CAPITOLO 38

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"Penso che tu mi debba delle scuse, per avermi fatto aspettare" disse Harry in tono calmo, gli occhi che fissavano intensamente il viso dell'altro uomo. Louis sentì un brivido percorrergli il corpo, a quelle parole. Fu tentato di rispondere in modo sprezzante, ma poi si morse un labbro e sussurrò, con voce appena udibile: "Mi scuso, per averti fatto aspettare". L'altro gli sorrise, annuendo con aria soddisfatta. "Insomma!" protestò Dana: "Io sono ancora qui!". Harry porse la mano a Louis, fissandolo con uno sguardo predatorio: "Vieni con me, dobbiamo parlare". Il maggiore annuì e mise la mano nella sua, mentre Harry lo guidava verso una limousine nera parcheggiata poco lontano, non si voltò indietro nonostante le urla di protesta di Dana. Harry gli strinse la mano, aprì la portiera e lo fece accomodare sui comodi sedili in pelle, sedette al suo fianco e bussò sul vetro divisorio, l'auto partì immediatamente.

I sedili di pelle scura erano comodissimi e l'interno dell'auto trasudava lusso. La gamba di Harry toccava contro la sua, rendendo Louis molto consapevole della vicinanza dell'altro uomo. "D-di cosa dobbiamo parlare?" chiese, nervosamente. Harry girò il viso per fissarlo, la sua postura era rigida e gli disse in tono fermo: "Non mi piacciono questi vestiti, sono di un colore orribile e il tessuto è dozzinale". Louis si mosse sul sedile, in imbarazzo. "Per lavorare, devo indossare la divisa" sussurrò, abbassando lo sguardo. Harry gli mise un dito sotto il mento per fargli sollevare di nuovo lo sguardo, il maggiore incontrò uno sguardo infuocato. "Ti piace, lavorare in quel posto?" chiese Harry, il tono duro. Louis deglutì a vuoto, cercando di rispondere mentre il suo corpo reagiva ai modi bruschi e dominanti dell'altro. Come quando si era scusato poco prima, sentiva un forte bisogno di compiacerlo. Scosse la testa, sperando che bastasse come risposta perché era troppo impegnato a cercare di capire cosa gli stesse accadendo per replicare a parole. Si passò la lingua sulle labbra, mentre le immagini del sogno di quella notte gli tornavano alla mente e il suo membro iniziava ad indurirsi. Abbassò di nuovo lo sguardo, fissando come incantato le grandi mani di Harry, che teneva poggiate sulle gambe. "Mi sembra di averti detto che non mi dispiace, il suono della tua voce" disse Harry, il tono forzatamente gentile prima di cambiare in uno più minaccioso: "Mi aspetto quindi che tu mi risponda a parole, quando ti faccio una domanda!". Come per sottolineare il rimprovero, le sue grandi mani lo afferrarono per le spalle, tenendolo bloccato. Il petto di entrambi si sollevava velocemente, i respiri che si fondevano, per la vicinanza. Louis tremò, sentendo un calore diffondersi in tutto il corpo al contatto con l'altro uomo. Anelava il suo tocco, la sua vicinanza. Adesso, non era più solo. Il suo padrone, si sarebbe preso cura di lui. Spalancò gli occhi, spaventato da quel pensiero assurdo che per un attimo lo aveva reso appagato e sereno. Cosa gli stava succedendo?

Kitten per forza - Larry Kink Fanfiction (Non adatta a un pubblico sensibile)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora