Cap XIX: Problemi famigliari

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Il respiro del ragazzino diventava ad ogni lacrima versata sempre più pesante, provava a stringere più forte a sè il rosso nella speranza di calmarsi, ma la sua mente e la sua vista erano uffuscati da tutte le cose orribili che i genitori gli avevano detto.

<<S-Sam?>>

<<IO... NON... R-RI...>>

<<OH MIO... SAM!>>

Il rosso si staccò immediatamente e guardò il ragazzo negli occhi, erano spalancati di terrore, come se avesse visto la cosa peggiore esistente sul pianeta, lo fece così sedere e corse al lavandino dell'aula a bagnare un fazzoletto e glielo posizionò in fronte, prese poi con la fretta di un leone la sua bottiglia d'acqua dallo zaino, gliela diede in mano.

<<Sam... Sam riesci a sentirmi?>>

Il ragazzino mosse la testa in alto ed in basso minimamente, ma si fece capire.

<<Okay... resisti, sto chiamando Azraphel, ti darà una mano anche lui.>>

Crowley corse fuori dall'aula e ci trovò, per sua fortuna, il biondo che lo stava aspettando da cinque minuti.

<<Azraphel abbiamo un problema, ho bisogno del tuo aiuto, VIENI!>>

Il biondo si preoccupò inevitabilmente e di sdiresse anche lui con passo svelto deltro all'aula, sentendo la voce tremante di Sam che ansimava. Il rosso si abbassò verso di lui, lo strinse a se e gli accarezzò i capelli.

<<Azraphel, so cosa devo fare devi soltanto assicurarmi che non peggiori, tienigli le mani e confortalo soltanto per un minuto.>>

Passarono una quarantina di secondi e Crowley già tornò, riabbracciò stretto stretto il ragazzo.

<<Angelo, abbraccialo, fallo sentire protetto, al momento potrebbe non essere del tutto cosciente di quello che gli sta succedendo, potrebbe non sentire bene noi due e soprattuttopotrebbe svenire da un momento all'altro, dobbiamo impedirlo quindi tienilo stretto. Okay, Sam? Mi confermi un'altra volta che riesci a sentirmi?>>

Il ragazzo annuì.

<<Perfetto, va benissimo. Stai avendo un attacco di panico, ne hai già avuti in passato?>>

Sam mosse ancora la testa in senso positivo.

<<Okay bene, allora Sam. Ti chiedo di fare una cosa importantissima, devi continuare ad ascoltare la mia voce, continua a seguire le mie parole. Può essere difficile ma devi credere che hai aria, tu hai abbastanza aria per respirare, so che è difficile da chiedere ma so anche che sei un ragazzo forte e che ce la potrai fare, quindi per favore, respira lentamente, piano...>>

Il ragazzino chiuse gli occhi e si concentrò sul suo respiro, stava diminuendo l'intensità ad ogni espiro che faceva, continuando però a far cadere le lacrime sul suo viso.

<<Bravissimo... così...>>

In dieci minuti si calmò definitivamente, Crowley gli diede la sua bottiglia d'acqua e gli fece bere.

<<Come va adesso?>>

Domandò Azraphel, che nel ritrovarsi in quella situazione di punto in bianco si era agitato sempre di più. Sam rispose subito dopo aver bevuto un sorso

<<M-meglio... grazie...>>

<<Ascolta Sam... Non so come sei messo a casa, se i tuoi si sono calmati ma... ti va di venire a casa nostra e, se te la senti, raccontarci con più calma quello che è successo?>>

<<S-sssì... se questo non è un prolema per voi.>>

Azraphel prese la mano di Sam, dicendogli che non ci sarebbe stato alcun problema. Ucirono per poi dirigersi verso la Bentley, Crowley si sedette al posto di guida come il suo solito, il biondo era alla sua destra ed il ragazzino dietro ad entrambi, ci misero una decina di minuti prima di raggiungere casa, ma ogni volta che ci arrivarono l'accoglienza che dava era sempre molto confortevole. Dissero entrambi al ragazzo di accomodarsi, di sedersi sul divano e di fare come fosse stato a casa sua.

Non C'è Solo Aria Tra Noi DueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora