Dana poggiò una mano affusolata sulla coscia dell'altro, sporgendosi per baciarlo di nuovo. Louis non si ritrasse, ma non si mosse neppure per approfondire il contatto. Dopo la sua fuga da Villa Styles, che aveva scoperto trovarsi al centro di Londra, si era diretto in periferia, abbandonando l'auto in un parco. Poi, aveva denunciato lo smarrimento dei documenti in un posto di polizia, in modo gliene fossero forniti di nuovi al più presto. Un agente gentile, apprendendo che non avesse con sé denaro, lo aveva diretto ad un dormitorio adiacente, assicurandogli che lo avrebbe avvisato appena fossero pronti i duplicati dei suoi documenti. Mentre passeggiava nella zona, alcuni giorni dopo, aveva notato il cartello di ricerca di personale "anche senza esperienza" esposto nella vetrina del negozio di alimentari ed era entrato. Dana, nipote del proprietario e cassiera, lo aveva accolto con un sorriso e il giorno dopo, ritirati i documenti, aveva iniziato a lavorare al supermercato come addetto al rifornimento degli scaffali. Aveva poi preso in affitto un minuscolo monolocale, scomodo ma molto economico. Dopo un paio di settimane, l'evidente interesse di Dana nei suoi confronti li aveva portati a prendere un caffè insieme, cosa che si era poi ripetuta fino a quel giorno. C'era stato qualche bacio, ma nulla di più per il momento. Dana sembrava volere qualcosa di più e Louis si chiese perché non si sentisse eccitato all'idea. Cercando di non mostrare la propria confusione, posò una mano su quella di Dana sulla propria gamba e la carezzò gentilmente, socchiudendo appena le labbra. La ragazza sorrise nel bacio, ma un rumore sordo li fece sobbalzare. "Le vostre birre!" annunciò allegramente il barista, Dana gli rivolse uno sguardo infuocato, mentre Louis ringraziò educatamente e prese il boccale per portarselo alle labbra. Mentre sorseggiava la birra, studiò la giovane seduta accanto a lui. Dana era indubbiamente una bella ragazza, con un corpo snello ma curvilineo. La sua carnagione chiara faceva spiccare le labbra rosse, i capelli neri le ricadevano sulle spalle in onde naturali. Fino a poco tempo prima, non ci avrebbe pensato due volte prima di portarsela a letto, invece inspiegabilmente non riusciva a vedere in lei più di un'amica. I baci tra loro lo lasciavano freddo, il tocco della sua mano gli era indifferente. Cosa gli era successo? Quello che era accaduto con Harry, lo aveva segnato a quel punto? Avrebbe dovuto cercare aiuto, per superare la cosa?
Finita la birra, con la scusa di un improvviso mal di testa, Louis aveva lasciato Dana per tornare a casa. Il suo minuscolo appartamento era a pochi passi dal pub, così dopo qualche minuto aprì la porta cigolante e mise un piede sul pavimento di legno logoro e sbiadito. Solo una volta, prima di un appuntamento, Dana si era presentata sulla porta ed aveva sbirciato nel suo miniappartamento. Aveva visto ben poco, ma le era bastato per iniziare a fargli notare quanto quel posto fosse orribile. Passando affianco a un divano dal tessuto ormai incolore, si diresse in camera da letto e marciò verso il comodino. Afferrò il collare che aveva dovuto tagliare per sfilarsi, fissando l'incisione sulla medaglietta. Perché, lo aveva tenuto?
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Kitten per forza - Larry Kink Fanfiction (Non adatta a un pubblico sensibile)
FanficAVVISO Avvertenze/Warnings: scene di sesso esplicito, violenza, abusi, dominio/sottomissione, BDSM, kitten kink, torture fisiche e psicologiche. Trama Harry avrebbe fatto qualunque cosa, per soddisfare i propri desideri. Louis, doveva dei soldi all...