DELUSIONI E VERITA'

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TAEHYUNG

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TAEHYUNG...

Maledico il giorno in cui i miei occhi si sono posati su quello splendido bambino, anche se è stata la cosa migliore che io abbia mai fatto.

Quel giorno di venti anni fa, mentre attraversavo il periodo più buio della mia eterna vita, in balia del mio demone interiore, il destino, a mia insaputa mi stava legando a Jeon Jungkook.

Sul mio cammino non c'era che morte e solitudine, ovunque mi recassi, una scia di cadaveri lasciavano traccia del mio passaggio fino a quando mi ritrovai ai piedi di una collina, trovandomi difronte ad un umile casa. Rimasi rapito nel guardare il figlio di due poveri operai il cui nome scoprii fosse Jeon Jungkook. In quell'esatto istante la mia vita iniziò a cambiare, solo che ancora non lo sapevo.

Tra gli alti alberi della fitta foresta che contornava la casa, mi fermai ad osservarlo in lontananza, per giorni sono tornato nascondendomi tra le ombre di quegli alberi, solo per guardare quel bambino che era riuscito ad attirare la mia curiosità. Per un istante il piccolo Jeon si fermò dal rincorrere, quella che per Lui era un'affascinante farfalla, posando lo sguardo fisso nella mia direzione ed i miei occhi si fermarono curiosi, su quel puro ed innocente bambino, le cui vite stavano per essere stravolte dalla presenza di entrambi, ignari di ciò che stava per compiersi. Nessuno dei due aveva la ben che minima idea che da lì a poco ci saremmo appartenuti ma per scelta del destino non ci saremmo mai avuti.

Quel giorno per la prima volta in tutta la mia vita, scoprii cosa fosse l'imprinting, avendolo provato in prima persona. Cosa veramente rara che accada, ed è così che le mie tenebre iniziarono a schiarire, lasciando il posto ad una nuova luce. Trascorrevo le mie giornate ad osservarlo crescere ed anche se da lontano, lo accompagnai fino alla sua adolescenza. Con il trascorrere del tempo, mi resi conto che Jungkook era diverso dagli altri bambini, il tempo per Lui passava in modo differente, oltre ad essere precoce di intelligenza e mentalmente, lo era soprattutto nell'evoluzione fisica. Mentre un normalissimo bambino era fermo ai propri otto anni, Jungkook ne aveva già dodici. Diedi poca importanza alla cosa, commettendo il primo errore.

Arrivò il giorno del suo primo bacio, rivelandomi una cosa inaspettata. Preso dagli ormoni dell'adolescenza, non riuscendo a contenere quell'esplosione di nuove emozioni, di conseguenza non riuscì a controllare la dormiente eredità di sangue che nessuno sapeva, tanto meno Lui, avere dentro di sé. Due paia di ali nere come la notte, lucenti quanto la luna piena, fecero il loro ingresso al mondo, ed io seppi che era giunto il momento per me di andarmene, lasciandolo vivere, tenendolo all'oscuro e lontano dal mondo invisibile, credendo stupidamente, di tenerlo al sicuro se lontano da questo tetro mondo di cui noi esseri delle tenebre apparteniamo. Cancellati i suoi ricordi e quelli del tipo con cui era, mi voltai sparendo dalla sua vita.

Quanto può essere bastardo il destino per averlo rimesso sul mio cammino, facendo sì che le nostre strade si intrecciassero di nuovo?

Quanto può un individuo essere stupido? Io lo sono stato per non aver capito prima di ora che Jungkook, figlio degli angeli neri è la chiave di tutto, ed è stata proprio la mia stupidità ad averlo condannato. Ho creduto di salvarlo sacrificandomi per Lui, quando invece ho solo fatto in modo che Lui lo avesse, cadendo stupidamente nel suo tranello, facendo il suo gioco. Comprendo solo adesso che ogni evento accaduto, ogni mossa fatta era stata studiata da quel bastardo di Azelier, per arrivare a mettere le mani su Jungkook.

TOGETHER IN THE DARKNESSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora