Louis percorse il corridoio con il cuore che gli batteva all'impazzata, raggiunse una scala e scese al piano di sotto. Una fioca luce illuminava la casa, tutti dormivano. Raggiunse il grosso portone che delimitava l'ingresso della villa, prese un respiro profondo e lo aprì. Il suo viso fu colpito dall'aria fredda della notte, ma sorrise. Non usciva all'esterno, da così tanto tempo. Si guardò intorno, circospetto, uscendo fuori. Sapeva che la proprietà era sorvegliata da cani aggressivi, doveva quindi trovare un modo di allontanarsi senza incontrarli. Notò una grossa auto lussuosa parcheggiata davanti all'ingresso, provò la maniglia ed aprì lo sportello, notando sorpreso le chiavi nel quadro. Sentendo una voce, si irrigidì, ma non notò nessuno nelle vicinanze. Riconobbe l'accento irlandese di Niall, che parlava al telefono da qualche parte nel giardino. "Ti ho detto che sto lavorando" stava protestando, cercando di mantenere la voce bassa: "Devo parcheggiare la macchina del capo e sistemare alcune cose, ti avevo avvisato che oggi avevo il turno di notte!". Louis deglutì a vuoto, Niall doveva essere sceso dall'auto da poco, lasciandola incustodita. Era la sua occasione, la sua unica occasione. Scivolò sul sedile di guida senza fare rumore, partendo lentamente e senza accendere i fari. Alla fine del viale, vide un cancello chiuso, strinse i denti allacciando velocemente la cintura e accelerando deciso a non fermarsi davanti all'ostacolo. L'impatto fu rumoroso, la parte anteriore dell'auto si ammaccò vistosamente, ma il cancello cedette socchiudendosi nella parte centrale. L'auto sobbalzò, ma proseguì la sua corsa, Louis continuò a premere l'acceleratore, sfrecciando nella notte.
DUE MESI DOPO
Il ticchettio dei tasti della cassa, del piccolo negozio di alimentari era snervante. Louis, con indosso la divisa colorata che riportava il logo del supermercato, sospirò sistemando la merce negli scaffali. "Alla fine del turno, vogliamo bere qualcosa, Lou?" gli chiese la ragazza seduta alla cassa, guadagnandosi uno sguardo di traverso dai clienti in fila. Louis si interruppe, piegandosi indietro per stirare la schiena e replicò: "Dove vorresti andare, Dana?". La giovane dai capelli corvini e la carnagione pallida, gli sorrise: "Al pub qui di fronte". Louis sembrò riflettere, grato per la momentanea interruzione e infine acconsentì.
Dopo un paio d'ore, i due si cambiarono negli spogliatoi dei dipendenti e attraversarono la strada per raggiungere il locale. Erano da poche passate le otto e il posto era ancora semideserto. Sedettero al bancone, ordinando una birra. "Hai trovato qualcosa di meglio di quella tana per topi in cui dormi?" chiese diretta la ragazza, facendo roteare gli occhi a Louis che le ricordò: "Non posso certo permettermi il palazzo reale, con la misera paga che mi tocca". Dana lo fissò, con aria maliziosa: "Puoi venire a stare da me, lo sai". Si sporse verso di lui, sfiorandogli appena le labbra. Louis socchiuse gli occhi, scostandosi poi per replicare: "Non correre, Dana. Siamo usciti solo qualche volta". La giovane scosse la testa, ammiccante: "Siamo usciti cinque volte, Louis e ci conosciamo da quasi due mesi. Non è colpa mia se tu continui a fare il timido, ti ho invitato da me più di una volta!".
STAI LEGGENDO
Kitten per forza - Larry Kink Fanfiction (Non adatta a un pubblico sensibile)
FanfictionAVVISO Avvertenze/Warnings: scene di sesso esplicito, violenza, abusi, dominio/sottomissione, BDSM, kitten kink, torture fisiche e psicologiche. Trama Harry avrebbe fatto qualunque cosa, per soddisfare i propri desideri. Louis, doveva dei soldi all...