Non c'erano libri o lezioni dedicate appositamente a scuola per insegnare il rispetto di sé, del prossimo e della vita, come non c'erano l'educazione ambientale, leggi e regolamenti che oggi come oggi neanche vengono considerati o rispettati. Non c'erano la televisione, l'internet e manco la radio. Sì, invece c'era "l'educazione dei primi sei anni da casa", che ai nostri tempi si preferisce piuttosto procedere con il mettere i cellulari, tablet e altro del genere nelle mani dei bambini, contenti che ci lasciano liberi i nostri spazi e magari anche vantarci di quanto siano bravi con la tecnologia.
Certo, il mondo evolve e ai altri tempi ci si deve adattare ad altre esigenze e scoperte.
Comunque, anche così, oggigiorno siamo troppo impegnati a far scorrere freneticamente il nostro tempo, i nostri giorni che alla fine è la nostra vita, sempre ansiosi nell'attesa di non so cosa o che il mondo cambiasse come per miracolo, aspettandoci che capitasse senza muovere un dito, nel nostro piccolo di essere umano, convinti che è il compito di chiunque altro, ma non il nostro, correndo lamentosi verso l'apocalisse, inconsapevoli dell'effetto del sempre più scarso sentimento, responsabilità ed emozione in ogni singola parola, gesto, azione che intraprendiamo quotidianamente.
Veronica, che tutti gli altri numerosi cugini si ricorderanno sempre come, nella loro infanzia, il nonno li insegnava, tra l'altro, come lavarsi bene le mani ed era molto determinato nel riguardo. Gentile, premuroso, affettuoso, ma determinato. A vedere gli avvisi esposti dappertutto per insegnare questo nel periodo pandemico, rammentò che i passaggi erano assolutamente identici con quelli del nonno.
C'era più tempo all'epoca!? Penso proprio di no, visto che tutti i lavori venivano eseguiti manualmente ed era anche più prole da allevare, penso, ritengo che era più senso di impegno, consapevolezza e responsabilità verso i figli e i nipoti, allevandoli tramite il coinvolgimento nelle faccende della vita di tutti i giorni.
Veniva insegnato loro, sin dall'infanzia ai dieci figli e poi ai tutti e ventitré nipotini anche il concetto, il significato e il valore inestimabile delle parole (sì, avvalersi sempre della forza delle parole e non quella fisica) che dovevano usare sempre e con tutti: permesso, per favore, grazie, prego, mi scusi, mi perdoni, parole che oggi non fanno più parte dal vocabolario, se no soltanto teoricamente, sulla carta, ma non parte dei propri approcci e se mai qualcuno le usa viene guardato come un alieno, dall'alto in basso, perché solo un insignificante debole può usarle.
Casi molto rari, isolati, sono anche i gesti, l'azione di dare rispettosamente e con empatia una mano a chi ne ha bisogno, in ogni situazione e circostanza, reagire e non solo guardare, guardarsi intorno, ma per osservare e non solo per oltrepassare lo sguardo assente, stendere la mano per aiutare e non solo per scattare delle foto.
Prima c'era magari troppa severità nel rispettare ed apprezzare i valori umani, ma andava comunque, penso, meglio perché c'era l'umanità, l'onestà e l'ottemperanza che reprimevano le azioni disumane.
Oggi tutto questo evidentemente manca.
E a questo punto penso, temo che abbiamo mandato in aria uno degli aspetti dell'equilibrio della civiltà, quello dei valori umani, da cui prescinde tutto. Prima c'era il peso del sì nell'avvantaggio di essi, adesso invece è quello del no ai tali principi.
Ci si dava un incommensurabile valore ad ogni forma di vita, alla vita in sé.
Come sarebbe il mondo dei nostri giorni se innanzitutto dessimo più valore alla propria vita, cominciando dall'autostima!?
Potrebbe essere veritiero che se considerassimo come primordiale l'autostima, non ci lasceremmo pestati dai bulli a scuola, non accetteremmo o faremmo di tutto per amicizie tossiche soltanto per essere come gli altri ed essere accettati, non inizieremmo usare, consumare sostanze nocive soltanto perché lo fanno gli altri, senza cercare di trovare altro per sfogare il traboccante inquieto delle nostre anime, non accetteremmo rapporti e relazioni che ci danneggiano e portano a nulla di buono e se per qualsiasi motivazione l'abbiamo già fatto, prendessimo consapevolezza e non tornassimo mai più indietro per nessuna ragione al mondo!?
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Un destino
General Fiction∞ STORIA VERA ∞ Benjamin Button disse: "Ho nulla da lasciare, se non la mia storia, che è al quanto singolare", come d'altronde singolare è la storia di ogni individuo, direi. C'è chi lascia delle proprietà, c'è chi lascia denaro in banca, però...