43. L'unico scopo della vita: vedere Benedetto - poi il conseguente matrimonio

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I genitori di Sebastiano decisero il giorno in cui andavano a vedere Benedetto nell'orfanotrofio.

Per Veronica era l'unico scopo della vita e ormai contava i minuti, non le ore fino al grande evento.

Furono colti dall'incredibilità di non poterlo vedere da vicino, quando la responsabile del reparto, già avvisata anticipatamente, disse a loro che il regolamento proibisce assolutamente che i bambini venissero in contatto diretto con i genitori o chiunque altro.

Non poteva essere una punizione peggiore e afflittiva per Veronica, non poterlo tenere in braccio, non accarezzarlo, non guardarlo.

All'epoca, nell'ospedale, nel momento del parto e per quanto ci si rimaneva ricoverati, non c'era la possibilità di vedere i bambini nudi. Venivano fasciati e lasciate libere soltanto le manine, dopo qualche giorno, fatto per cui, anche se Veronica era rimasta con il figlioletto per due settimane, non aveva avuto la gioia di contemplare il suo corpicino. Tutto quello che aveva visto erano il visino e le manine.

Vincolata dal rigido regolamento, iniziò a piangere e implorare di essere lascata di vederlo da vicino, anche solo per qualche istante. La speranza di poterlo fare fu subito annientata dal tormento e disperazione.

Le sue emozioni si trasformarono in lacrime di dolore e non c'era modo di consolarla.

Le dissero che lo potrà guardare da fuori, mentre un'infermiera lo avvicinerà alla finestra del primo piano.

Dovette, per forza, ricomporsi e aspettare di vederlo almeno così, essendole menzionato che era già un'eccezione, vista la sua decisione di affidarlo a loro.

Il tempo non passava più e le sembrò un'eternità affinché sentì bussare dalla finestra di sopra e vide finalmente una signora che teneva in braccio quella piccola creatura che era Benedetto, avendo scoperto solo il visino.

Fece tutto il possibile per farglielo vedere meglio, ma dopo tanto pianto, già nata con una vista debole e nello stato che era, a Veronica sembrò un'ombra tanto lontana, un angioletto avvolto in una nuvola.

I presenti commentavano e vociferavano ciascuno a modo loro e la madre, dopo un grosso sospiro disse: "Eh, ci tenevo molto vedere con chi assomiglia!".

Veronica aprì la bocca per esprimere il suo stupore, credendo veramente che loro ci tenevano vederlo, punto, senza altri interessi e fini.

Le parole non le uscivano, sbalordita dal loro vero intento, guardò la donna che aveva davanti, guardò Sebastiano e il suo padre e lesse sui loro visi e nei loro occhi la totale approvazione di quello che era appena espresso.

Non trovò più sensato dire qualcosa, ma nello stesso tempo la sfiorò il pensiero che Benedetto avrebbe potuto essere scambiato con un altro bambino, ciò che non era affatto impossibile, per ogni ragione.

La visita le era stata concessa per poco più di una decina di minuti, dopodiché l'infermiera sparì dalla finestra, dove lasciò un vuoto incolmabile per Veronica, che non riusciva accettare e gestire la situazione.

Alla fine non c'era nulla da fare, c'era nulla che lei potesse fare per vederlo ancora per un solo istante. Raccolse la sua indescrivibile e immensa frustrazione, pensando, convinta alla fin del fine, che si meritava tutto ciò.

Non era stata niente affatto una madre nel vero senso di quello che implica il grande dono dall'Universo e di conseguenza non aveva il diritto di mendicare alcun diritto in merito.

Tornarono a casa e lei rifiutò l'invito della famiglia di fermarsi da loro ancora. Sentiva lo struggente bisogno di stare da sola, di riflettere sui suoi rimorsi, sofferenze, incomprensioni, dubbi, errori e decisioni.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 19 hours ago ⏰

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