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Dopo essere finalmente riuscita a convincere i miei genitori a farmi studiare in una scuola pubblica, mi ritrovai a camminare con i libri stretti al petto lungo quei corridoi infiniti.

Fino a quel momento avevo frequentato una scuola privata a causa delle paranoie dei miei genitori. Temevano potesse succedermi qualcosa, o almeno questa era la scusa che avevano sempre usato. Ma ero riuscita in qualche modo a dimostrare che ero capace di affrontare il liceo e il mio ultimo anno lo avrei passato proprio nell'edificio dove stavo cercando l'aula di matematica.

Frequentare una scuola privata significava dover indossare una divisa in modo da evitare qualsiasi dispiacere causato dal dislivello soprattutto economico. In più, all'interno dell'istituto non erano ammessi studenti di sesso maschile, e dover sopportare solo ragazze non era per niente facile, ma almeno erano gentili.

«Ritardata! Guarda dove metti i piedi!» mi affrettai a raccogliere i libri che la ragazza davanti a me mi aveva fatto cadere.

Alzai lo sguardo lentamente su di lei e decisi di non rispondere. Il suo atteggiamento e il tono di voce mi avevano fatto capire che non era qualcuno con cui potersi mettere contro senza subire conseguenze. E il fatto che indossasse una gonna e un top che coprivano ben poco, mi suggerì di reprimere qualsiasi cosa volessi dire perché sarebbe stata poco carina.

«Che c'è, il gatto ti ha mangiato la lingua?» si abbassò alla mia altezza e poso le mani sotto il mio mento facendomi guardare i suoi occhi. «Un piccolo consiglio cara: lascia perdere i vestiti di tua nonna, nemmeno quando lei era giovane andavano di moda.» continuò con la voce da finta dispiaciuta.

Tornai in piedi tenendo i libri e ignorai lo sguardo della gente che si era radunata intorno a noi.

"Bel modo di iniziare l'anno scolastico Cass! Complimenti sul serio." Repressi l'impulso di prendermi a schiaffi per mettere a tacere la mia coscienza e mi concentrai sulla ragazza che si era appena messa di fronte a me.

«Cara, povera, stupida Tiffany... quando imparerai tu a vestirti come tutte le persone normali?» la castana era alquanto tranquilla e sicura di sé nel dire quelle parole, quindi pensai che non era la loro prima conversazione su quell'argomento.

All'inizio non capì perché mi stava difendendo dalle parole della bionda, ma quando disse che quest'ultima doveva prendersela con qualcuno che poteva rispondere a tono, fui consapevole che sembravo un'indifesa agli occhi di tutti e che avevo bisogno di aiuto.

«Melody, sei una guastafeste: hai rovinato tutto il divertimento.» intervenne un ragazzo riccio. La prima cosa che notai furono le sue adorabili fossette.

"Davvero Cass? 'Adorabili'?" Beh, la mia coscienza non aveva tutti i torti. Non dovevo usare quel aggettivo associato a lui dato che insieme alla bionda voleva prendersi gioco di me.

«Harry stanne fuori! Non vuoi seriamente costringermi a castrarti. Sai benissimo che ne sono capace.» la castana corsa in mio aiuto continuò a parlare non curandosi delle parole o delle persone che ci stavano guardando.

Ero al centro dell'attenzione e ci erano voluti solo pochi minuti e un po' di mancata attenzione.

«Oops, la Smith ha le sue cose.» il ragazzo sembrava determinato a far infuriare la ragazza davanti a me causando così anche le risate dei presenti, compresa la svestita Tiffany.

«Vuoi avere anche te le tue cose? Perché posso risolvere prendendoti a calci nel sedere. Adesso sparisci!» non capì se fosse riferito al ragazzo o alla bionda, ma lui la prese per mano e se ne andarono facendo disperdere così anche la folla.

La castana si voltò verso di me e sussurrai un semplice "grazie" non sapendo cos'altro dire. Non aveva bisogno di essere difesa, ma aveva apprezzato il gesto.

Give Me Love [H.S.] || IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora