La sua natura e la sua anima assetate di affetto e gioia trovavano spazio nelle visite delle sue zie e cugini, negli abbracci che dava loro e riceveva.
Ma loro erano solo di passaggio o per qualche commissione che dovevano sbrigare in tutta fretta, per tornare alle loro case, famiglie e faccende.
Veniva invasa da quell'emozionante felicità con il cuore che le scoppiava di commovente fascino anche quando arrivavano le feste invernali e alla vigilia di Natale e Capodanno dovevano ricevere le diverse bande di mascherati, le "cete" e cantanti, che sfilavano e danzavano sulle strade o nei cortili di ogni famiglia che le riceveva, come buon segno di bene e prosperità per l'anno che stava per iniziare, ciò che si riteneva in contrario per quelli che non accoglievano le bande.
Nella vigilia di Natale erano i gruppi di bambini, che andavano di casa in casa intonando con gioia i canti religiosi che raccontavano e annunciavano la nascita di Gesù e da Natale fino a capodanno andavano con "La Stella di Natale" esibendo altri specifici canti e rituali.
Nella vigilia di capodanno andavano con il "Plugusorul" (piccolo aratro), di casa in casa, sempre per fare gli auguri di un successivo anno prospero e ricco in salute e fortuna. Come scarpe indossavano rigorosamente le "opinci", fatte di pelle di maiale. Quando Kathelene era piccola, suo padre le confezionava manualmente anche per i suoi fratelli e per gli altri. Furono le scarpe di tutti i giorni fino alle classe medie per le generazioni di Kathelene, invece nei nostri giorni, adeguate un pochino per questi tempi, vengono indossate con il costume tradizionale, nelle occasioni di spettacoli o grandi feste.
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Un destino
General Fiction∞ STORIA VERA ∞ Benjamin Button disse: "Ho nulla da lasciare, se non la mia storia, che è al quanto singolare", come d'altronde singolare è la storia di ogni individuo, direi. C'è chi lascia delle proprietà, c'è chi lascia denaro in banca, però...