CAPITOLO 36

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Aveva saltato il pranzo e la cena, quel giorno. Era andato avanti a caffè durante il lavoro e si era divorato un pacco di biscotti, prima di andare a dormire. Si era buttato sul letto con indosso la tuta, affondando la testa sul cuscino e implorando per un sonno tranquillo. Ovviamente, ottenne esattamente l'opposto.

Dopo interminabili ore di dormiveglia, fu tormentato da immagini evocate dalle parole di Harry: "Voglio sentirti chiamarmi padrone, mio dolce kitten, mentre ti penetro da dietro, incatenato al letto e con le mani legate". Sognò esattamente quello. Era tornato sul letto dell'altro uomo, in ginocchio, il collare bloccato con la catena e le mani legate dietro la schiena mentre Harry lo teneva per i capelli, la bocca che gli sussurrava nell'orecchio parole crude mentre lo scopava forte, facendolo urlare di piacere. Si svegliò di soprassalto, sudato ed eccitato. Non era ancora l'alba ed aveva solo voglia di piangere.

Un caffè e due sigarette più tardi, si diresse a lavoro trascinando i piedi. Era stanco, confuso e nervoso. All'ora di pranzo, Harry gli avrebbe chiesto una risposta ed era agitato al pensiero di rivederlo. Anche se una parte di sé anelava la compagnia e le attenzioni dell'altro uomo, sapeva di doversi proteggere dal dolore, che il suo ex padrone amava unire al piacere. Sospirando, si passò una mano tra i capelli disordinati ed oltrepassò l'ingresso riservato al personale. Era ancora presto, così si cambiò con calma. Sfilò la tuta in cui aveva dormito, indossando la ridicola divisa del supermercato. Appena pronto, entrò nel locale si controllò l'elenco delle merci terminate da rimpiazzare sugli scaffali. Dana non era ancora arrivata, notò con sollievo. Non aveva voglia di parlare con nessuno, al momento.

Dopo una mezz'ora, la sua collega lo salutò e aprì la cassa, mentre i primi clienti cominciavano ad entrare. Louis si concentrò sul lavoro, senza mai incrociare lo sguardo di Dana. Doveva farsi coraggio e chiarire le cose con lei, ma temeva di perdere l'unica persona che si era mostrata amichevole, nei suoi confronti. Le avrebbe chiesto di restare amici, ma non sapeva che reazioni aspettarsi da una donna rifiutata. Poco prima della pausa pranzo, la donna lasciò il suo posto e lo raggiunse nella corsia del cibo in scatola, chiedendogli in tono offeso: "Mi stai forse evitando, Lou?". Il giovane si voltò di scatto, l'espressione colpevole mentre rispondeva a voce bassa: "Mi dispiace, dovrei parlarti, ma non qui". L'altra scrollò le spalle: "Manca poco alla pausa pranzo, andiamo sul retro, nessuno ci disturberà". Il tono tranquillo, quasi allegro di Dana lo fece sentire terribilmente in colpa, probabilmente lei si aspettava un progresso nella loro relazione, sarebbe rimasta molto delusa.

Kitten per forza - Larry Kink Fanfiction (Non adatta a un pubblico sensibile)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora