei che un'altra conquista corporale, non aveva altro da chiedere o da offrire e neanche Veronica non aveva altro da offrire in cambio della sua attenzione, che il suo corpo.

Iniziarono incontrarsi tutti i giorni in piscina aperta, dove, incontro dopo incontro, Veronica prendeva consapevolezza di quanto fosse innamorata di lui.

Stava volando in un paradiso tutto suo per i loro baci, nel sentire quello corpo vicino, avvinghiato a lei in appassionati abbracci, nel guardare quel viso che tutti dicevano di essere bellissimo, incantevole, ma che per lei era semplicemente suo, il suo primo vero fidanzato.

Tutto il mondo e l'universo stavano rinchiusi nel suo nome, nel suo corpo, nel suo essere.

Fu un'estate appassionatamente unica, di voli a mozzafiato sulle ali della speranza, perché sì, c'erano stati anche dei momenti in cui Sebastiano diceva alle sue amichette di voler stare soltanto con Veronica e lei si aggrappava ottimista da quelli attimi.

Non resistiva stare distante da Sebastiano e dava il meglio di sé perché questo non accadesse.

Ma non è che le riusciva molto bene, perché lui era il tutto per Veronica, ma lei era solo una delle tante per lui.

Gli occhi le bruciavano dell'incessante pianto di nostalgia di lui, ma quello che le faceva più male erano le fiamme che bruciavano il suo cuore e la sua anima.

Lo voleva accanto, lo voleva per sempre, voleva che fosse il suo sposo e voleva costruire il loro futuro, la loro vita insieme, essergli accanto nel bene e nel male.

Le fiamme del sospirato immenso amore per lui la divoravano e chiedeva nelle sue preghiere al suo onnipotente Dio se fosse troppo quello che desiderava, se fosse tanto indegna di avere un amato marito accanto, una casa tutta loro, amarli ed accudirli con tutta la sua anima, con tutta sé stessa.

Era così sbagliato e lei era tanto immeritevole di poter sentire e dire "a casa mia"!?

Era così tanto sbagliato desiderare una casa in cui tornare volentieri, senza timore, disaggio, inquietudine, disperazione!?

"Oh, Dio, perché sono così, come potrei essere perché lui mi voglia, perché lui mi dia un poco di attenzione ed apprezzamento!?" ... era uno dei mille pensieri e domande che le rubavano il riposo, la serenità e la pace.

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