XXXIV: Aziraphale

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La famiglia di Aziraphale era stata, e lo era ancora, la migliore che qualsiasi persona potesse avere. Erano comprensivi, simpatici, empatici e qualsiasi altro aggettivo che possa descrivere una persona magnifica. Da molto il rosso ed il biondo avevano deciso il luogo del loro matrimonio, ma ancora dovevano chiedere ai proprietari di esso.

Non potevano scegliere un posto pubblico, altrimenti sarebbero successi casini dopo casini, non potevano neanche sposarsi in un bosto scelto a caso, tipo un bosco o cose simili, perché avrebbero sicuramente trovato qualcuno e, a parlare onestamente, chi è che si va a giurare amore eterno in mezzo agli alberi?

La casa dei genitori del biondo era un po' in periferia, ma comunque non troppo lontana, era un luogo accessibile e calmo allo stesso tempo, il che lo rendeva il posto perfetto.
In un'oretta, non contando venti minuti di traffico, raggiunsero la casa. Non era da tanto che non ci andavano, almeno una volta ogni due settimane salivano a trovarli e, ogni tanto, si portavano anche Sam (quando lui non si sarebbe annoiato troppo).

Era sempre bello arrivare e vedere tutto decorato, era pieno di siepi verdi e, in primavera, su di esse sbocciavano un sacco di fiori colorati. La porta era fatta in legno e ricordava vagamente le stesse che ci sono al'entrata delle taverne, possedeva righe verticali ed una finestra rotonda all'altezza della testa contornata da una griglia in ferro. Suonarono il campanello, che era lì da non molto tempo, e due carissimi uomini anziani apparvero di fronte a loro.

<<Carissimi! Come state?>> chiese la signora con tono allegro, facendo poi loro cenno di entrare. <<Venite, su, ho preparato il tè caldo.>>

Crowley si accomodò in cucina, venne baciato sui due lati delle guance dal padre di Aziraphale, che gli ricordò quanto fosse "fiero che il suo unico figlio avesse trovato un giovanotto così in gamba" come Crowley. La signore Fell versò il tè nelle tazze, che erano in porcellana bianca ed avevano delle decorazioni floreali blu sul bordo del beccuccio.

<<Allora>> iniziò l'anziana signora <<Come stanno i miei sposini?>> domandò con un caloroso sorriso in volto

<<Bene, grazie mamma.>> rispose il biondo.

<<Lavoro? Come sono i ragazzi?>> chiese invece il padre

<<Tutti tranquilli da me, da lui un po' meno.>> rispose il rosso

<<Oh, beh, non si può essere sempre fortunati.>>

<<Volevamo chiedervi una cosa, in realtà...>> continuò il biondo, riiniziò a parlare solo quando vide i genitori affermare. <<Voi sapete che a breve ci sposeremo, abbiamo riflettuto molto a lungo sul luogo nel quale avverrà il nostro matrimonio e l'unico che ci è sembrato migliore era... beh, qui. Nell'enorme prato che c'è qui vicino, è perfetto, non c'è mai nessuno ed è spazioso.>>

<<Mah...>> borbottò l'anziano <<E ce lo chiedete pure? Avete avuto un'idea brillante.>>

<<Quindi non vi darebbe fastidio avere un matrimonio praticamente attaccato a casa?>>

<<Assolutamente no! Se fosse il matrimonio di qualcuno a caso capirei, ma è il vostro, deve essere il momento più speciale della vostra vita, è il minimo che possiamo fare questo!>>

Entrambi i più giovani ringraziarono con un grande e caloroso abbraccio, poi la madre si staccò e si diresse verso il piano cottura.

<<Io comincio a preparare la cena, voi andate pure in salotto.>>

Così fecero, il padre si sedette sul divano emettendo un basso gemito, causato dal dolore alla schiena che si portava dietro da diversi anni a causa della vecchiaia. Anche Aziraphale e Crowley si stavano per sedere, ma il biondo prese l'altro per mano e gli chiese di parlare in privato in bagno. Avvisarono il padre, si diressero verso la direzione della stanza e si chiusero dentro.

Non C'è Solo Aria Tra Noi DueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora