cap IV: Gli occhi dell'altro

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Azraphel salì in casa incuriosito con l'unico intento di aprire la busta che "Anthony J. Crowley" gli aveva inviato.

<<Come mai mi ha inviato una lettera? Ci possiamo vedere tutti i giorni al lavoro...>>

Aprì la busta e trovò una lettera con una calligrafia carina, non accurata ma sempre leggibile.

<<Caro Azraphel...>>

"Non sono uno a cui piace scrivere lettere, ma so quanto bello sia riceverne una in confronto a una telefonata, quindi eccomi qua. Mi sono divertito molto quel pomeriggio, con te mi trovo molto bene, solo che non ti ho dato il mio numero di telefono! Eccolo qui:"

<<T-trovato... bene?>>

"In centro a Londra ha aperto un nuovo ristorante, mi chiedevo se ti andasse in giorno di questi di andarci insieme. Telefonami e fammi sapere.
Crowley."

<<Ommioddio... USCIRE CON LUI?! Lo devo chiamare subito...>>

Tenendo stretta la lettera nella mano, si diresse con passo veloce verso il telefono, digitò dieci cifre e alzò la cornetta, passarono tre squilli e Crowley rispose

<<Pronto?>>

<<Ciao Crowley, sono Azraphel!>>

<<Ooh! Ciao! Come stai?>>

<<Bene, come sempre. Tu?>>

<<Al solito, un allievo ha dei problemi al di fuori della scuola... io senò tutto okay. >>

<<Ascolta... ho appena letto la tua lettera e ti ho telefonato, mi piacerebbe un sacco riincontrarci.>>

<<Oh... d-davvero? Beh, io sono libero per tutta la settimana tranne venerdì che ho il concerto.>>

<<Hai un concerto e non mi dici nulla?>>

<<Nahh, non credo che un uomo così raffinato possa ascoltare del rock...>>

<<Beh, in effetti...>>

<<Dimmi tu, qualsiasi giorno.>>

<<Oh... giovedì allora?>>

<<Va bene, giovedì sia. Incontriamoci a st. James park, è lì vicino.>>

<<Va bene, a domani.>>

<<A domani Azraphel.>>

Entrambi riposero la cornetta al telefono fisso, guardando a vuoto il muro con gli occhi spalancati. Azraphel cominciò poi a saltellare per tutta casa ancora con la lettera in mano, ogni tanto tendeva le braccia tese in alto e fissava il foglio di carta per poi riprendere a festeggiare. Crowley invece cominciò a panicare e pensare a tutti gli orribili scenari che potevano verificarsi, facendosi costantemente paranoie sul passato che lo precedeva, sul suo carattere, e sul suo fisico.

Giovedì, 18:26

Crowley cercava disperato nel suo armadio il suo dolcevita, ovviamente nero.

<<Ma dove cavolo lo ho messo?!>>

Ad ogni pila di vestiti che alzava e non trovava quel maledetto maglione diceva una parolaccia, quando si ricordò il motivo per cui non lo trovava.

<<AAHH, CAZZO!>>

Lo aveva lasciato sulla sedia della sua scrivania, andò a recuperarlo e se lo mise.

18:45

Vide Azraphel avvicinarsi a lui, con passo che aumentava gradualmente sempre di più come il suo sorriso, il quale diventava sempre più visibile. Si salutarono alla solita maniera, a mano timida.

Non C'è Solo Aria Tra Noi DueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora