16. L'estate dopo l'esame per l'ammissione alle superiori

54 8 16
                                    


Kathelene visse per tutta la vita malissimo con la convinzione che non ci si deve gioire del piccolo grande momento presente perché se lo fai, subito ti crolla in testa una disgrazia. Più sei felice e vivi il momento per quello che è, più grossa sarà la tragedia. Non rifletté mai e non la sfiorò mai il pensiero che si dimostrava la veridicità proprio perché attirava il ciò con l'energia del costante pensiero negativo. Non era mica da biasimare in quanto non aveva mai sentito o letto da qualche parte la forza intrinseca della legge dell'attrazione. L'esperienza era quello che si viveva, il palpabile, il perpetuare degli avventi.

Non si permise di rallegrarsi per la riuscita di sua figlia, ma la disgrazia arrivò comunque: Grego dovette subire una importante e urgente operazione. Questo implicava l'avere una risorsa economica per i viaggi nella città dove fu ricoverato e soldi per le bustarelle dei medici e tutto il personale che l'avevano in cura, nonché per il mangiare, i pasti dell'ospedale essendo intoccabili.

L'operazione durò per ore e fu molto difficile e al ritorno nella camera di degenza, il suo cuore smise di battere e la moglie pensò che fosse già morto. Gridò per chiedere aiuto e il medico arrivò in fretta, riuscendo rianimarlo.

Non c'era Santo in cielo che Veronica e Kathelene non nominassero nelle loro disperate preghiere mentre stavano al suo capezzale, con scottanti lacrime davanti a quale le stelle impallidivano nel tremore. 

Pregavano e ringraziavano a Dio, a tutti i Santi e agli Angeli custodi sempre, per ogni piccola cosa, ma in quei momenti era la sola cosa che potevano e sapevano fare.

Anche il più ostinatamente convinto degli atei, nei momenti di difficoltà alza lo sguardo al cielo. Che nomina o no qualche Dio o qualche Santo o Angelo, non importa, significante è che ne ha bisogno di aiuto, ammettendolo o meno. 

Tutti ne abbiamo bisogno di credere in qualcosa, di avere quel punto di riferimento nel caso di bisogno e, sì, non è un caso che ci ricordiamo ed appelliamo a quel qualcosa che speriamo ci aiuti piuttosto nei momenti difficili.

Non era ancora arrivato il momento di Grego, ne aveva appena quaranta anni e siccome amava troppo la vita, così come era, si aggrappò di essa con tutte quelle poco niente forze.  

La degenza fu lunga e la sua salute diventò sempre più fragile di quanto non lo fosse già da sempre.

Kathelene non sapeva più come gestire le spese e trovare i soldi necessari. Andava sempre a chiedere in prestito, pestando il suo orgoglio e vergogna. Da sempre doveva chiedere in prestito, era oramai una routine.

Direttamente o indirettamente le veniva detto: "Ma come mai non ci riesci mettere qualcosa da parte per situazioni impreviste, dopo tutto il lavoro che fai incessantemente e lo stipendio di Grego?" . E' difficile, anzi, impossibile mettere da parte quando non hai per il giorno seguente. Logico, cosa mettere da parte se nulla hai! Quando ci si guadagna per un animaletto venduto o altro ci si riempiono i buchi finanziari materializzati nel frattempo.

Non aveva bisogno di essere giudicata, ma aiutata. Chi aveva dei soldi li teneva per investirli e fare ancora altri e chi voleva con tutto il cuore aiutarla perché la comprendeva con grande empatia, non aveva manco un centesimo.

Ci riuscì trovare alla fine e come tutte le volte e per tutti che le prestavano, restituiva il tutto appena possibile e li portava perennemente uno speciale rispetto come anche faceva loro ogni favore a modo gratuito soltanto perché le avevano prestato magari una certa somma per una volta nella vita.

Kathelene non riusciva andare a trovarlo tutti i giorni perché la città era a cento kilometri distanza e con i mezzi disponibili avrebbe impegnato una intera giornata, ma soprattutto c'erano i lavori sui campi da sbrigare.

Dovettero, lei e Veronica, sradicare più di un ettaro di piante di lino per uso tessile, con le loro radici fittonante. Il raccolto doveva essere finito in fretta, circa alla fine di luglio e inizio di agosto, quando i baccelli hanno un colore giallastro scuro per evitare che la qualità della produzione si deteriori e per assicurare la massima lunghezza utile della fibra.

All'epoca gli steli venivano laboriosamente strappati a mano, mentre oggi la stessa operazione è completamente meccanizzata.

Prima del 1989 il lino da fibra era una delle colture meglio retribuite, ma loro solo lavoravano la terra che era proprietà dello Stato.

Per arrivare sul campo dovettero camminare per kilometri a piedi e come non bastasse, era un'estate siccitoso e affosso. Dovevano sbrigarsi anche perché le piante dovevano arrivare prima possibile nelle fabbriche per la lavorazione.

Lavorarono avvolte nelle nuvole di polvere spessa che si mescolava alle lacrime di impotenza davanti alle troppe difficoltà e preoccupazioni e il sudore, che poi pitturava il loro viso e corpo.

L'acqua che prendevano da casa finiva già nella mattinata, diventando bollente per le temperature e non c'era nessuna fontana o risorsa da dove prendere un'altra. Non potevano parlare neanche volendo, perché la polvere densa entrava comunque nelle loro bocche e anime assetate.

Ci fu un'estate da scordare, pesante e bruciante a tutti gli effetti.

Alla fine Grego fu dimesso dall'ospedale, ma allettato, non doveva muoversi per un tempo e comunque non ci riusciva per la mancanza totale di forze.

Diede le dimissioni dal lavoro a seguito dalla raccomandazione del medico in quanto lavorava in un medio altamente tossico, pesante e pericoloso. Il fatto di essere rimasto senza un guadagno, anche se percepiva uno stipendio misero, era un altro disastro aggiunto agli quelli già esistenti.

Le spese per la scuola di Veronica erano enormi: il dormitorio, la divisa, la mensa, viaggi e così via. Per le divise fu ingaggiata una sartoria privata che doveva cucirle su misura e non si poteva fare a meno perché erano obbligatori e costavano quanto uno stipendio medio e certamente, servivano due, per avere di cambio.

Kathelene e Veronica si diedero da fare, oltre ai lavori di casa e di campagna, di notte cucivano e lavoravano a ferri, per racimolare quel minimo indispensabile.

Tra una e l'altra l'estate finì e Veronica preparò la valigia per partire verso la grande avventura.

Era preoccupata per come sarebbe riuscita affrontare i cambiamenti a tutti gli effetti, ma il pensiero che sarà lontana da quella casa e innanzitutto dal suo incubo, le dava speranza e coraggio.

***

Un destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora