Capitolo 4 | A lioness always fight for freedom.

149 14 30
                                    

🎧  Dogs days are over ─ Florence + The Machine 🎧

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

🎧 Dogs days are over ─ Florence + The Machine 🎧

Un leone chiuso in una gabbia come può sopravvivere?
Una Lannister astuta come Lady Myranda sapeva giocare bene le sue carte, aveva l'istinto selvaggio della leonessa e l'intelligenza di una donna, possedeva tutto anche quando non aveva niente tra le mani.

Approdo del re, Westeros.

MYRANDA

L'alba era pallida e un vento leggero soffiava dalle torri della Fortezza Rossa, portando con sé l'odore del mare. Mi ero svegliata con una sensazione di irrequietezza che mi attraversava il corpo, come se ogni fibra di me chiedesse di muoversi, di fuggire. La notte passata era stata solo l'ultimo di una serie di momenti che avevano cementato la mia decisione: non potevo rimanere lì. Non volevo vivere la vita di una prigioniera. Non volevo essere sua. Non volevo essere di nessuno. Mi vestii con i miei abiti in silenzio, pettinai da sola i miei lunghi boccoli e come sempre mi adornai dei miei amati gioielli.

Quando uscii dalla mia stanza, incrociai lo sguardo di alcune guardie, ma nessuno sembrò sospettare nulla. Mantenevo un'espressione calma e risoluta, quella che avevo imparato a indossare fin dalla mia infanzia. Mi diressi nelle stanze della regina Alicent, sapendo come giocare la mia parte. Conoscevo bene quel mondo e sapevo come usarlo a mio favore. Dovevo solo essere convincente.

«Buongiorno Altezza» la salutai con un tono deferente, ma leggermente affettato. Non c'era bisogno di mascherare troppo il disgusto che provavo per quella donna che, seppur gentile con me, rappresentava tutto ciò che mi era stato imposto. «Vorrei chiederti una cortesia.»

Alicent mi guardò, incuriosita. Sapeva che la mia permanenza a corte non era stata facile, ma finora non avevo espresso nessun desiderio particolare. Così, quando parlai, colsi subito la sua attenzione. «Il tempo trascorso a corte mi sta soffocando» dissi, cercando di dosare le parole con cautela. «Desidero respirare l'aria della capitale, vedere le strade, respirare aria fresca.»

Sorrisi. Un sorriso falso, costruito su una gentilezza che non provavo, su un desiderio che non mi apparteneva. In realtà, non mi interessava vedere quella città. Mi interessava solo sentire il vento sul viso, lontano dalle mura della Fortezza Rossa. Era la libertà che bramavo, non le strade affollate di Approdo del Re. Ma la regina non poteva saperlo.

«Se non fosse troppo disturbo, naturalmente...» aggiunsi con finta umiltà.

Alicent mi osservò per un momento, forse valutando le mie intenzioni. Infine, acconsentì con un cenno leggero. «Capisco come ti senti» rispose con dolcezza, come se potesse davvero comprendere il peso che portavo. «Posso fare in modo che tu esca con una scorta adeguata»

Povera, provava compassione per me, per la fanciulla indifesa costretta dalla sua famiglia a sposare il suo figlio storpio e sadico. "Vi odio tutti" pensai sorridendo. "Siete feccia, illusi di potermi controllare"

'TILL THE DEATH DO US APART | Aemond TargaryenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora