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"Non voglio! Non voglio stare in un posto dove non sono desiderata e tantomeno voglio stare in macchina con te. Non me ne frega niente se ci siamo conosciuti solo oggi, ma mi è bastato per capire che tipo di persona sei. Sei uno stronzo senza cuore al quale non importa se ferisce delle persone. Fa quello che vuole, come vuole anche se le persone che gli stanno intorno vengono ferite. Non ti importa niente di tua sorella, la tua vera sorella! Non ti interessa neanche della scuola, fai ripetizioni di matematica perché vuoi solo essere nella squadra di calcio della scuola, non ti importa niente della tua vita e tantomeno della tua fidanzata che tra l'altro odio, ma dovrebbe importarti almeno di lei se non di tutto il resto. Pensi che le persone a scuola ti stimano? Beh, non è così! Hanno tutti paura di te, hanno tutti paura di quello che puoi fare a loro. Sai perché ti stanno tutti intorno? Perché pensano che a starti intorno non devono più avere paura di nessuno. Fai il prepotente con tutti e pretendi di essere ascoltato. Invece no, nessuno deve ubbidire ai tuoi ordini, tu non sei diverso da Melody, Zayn, me o tutti quegli altri. Anzi, noi almeno abbiamo un cuore e c'importa sul serio delle persone a noi care. Adesso vattene, tornatene a casa, vai dalla tua pseudo ragazza oppure vai ad ubriacarti, non m'importa. Stammi solo lontano. Non voglio avere problemi per colpa tua..." urlo in mezzo alla strada camminando all'indietro sotto la pioggia.
"Non m'importa quello che pensi di me. Non m'importa quello che la gente pensa di me. Sono quello che sono e sono fiero. Forse hai ragione... non m'importa di mia sorella perché lei non è mai stata presente nella mia vita, quindi perché io dovrei esserci nella sua... non m'importa della scuola perché non serve proprio a niente... non m'importa di Tiffany perché è solo sesso, non provo proprio niente per lei. Stiamo insieme solo perché siamo le persone più popolari della scuola. Non me ne frega proprio un cazzo della vita. Posso anche morire adesso, ma io al contrario tuo, ho vissuto ogni esperienza. Se io avessi un cuore, starei a soffrire sempre per le persone, per tutte le delusioni e per ogni singola cosa. Noi due siamo diversi, non siamo uguali e mai lo saremo, e sai perché? Io non sto davanti casa delle ex a piangere. Le lascio e chi s'è visto s'è visto. Cassandra apri gli occhi! Non me ne frega proprio niente di nessuno. Vuoi stare sotto la pioggia? Bene, fallo!" urla anche lui. Si allontana da me e va verso la macchina.
Mi giro e inizio a camminare in qualsiasi direzione diversa dalla sua.
[...]
Ok, sono tipo 30 minuti che cammino sotto la pioggia, ma non me ne frega proprio niente. Gli ho detto quello che pensavo e lui mi ha risposto a tono. È solo un montato del cazzo!
"Cassy!" dice qualcuno alle mie spalle.
Mi giro e mi trovo davanti Michael.
"Oddio, che ci fai sotto la pioggia. Vieni, ti accompagno a casa." dice indicando la macchina, dove al suo interno c'è la ragazza con cui l'ho visto oggi.
"Mi fai schifo! Stammi lontano! Non voglio più vederti!" dico allontanandomi ormai piangendo. Ringrazio Dio che sta piovendo, così non si accorgerà che sto piangendo.
"Attenta!" urla lui e nello stesso momento sento il clacson di una macchina, ma neanche il tempo di chiudere gli occhi e aspettare l'impatto, che qualcuno mi tira via dalla strada e la macchina ci passa accanto.
"Oddio Cass, stai bene?" chiede Michael correndo verso di me.
"Stalle lontano razza di bastardo!" dice la persona che mi sta tenendo per le spalle.
Alzo lo sguardo e riconosco Harry che a quanto pare è furioso.
"E tu chi cazzo sei?" chiede Mike.
"Non sono affari tua. Stalle lontano o avrai a che fare con me! Vieni, ti porto a casa." dice il riccio accompagnandomi verso la sua macchina.
Mi fa salire e poi sale anche lui e mette in moto.
"Cosa ci facevi ancora a giro?" chiede.
