PADRE E FIGLIA

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JUNGKOOK

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JUNGKOOK....

Nel momento in cui accettiamo qualcosa, il problema si chiude, e possiamo permetterci di vivere altre emozioni, riappropriandoci del presente e riprendendo il controllo della nostra vita. Può non sembrare così al momento, dato che mi trovo segregato in quattro mura, prigioniero di quest'infermo, attendendo di dirigermi al patibolo, aspettando di percorrere questi ultimi passi che mi condurranno alla fine. Posso dire di avere il pieno controllo della mia vita, come mai prima d'ora.

Nessuno mi ha forzato o costretto alla mia scelta, a differenza del mio passato, sempre condizionato da due esseri che chiamavo genitori. Oggi sono mie e mie soltanto le decisioni prese, quindi sì, sto per morire ma è una mia cazzo di scelta, non ho paura e non mi pento.

La rabbia? Un'altra di quelle emozioni che ha preso possesso della mia persona, nel momento in cui ho realizzato che, come un povero babbeo, mi sono fatto fottere da quel bastardo di Azelier, ma a che serve esserlo ormai, è colpa della mia incapacità se non sono riuscito a capire che mi stava imbrogliando, raggirando, se non sono riuscito a salvare Nelly.

Sento anche un pizzico di delusione verso me stesso, verso quella che è la mia ingenuità, per non aver capito che Jimin non è mai stato un amico, piuttosto un suo servitore mandato a controllarmi. A quale scopo mi chiedo? L'unica risposta che riesco a darmi è che Jimin doveva fare in modo che Azelier non perdesse le mie tracce.

A suo dire mi si è avvicinato solo per potermi tenere d'occhio. Questo è ciò che mi ha confessato dopo che si è inaspettatamente presentato nella sala del trono, mentre mi scortava verso questa che al momento è la mia prigione.

<<Ancora non posso crederci! Tradito dal mio migliore amico.... Che ingenuo sono stato>>

<<Papà>>

Mi chiama Nelly, imprigionata anch'essa tra le quattro mura di fianco alle mie.

<<Mh!>>

<<Credi davvero che il tuo amico possa averti tradito?>>

<<Ho troppi ricordi con Lui per volerlo credere, preferisco morire rifiutando questo pensiero, fa male crederci>>

<<C'è una cosa che non ho avuto il coraggio di dire a papà Tae e...>>

<<Nelly non temere di parlare, qualsiasi cosa sia la porterò con me nella tomba>>

<<Ho paura che tu possa odiarmi per...>>

<<Odiarti...Dici?>> la interrompo.

<<Sai Nelly, provare odio significa avere il desiderio di far del male, come posso anche solo pensare di fartene, di avere questo malsano desiderio verso di te che mi hai fatto dono di quell'unico sentimento puro, che sia un uomo che una donna cercano?! Grazie a Tae ho imparato ad amare ma.... Grazie a te ho potuto provare una volta nella vita cosa significa essere amato come padre, facendomi sentire tale...quindi sciocchina non pensare mai più una cosa del genere>>

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