"Casa mia è dall'altra parte della città, ci vuole un po' per arrivare a piedi." dico spostando lo sguardo verso il finestrino.
"Lui è il cretino per cui stavi per farti schiacciare da una macchina?"
"Non ne voglio parlare."
"Puoi dirmi dove stai?" chiede fissando la strada.
"Standford Rows..."
"Capito, Tiffany abita lì."
"No, Tiffany non abita lì. Nel mio quartiere non c'è nessuno della mia età se non una ragazza che tutti dicono sia troi... oddio, Tiffany abita nel mio quartiere..." dico scandalizzata.
"Già..." dice sorridendo.
"Ok, ora sono in pericolo anche nel mio quartiere..."
"Magari non sa ancora che abiti lì."
"Speriamo."
Arriviamo davanti al quartiere e sto per scendere, ma Harry mi ferma.
"Dove vuoi andare?"
"A casa mia."
"Sì, ma fatti accompagnare fino alla porta di casa..." dice premendo il pulsante che apre il cancello dal telecomando.
"Com..."
"Tiffany me lo ha dato. Posso entrare quando voglio."
"Ok, ora mi sto spaventando. Comunque quella è casa mia." dico indicando la casa.
"Ok, attenta a non farti schiacchiare dalle macchine mentre entri i casa."
"Se mi hai portata a casa, non significa che le cose che ti ho detto prima non sono vere. Sei un senza cuore lo stesso." dico chiudendo lo sportello.
"E tu sei quella nuova lo stesso!" urla dopo aver abbassato il finestrino.
Vado verso la porta di casa e trovo un biglietto sul tappetino davanti la porta. Lo apro e leggo il contenuto.
"Tiffany ha scoperto dove abito!" dico sventolando la lettera per fargli capire che la troia mi aveva scritto.
"Sono cazzi tua. Io non ti ho mai accompagnato a casa!" dice sorridendo prima di girare e andarsene.
Apro la porta di casa e vado in camera dove mi butto sul letto anche se sono completamente mezza...
"Dove sei stata?" chiede una voce femminile. Mi metto a sedere e vedo zia sulla porta.
"Secondo te dove sono stata se sono zuppa?" chiedo alzandomi.
"Tu che ci fai qui? Non doveva esserci mamma a casa tua?"
"Cassandra, forse i tuoi pensano tu sia ancora piccola e non ti dicono tutto... Joseph nell'ultimo tempo non si è sentito bene e stanno andando a Seattle per sentire dei medici." spiega cercando di non farmelo pesare troppo.
"Cioè stai dicendo che papà potrebbe..." chiedo con la voce spezzata.
"Tuo padre potrebbe avere un tumore... dobbiamo essere tutti forti."
"Come fai a chiedermi questo quando papà potrebbe avere un tumore?!" chiedo urlandole contro.
"So che è difficile da capire. Ma è la realtà."
"Voglio andare a Seattle!"
"Non puoi..."
"Sono maggiorenne!"
"Sono il tuo tutore in assenza dei tuoi genitori e non puoi lasciare il paese senza il mio permesso. E tuo padre non vuole che tu lo veda così. Comunque c'è sempre la probabilità che non abbia un tumore."
"Lasciami sola..." dico indicando la porta.
"Cassandra..."
"Lasciami sola!" urlo e lei se ne va dalla mia camera.
Zia annuisce prima di uscire dalla stanza e io chiudo a chiave la porta dove poi mi appoggio scoppiando a piangere.
"Perché? Perché tutto a me?" urlo a me stessa.
Dopo all'incirca un'ora mi calmo e vado in bagno dove nell'ultimo cassetto trovo il mio diario, il mio migliore amico da anni.
Inizio a scrivere tutto quello che mi passa per la mente.
[...]
"Cassandra, svegliati... la colazione è già pronta." dice zia dolcemente.
"Ora scendo..." dico mettendomi a sedere.
"Va bene, ti aspetto in cucina." dice andando via.
Mi alzo dal letto e vado in bagno a farmi una doccia veloce. Dopo essermi vestita scendo di sotto e trovo zia seduta a tavola.
"Scusami per come ho reagito ieri sera, non volevo urlarti contro..." dico sedendomi.
"Tranquilla, ti capisco. Avrei fatto lo stesso. Se oggi non vuoi andare a scuola, possiamo andare a fare un giro per la città.
"Magari dopo scuola, i miei amici si preocuperebbero e non voglio che nessuno mi faccia domande del tipo 'perché non eri a scuola ieri?' oppure 'stai bene?'. Per ora voglio pensare che papà non ha niente." dico fissando la tazza davanti a me.
"Ti capisco. Ti porto io a scuola?"
"No, prendo la macchina che mi ha lasciato papà. Ora vado, sennò arrivo tardi."
"Va bene, come vuoi." dice sorridendomi.
Salgo al piano di sopra e prendo una felpa dall'armadio insieme alla borsa con i pochi libri di scuola.
Scendo di sotto ed esco di casa.
"Oh, hai ricevuto la mia lettera?" chiede Tiffany fermandosi davanti il vialetto di casa mia.
"Quale lettera?" chiedo andando verso la macchina.
"Hai una macchina? Bene, portami a scuola!" dice avvicinandosi.
"Ma non ci pensare nemmeno. Chiama Harry e chiedi a lui un passaggio. Sono sicura che verrà a prenderti." dico sorridendole.
Salgo in macchina e parto sotto gli occhi invidiosi di Tiffany.
Mi congratulo mentalmente con me stessa e accendo la radio iniziando a cantare. Arrivo davanti la scuola e spengo la radio prima di mettere la felpa e scendere.
"Cass..."
"Cosa ci fai tu qui? Mi segui anche a scuola? Vattene!" dico a bassa voce per non farmi sentire dagli altri, ma sono sicura che lui mi sente anche se siamo un po' distanti l'uno dall'altra.
"Cass, ascoltami... Voglio assicurarmi che tu stia bene."
"Io sto benissimo... il mio ragazzo mi lascia, mi perdo in mezzo alla città, litigo in mezzo alla strada con uno stronzo e poi scopro che mio padre potrebbe avere un tumore... io sto benissimo!" dico quasi scoppiando a piangere.
"Pezzo di merda, cosa ci fai tu qui?" sento una voce alle mie spalle. "Voglio che tu capisca una volta per tutte, che non devi mai più avvicinarti a Cassandra. Potresti pentirtene... Adesso vattene!" dice andandogli contro.
"Oggi verrò a trovarti." dice Mike allontanandosi.
"Non sarà a casa." risponde il riccio.
Mike se ne va e Harry si mette davanti a me.
"Cosa ci faceva qui?" chiede.
"Voleva sapere come stavo." dico cercando di non scoppiare a piangere.
"Bene, non ha il diritto di saperlo." dice sedendosi sul cofano della mia macchina.
"Scendi da lì, mi distruggi la macchina!" dico guardandolo male.
"È tua?" chiede scendendo.
"Sì, cioè... è di mio padre, ma adesso lui è in America e posso usarla io." dico facendogli vedere le chiavi. "Tu che ci fai già a quest'ora qui?"
"Non volevo portare Melody a scuola, quindi mi sono svegliato prima e sono uscito di casa. Tu?"
"Non volevo parlare con mia zia... ieri sera l'ho trattata malissimo e mi sento in colpa quando mi sorride e mi parla gentilmente."
"Beh vedi? È questa la differenza tra di noi: tu ti senti in colpa per cazzate, io neanche se quelle cazzate sono enormi quanto una casa."
Un cellulare inizia a squillare e sono più che sicura che non sia il mio, l'ho dimenticato a casa.
"Non rispondi?" chiedo indicando il cellulare tra le sue mani.
"No, è Tiffany, vuole che passi a prenderla a casa."
"Ah sì, mi ha chiesto un passaggio e le ho detto di chiedere a te. Sei molto felice quando porti la gente a giro. Vero?" chiedo facendogli la linguaccia.
"Da parte mia può starsene a casa sua. Sono le 7:30 e le lezioni iniziano tra un'ora, vuoi aspettare qui oppure vieni a prendere un caffè?" chiede indicando la strada.
"In realtà dovrei fare i compiti visto che ieri non ho avuto tempo." dico indicando la borsa.
"Puoi farli al bar. Sai, non penso tu riesca a scrivere stando in piedi."
"Sali!" dico aprendo la portiera della mia macchina.
"Posso guidare?" chiede.
"Ma neanche per sogno!" dico salendo seguita subito dopo da lui.

Give Me Love [H.S.] || IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora